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Ripetitore, riecco il Tar: confermato lo stop ai lavori

La magistratura amministrativa si è pronunciata ancora una volta nella guerra infinita tra la Tim e il Comune di Casamicciola: a questo punto diventa decisivala trattazione collegiale in camera di consiglio

È arrivato nel tardo pomeriggio di ieri il nuovo decreto del Tar nell’estenuante controversia tra il Comune di Casamicciola e la Tim. Oggetto del contendere, come tutti sanno, è l’ormai famigerata antenna-ripetitore posizionata in un’area privata in via Monte della Misericordia, che ha scatenato la protesta di numerosi residenti. Se la compagnia telefonica aveva ottenuto un verdetto favorevole contro la prima ordinanza comunale che imponeva la rimozione dell’antenna entro cinque giorni, che dunque poteva rimanere in loco, stavolta il decreto del Presidente della Settima Sezione del Tar della Campania è meno vantaggioso per la Tim, che comunque non potrà completare l’installazione dell’apparecchiatura e dunque non potrà essere attivata fino alla discussione dell’udienza, fissata stavolta al 29 settembre.

L’antenna rimarrà al suo posto, ma non potrà essere completata fino al verdetto della Settima Sezione, rimanendo dunque non funzionante

Il Comune, rappresentato dagli avvocati Giuseppe Morgera e Aniello Palomba, ha quindi “parato il colpo”, perché per il momento l’antenna non sarà utilizzabile.

Come si ricorderà, dopo il primo decreto “inaudita altera parte” che sospendeva l’ordine di rimozione emesso dal Comune, l’ente aveva eseguito alcuni sopralluoghi rilevando una serie di difformità edilizie, che si erano tramutate in due nuove ordinanze, la n.72 che disponeva il ripristino immediato dell’area secondo quanto stabilito nel 2018, e la n.73 che imponeva la sospensione di ogni ulteriore operazione di completamento dell’infrastruttura provvisoria, almeno fino a quando non sarebbero state eliminate le difformità edilizie rispetto al titolo abilitativo.

La Tim, con una serie di motivi aggiunti, aveva contestato tali ordinanze, sostenendo che“oltre ad essere viziati persviamento di potere, sono stati adottati con il palese obiettivo di eludere o violare il contenuto precettivodella decisione cautelare presidenziale ; essi devonoessere dunque annullati, e nel frattempo anch’essi immediatamente sospesi”. Secondo gli avvocati della Timuna lettura sistematica dei tre provvedimenti “disvelache con la loro adozione la resistente amministrazione comunale non ha inteso affatto perseguirel’interesse al ripristino della legalità asseritamente violata per effetto delle attività edilizie poste in esseredalla proprietà oltre tre anni fa, ma quello, dichiaratamente illecito, di impedire alla ricorrente con ognipossibile mezzo il completamento del posizionamento della stazione radio base provvisoria sul mezzocarrato, che pure il decreto presidenziale n.1450/21 aveva espressamente consentito”, avendo come unicofine esclusivamente quello “di assecondare le rimostranze dei residenti preoccupati per la salute (il fattoche si parli continuamente di salute pubblica e che le contestazioni fantasiose del comune concernono soloinfondati e presunti vizi di natura edilizia e urbanistica è chiaramente sintomatico dell’atteggiamentoostruzionistico)”.

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Su tali motivi la Compagnia aveva chiesto nuovamente l’annullamento e l’emissione di una misura cautelare, ma il presidente Santino Scudeller ha accolto solo in parte tali richieste. Si legge infatti nel decreto di ieri che “con esclusione della disposta rimozione ad horas, non sono per il resto apprezzabili, ai fini della richiesta estrema gravità ed urgenza, le ragioni esposte in calce ai motivi aggiunti rilevando, peraltro, rispetto all’addotta funzionalità della “trasmissione delle comunicazioni per la sicurezza in mare”, altre competenze dotate di apposite canalizzazioni”. In sostanza, siccome è già stata accolta in precedenza la richiesta di sospensione dell’ordinanza di rimozione, non vi sono motivi per sospendere anche l’ordinanza n.73 che disponeva lo stop ai lavori di completamento dell’installazione provvisoria. Dunque ilTar ha accolto parzialmente l’istanza, fissando per la trattazione collegiale la camera di consiglio del 29 settembre.

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Per il momento quindi l’antenna non verrà rimossa, ma non potrà nemmeno esserne completato il montaggio e l’attivazione, fino a quando non sarà discussa la questione davanti al collegio in camera di consiglio. Resta da vedere se l’udienza sarà quella del 15 o del 29 settembre, nodo che sarà sciolto in questi giorni.

Forse – la cautela è ormai d’obbligo in questa storia – questo verdetto segna la prima “tregua” nel serrato duello rusticano che ha contrassegnato la seconda parte dell’estate casamicciolese, almeno a partire dal 10 agosto scorso con una serie quasi quotidiana di note, di resoconti, di ricorsi, di decreti e di ordinanze. L’antenna dunque continuerà a campeggiare nell’area di via Monte della Misericordia per le prossime settimane, anche se non potrà essere messa in funzione.

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