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Rissa social da low cost tra albergatori ischitani

ISCHIA – Siamo in un periodo di profonda recessione economica e naturalmente non puà che farne le spese anche il turismo, che nel budget familiare è evidentemente un optional ma che per noi ischitani invece rappresenta l’unica fonte di sostentamento. In un momento del genere vengono costantemente evocate (per la verità accade da anni) parole come sinergia, sistema e similari, per auspicare una strategia unica ed unitaria non soltanto tra le amministrazioni comunali presenti sul territorio – capaci per la verità di fare ben poco, e questo è davanti agli occhi di tutti – quanto soprattutto tra gli operatori del settore, in primis naturalmente gli albergatori. Non è un caso che nello scorso fine settimana si siano svolti proprio ad Ischia due interessanti convegni con al centro il turismo e, volendo sintetizzare al massimo il concetto, la necessità di decidere quale futuro, strada ed indirizzo debba prendere il territorio dal punto di vista ricettivo. Ma la tanto auspicata unità di intenti, purtroppo, tarda ad arrivare e presumibilmente non ci sarà mai perché tra gli addetti ai lavori ci sono divergenze di vedute profonde, addirittura insanabili, che poi si riverberano anche in vere e proprie “contestazioni” pubbliche, perché tali sono quelle diffuse attraverso la moderna tecnologia, capace di veicolare un messaggio in poco tempo e finanche a migliaia di persone.

E così a rompere ancora una volta la quiete di fine inverno sull’isola, ed a riaprire una polemica e un botta e risposta a distanza che aveva vissuto già dei “turbolenti” precedenti, è ancora una volta l’albergatore Sandro Florenzo, titolare dell’Hotel Oriente ubicato nella centralissima zona di Ischia Porto. Ancora una volta l’imprenditore ha preso di mira la famiglia Di Meglio, proprietaria della Dimhotels, la holding alberghiera più grande (in termini di strutture e posti letto), presenti sull’isola d’Ischia. Un attacco pesante, uno sfogo in piena regola, utilizzando il suo profilo Facebook, e nel quale l’interessato mette letteralmente al bando la diplomazia: “Ho visto l’intervista di Teleischia a Salvatore Di Meglio – spiega – in cui diceva che i loro alberghi sono pieni per cui per il loro gruppo non c’è crisi. Mi permetto di dire a Salvatore che se Leonessa vendesse i posti letto che ha a trenta/ trentacinque euro in pensione completa incluse le bevande ai pasti avrebbe gli alberghi pieni tutto l’inverno, se Scaglione o La Caprese o Lambitelli vendessero le camice di 100 euro a 20 euro ne venderebbero centinaia al giorno, se io albergo Oriente tre stelle vendessi a 20 euro sarei pieno tutto l’inverno. Ma non lo facciamo perchè svenderemmo il prodotto Ischia, danneggeremo i nostri concorrenti e a lungo andare anche noi stessi. La strategia dei Di Meglio, secondo me, è un gioco al massacro che impoverisce l’isola, il turismo, svaluta il prodotto e ha causato danni enormi a tutta la categoria e all’isola e sarà difficile rimediare. Attila a confronto, sempre secondo me, era un dilettante”. Parole di fuoco che certamente non mancheranno di suscitare dibettito e polemiche, e forse anche la replica della più grande catena alberghiera dell’isola verde.

Che per la verità è arrivata in maniera pungente ma tutto sommato abbastanza “light” e senza un post ad hoc dedicato. Il responsabile commerciale della Dimhotels, Isidoro Di Meglio, ha infatti evitato di rispondere direttamente al suo interlocutore o meglio accusatore, ma nell’ambito dell’inevitabile discussione che si è creato sempre sul popolare social, dove i commenti si sono davvero sprecati aprendo un dibattito “chilometrico”, l’esponente della nota famiglia di albergatori si è limitato ad un commento tra le righe che equivale in ogni caso ad una punzecchiatura. Riprendendo infatti proprio quanto scritto da Sandro Florenzo, Isidoro Di Meglio risponde in maniera tanto pungente quanto telegrafica: “Sono dieci anni che la stessa persona esprime gli stessi concetti. Ora c’è una differenza: è convinto di essere diventato lui Scaglione o Lambitelli”. Che dire, certamente l’ironia non fa difetto. Ma forse sarebbe arrivata l’ora di sedersi attorno a un tavolo e chiarirsi una volta per tutte. Florenzo avrà presumibilmente le sue buone ragioni per esprimere le proprie doglianze, ma dall’altra parte della barricata – non va dimenticato – c’è un’azienda che col suo lavoro quotidiano contribuisce a garantire il sostentamento di cinquecento lavoratori e rispettive famiglie. Ed anche questo aspetto, ci permettiamo di osservare senza voler entrare troppo nel merito di cotanta polemica, è un aspetto che non può né deve essere sottaciuto. Cosa che, invece, accade troppo spesso.

 

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