CRONACA

Rissa a bordo dell’aliscafo Procida-Napoli, il pm archivia

La decisione è arrivata dopo la remissione delle querele da parte del cantante cantante Sal Da Vinci, della presentatrice ed attrice Fatima Trotta e dell’operatore ecologico procidano Ciro Giacchetti

Il video che immortalava la lite in poco tempo è diventato virale. E di quella accesa discussione resta solo quello. Parliamo della vicenda successa nell’estate del 2020 a bordo di un aliscafo che collegava Pocida con Napoli. I protagonisti dell’accesa discussione sono stati il cantante Sal Da Vinci, la presentatrice ed attrice Fatima Trotta e l’operatore ecologico procidano Ciro Giacchetti. Secondo quanto ricostruito, la situazione degenerò dopo che la showgirl poggiando i bagagli nel compartimento apposito avrebbe schiacciato un vassoio di dolci del 58enne procidano.

Da lì, le minacce prima e la rissa poi, con Sal Da Vinci inizialmente intervenuto e colpito a sua volta assieme alla moglie, anche lei pare nel tentativo di calmare gli animi, ed il figlio che sarebbe intervenuto per difendere il padre. Per Sal Da Vinci, moglie e figlio il reato ipotizzato è stato anche quello di lesioni personali, così come il 58enne a cui viene contestata anche la violenza privata aggravata dai futili motivi. Il bilancio finale della rissa fu di un trauma cranico-facciale guaribile in 15 giorni per il 58enne, nonché di 10 giorni di prognosi per il cantante, colpito alla mandibola, 10 per Fatima Trotta (colpita alle gambe), 7 per la moglie di Sal Da Vinci (colpita in varie parti del corpo) e altri 7 per il figlio del cantante (colpito al labbro). Il cantante spiegò di essere solo intervenuto per difendere le due donne (Fatima Trotta ed una corista) perché aggredite verbalmente dal 58enne, raccontando poi che la vicenda sarebbe degenerata subito dopo. Dopo la rissa, tuttavia, tutti i protagonisti di questa storia furono ascoltati dai carabinieri, mentre le immagini della rissa riprese da altri passeggeri erano già finite in Rete. Poi la svolta. Tutti i protagonisti della vicenda hanno rimesso le querele e provato a ricomporre il litigio. Una mossa delle parti in campo, dettata da buon senso, che ha spinto la Procura di Napoli a chiedere l’archiviazione. Per mesi è stato inutile trovare un accordo, un tentativo di composizione, fino a quando le parti in causa hanno deciso di rimettere le querele, mentre la Procura ha chiesto l’archiviazione per i reati procedibili di ufficio, tra cui l’accusa di rissa.

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