Ristorante del Corso: pizza ad arte anche con il limone e indiscusso regno della Scottona
Nei miei freddi week end invernali, preso dalla curiosità e della
voglia di scoprire per poi raccontare a voi lettori, ho deciso di andare al
“Ristorante del Corso” a Casamicciola Terme
dove, oltre la particolarità e bellezza della location, ho cercato di capire
perché tutti decantano la loro pizza e la bontà della loro tenera carne.
Così sabato scorso ho capito che il momento era arrivato e, in compagnia di
alcuni amici, ho deciso di andare alla “Pizzeria del Corso”.
Eccomi dunque nel
locale. Accolto da tanta gentilezza.
Salta subito all’occhio la cucina a vista, il personale premuroso, lo stile
provenzale, un parco accogliente e i colori pastello. Prendo posto al tavolo
riservatomi assieme agli altri commensali, le aspettative di tutti sono
altissime.
Il menù è abbastanza ampio. Decidiamo di partire con degli sfizi e poi,
proiettarci sulla pizza e sulla carne.
Dopo pochi minuti, arrivano i crocchè di patate, le verdure miste e le cipolle
fritte; Il sapore ricorda quelli che fa anche la mia nonna, sono ben fritti,
caldi e non sono prodotti acquistati e congelati ma preparati da loro.
Intuisco che la partenza è buona. Insieme agli antipasti ci
portano una focaccia con semini di girasole, lino, sesamo e papavero, molto
saporita. Dopo questo gustoso start, iniziamo finalmente il nostro percorso
degustazione!
La prima proposta, è la classica pizza margherita con un fondo di
mozzarella di bufala, pomodoro riccio, basilico e con una leggera copertura di
olio extravergine di oliva.
Poi è il momento della pizza ‘torciuta con burrata’. E’ il trionfo della bontà, dove la protagonista è naturalmente la burrata stesa su una focaccia con scarola riccia, noci, olive di Gaeta, capperi di Pantelleria e uvetta passa. E’ una invenzione della signora Annamaria, una maestra elementare, habitué del ristorante che ha svelato questa antica ricetta.
E’ la volta della pizza ‘Sorriso’ con fior di latte, basilico, pomodoro San Marzano, grana padano stagionato 12 mesi e con cornicione ripieno di ricotta e qualche goccia di olio extra vergine di oliva.
Non possiamo non assaggiare anche un trancio di pizza ‘Sorrentina con bucce di limone e pancetta’. E’ una prelibatezza con fior di latte, ricotta di fuscella, fiori di zucca, pancetta campana e scaglie di limone. Un contrasto piacevolissimo.
Il ristorante ha voluto omaggiare anche la Calabria con la pizza ‘Calabrese’ con una leggera passata di pomodoro San Marzano, Nduja di Vibo Valentia, fior di latte, Grana 12 mesi, foglie di basilico e una ‘spruzzata’ di olio extra vergine di oliva. Sapore forte, deciso e soddisfacente.
Ma non possiamo andare via senza aver assaggiato la loro grande specialità? Sua maestà la Scottona bavarese con lunga frollatura cotta sull’osso in verticale alla griglia e servita in un piatto di ghisa caldo. Signori una prelibatezza: tenerissima, succulenta, eccellente. Degna delle migliori bracerie della Campania.
Al termine della degustazione decidiamo di provare i dolci della casa e ordiniamo un misto: cheescake, sbriciolata, nutellotto e tiramisù. Una meraviglia!
A fine cena non ci sentiamo affatto pieni… eppure abbiamo mangiato. I sapori riconoscibili, l’impasto leggero e lievitazione perfetta, hanno permesso una cena ad alta digeribilità.
Chiediamo il conto, circa 80 euro per quattro persone. E’ un prezzo indubbiamente in linea con la qualità della materia prima ma anche con la tipologia del locale.
Decido di fare due chiacchiere con il manager del ristorante, Luca Testa, per avere una sensazione più ravvicinata del lavoro e dell’arte che stanno dietro a questo piccolo luogo ischitano.
Subito si crea una piacevole conversazione, ci mette a nostro agio e, senza neanche chiederlo, ci permette un tour in cucina e ci presenta lo chef, pizzaiolo e l’intera brigata.
E’ da oltre 25 anni anni che Luca, insieme alla
sorella Conny (che da alcuni anni ha deciso di lasciare il ristorante per
affiancare il marito Marcello Bondavalli in un’altra avventura) e alla sua
dolce metà Monica, ha creato il ristorante Del Corso. Anni di esperienza ed
impegno per un prodotto che voleva accontentasse il cliente ma che allo stesso tempo
fosse attento ai temi del benessere, della digeribilità e salute.
La sua è dunque innanzitutto una ricerca dei prodotti migliori e di impasto
fatto a regola d’arte. Ed ecco allora le giornate trascorse fra ricerche
nutrizionali, incontri, ingredienti antichi riportati in auge.
Il suo ristorante parla della sua vita, dei suoi successi. La farina utilizzata è la Caputo di grano tenero, ci fa vedere i sacchi. E’ scritto “Farine di alta qualità tipologia 1”, una selezione fra i molini migliori e una conseguente lievitazione a partire dalle 12 ore.
“E’ una farina che abbiamo iniziato ad utilizzare da pochi mesi. La pizza è molto più leggera grazie alla farina e al nuovo impasto”, spiega Luca Testa.
La carne è quella buona, quella di una volta, ben frollata e anche qui la materia prima trionfa.
Luca, devo dire, non ne sbaglia una, frutto della sua continua attenzione al cliente e all’alta qualità, a una ricerca instancabile. Percorre in lungo e in largo la provincia e la regione alla ricerca del prodotto migliore. Solare, allegro, sereno trasporta tutte queste caratteristiche nel suo locale, al suo personale e anche ai suoi ospiti.
Risultato? Una esperienza completa, divertente, di alta qualità resa gradevole da un servizio attento e professionale. Ci fermiamo qui, con la sensazione di aver provato delle piacevoli prelibatezze facendoci una viaggio nella migliore tradizione della pizza napoletana e della migliore carne sul mercato, lasciandoci la bella sensazione di gusti un po’ diversi e proposte innovative.