CRONACAPRIMO PIANO

Le calamità “salvano” un immobile dalla demolizione

E’ l’effetto dell’ordinanza n. 24 varata dal commissario Legnini, con la quale Forio prova l’acquisizione al patrimonio pubblico per l'esistenza di prevalenti interessi pubblici ad uso sociale. Il complesso in via Calosirto finito al centro di una contesa giudiziaria durata anni

Il terremoto e l’alluvione di Casamicciola con la conseguente emergenza abitativa, nel vicino comune di Forio salvano un altro immobile dalla demolizione. Almeno è questo il tentativo. Il sindaco Stani Verde prova l’acquisizione del bene a patrimonio comunale per l’esistenza di prevalenti interessi pubblici ad uso sociale, ai sensi del comma 5 dell’art. 31 del DPR 380/01. Non sarebbe la prima volta, è già accaduto proprio a Casamicciola Terme con un complesso immobiliare privato sottratto alle ruspe di stato e trasformato in scuola pubblica. All’epoca dei fatti però non c’era la “super” ordinanza 24 del Commissario Legnini. Con quella, stando agli atti foriani, si può tutto. 

L’obbiettivo ufficiale del Governo è “la necessità di reperire sul territorio comunale immobili da acquisire a patrimonio comunale e destinare ad usi pubblici e/o finalità di pubblico interesse con particolare– scrivono gli inquilini del Raggio Verde richiamando espressamente la disposizione commissariale- riferimento alla necessità di reperire immobili per sopperire alle esigenze abitative conseguenti agli eventi calamitosi di Casamicciola Terme del 21 agosto 2017 e 26 novembre 2022 anche in relazione alla Ordinanza del Commissario Straordinario On. Giovanni Legnini, n. 24 del 21 luglio 2023 avente ad Oggetto: Delocalizzazioni degli edifici danneggiati o distrutti ad uso abitativo o produttivo”.

All’ombra del Torrione a finire al centro della proposta di acquisizione al patrimonio pubblico che sarà oggetto di discussione nel prossimo consiglio comunale la struttura di proprietà di Calise Giuseppe. Un complesso immobiliare formato da quattro fabbricati ubicato in Via Calosirto a cui veniva rilasciata dal Comune di Forio concessione edilizia n. 433/78 per la realizzazione. La vicenda è poi finita al centro di una acerba contesta giudiziaria allorquando il suddetto titolo veniva impugnato dal Sig. Antonio Pero fino all’ultimo grado di giudizio e all’ordinanza di demolizione, nonostante il sig. Calise Giuseppe fosse riuscito ad ottenere il rilascio dal Comune di Forio di una ulteriore concessione edilizia in sanatoria straordinaria, ai sensi dell’art. 39 legge n. 724/94, relativamente a volumetrie non assentite formalmente ma in concreto realizzate. Un doppio titolo edilizio, una doppia concessione che non ha fatto che inasprire la guerra tra concittadini. Una guerra infinita innanzi al TAR e poi al Consiglio di Stato che ha visto l’affermazione di Antonio Pero, prima con l’accoglimento in parte del di lui ricorso che, per gli effetti, porta all’annullato del permesso di costruire in sanatoria n. 59/2006. Poi la mazzata finale per Calise. Il Consiglio di Stato non si ferma e con una ulteriore Sentenza, la n. 8811 del 24/12/2019- resa ai sensi dell’Art. 112 c.p.a., la IV Sez. –  ha ordinato al Comune di Forio di eseguire la sentenza n. 3837 del 2016 attraverso la rimozione delle opere edilizie abusive.

Presto fatto. Il 28 aprile del 2020 viene emanata specifica Ordinanza di demolizione e ripristino dello stato dei luoghi del 28.04.2020. Con l’ordinanza n.53  veniva

ordinato, al Sig. Calise Giuseppe di demolire, a sua cura e spese, le

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opere, con conseguente ripristino dello stato dei luoghi originario i 90 giorni decorrente dalla notifica della ordinanza, avvenuta il 13 maggio 2020. Ovviamente (per gli standard ischitani) Calise non ha ottemperato. Nel merito c’è il verbale della Polizia Municipale prot. 26462 del 07.09.2020. Nel luglio 2022 con Ordinanza n. 95 veniva ordinato al Sig. Calise Giuseppe, il pagamento della somma di € 20.000,00 da versarsi in un’unica soluzione entro e non oltre il termine sessanta giorni decorrente dalla notifica, avvenuta il 02.08.2022. In ultimo, ma non per ultimo, con Determina n. 400 del 07.03.2023 veniva affidato l’incarico per il servizio di frazionamento catastale finalizzato al completamento delle procedure compendiate dalla procedura sanzionatoria azionata in virtù della citata ordinanza di demolizione. Con Ordinanza di sgombero, acquisizione al patrimonio comunale ed immissione in possesso n. 127 del 10.08.2023 veniva ordinato al Calise di procedere allo sgombero da persone e cose delle opere abusivamente realizzate e, contestualmente si dichiarava, con valore ricognitivo, l’acquisizione gratuita di diritto al patrimonio Comunale, delle opere abusivamente realizzate e accertate alla data dell’ultimo sopralluogo per la verifica dell’inottemperanza nello stato di fatto in cui ora si trovano, dell’area di sedime e di pertinenza.

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Tutte disposizioni, atti e fatti scritti agli atti e mai eseguiti che portano al rilievo di inottemperanza da parte del Consiglio di Stato che ancora con Ordinanza n. 2350/2023, ha evidenziato che “gli atti adottati dal Comune di Forio non dimostrano il pieno adempimento del giudicato e, pertanto, è stato richiesto l’intervento commissariale al fine di conseguire l’integrale e tempestivo adempimento del giudicato nelle forme specificate dalla sentenza n. 8811/2019”. Dopo questo ennesimo passo, il prevalente interesse pubblico e sempre che l’opera non contrasti con rilevanti interessi urbanistici, ambientali o di rispetto dell’assetto idrogeologico, potrebbe fare miracoli e salvare, si fa pare dire, l’immobile del Calosirto. “L’immobile oggetto di demolizione, per la sua configurazione tecnico/costruttiva,soddisfa appieno le predette esigenze volte alla cura di prevalente interesse pubblici- spiega la proposta di acquisizione che a breve passera al vaglio dei consiglieri comunali ed il cui conseguente deliberato ne acclarerà la sussistenza– e rappresenta per l’amministrazione comunale un’opportunità, in termini economici e sociali per sopperire alla mancanza di cui al punto precedente; lo stesso, inoltre, ricade in zona denominata insediamenti urbani prevalentemente consolidati – Disciplina strutturale – del PUC, in zona P.I.R. del P.T.P. in zona R1 del PSAI ed insiste in area sufficientemente urbanizzata”. 

A rigor di norma (art. 31 del DPR 380/01) “l’opera acquisita è demolita con ordinanza del dirigente o del responsabile del competente ufficio comunale a spese dei responsabili dell’abuso, salvo che con deliberazione consiliare non si dichiari l’esistenza di prevalenti interessi pubblici e sempre che l’opera non contrasti con rilevanti interessi urbanistici, ambientali o di rispetto dell’assetto idrogeologico”. Per finalizzare gli intenti amministrativi si è dato mandato anche ad un tecnico incaricato, il geometra foriano Penza.  Proprio sulla base della relazione tecnica, a firma del Geom. Francesco Penza, emergerebbe, tra l’altro, la necessità di eseguire opere di consolidamento del costone posto a ridosso del fabbricato; Per quanto di fatto ritenuto dall’Ente locale “l’immobile oggetto di demolizione, per la sua configurazione tecnica e costruttiva, soddisfa appieno le esigenze volte alla cura di prevalenti interesse pubblici rappresentando per l’amministrazione comunale un’opportunità, in termini economici e sociali per sopperire alla mancanza di spazi”.

Per questo motivo è stato dato mandato al Responsabile del Settore Edilizia Privata Giampiero Lamonica di redigere un apposito progetto, corredandolo di tutti gli eventuali pareri, che riguardi la messa in sicurezza del costone retrostante l’immobile ed ogni altro aspetto per rendere agibile tale immobile per i fini proposti, onde inoltre, poter effettuare una attenta valutazione anche dal punto di vista economico finanziario in modo da poter compiutamente valutare la eventuale demolizione del bene o altresi la sua conservazione per pubblica utilità. Il geometra Penza in virtù del mandato ricevuto si è recato sui luoghi in data 10 ottobre scorso.

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