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L’isola celebra San Michele Arcangelo, patrono e protettore di Procida

Di Guglielmo Taliercio

PROCIDA – L’isola di Procida, per la sua particolare posizione geografica, nel corso dei secoli XV e XVI, subì numerose incursioni e distruzioni da parte dei saraceni. Nel 1535, un avvenimento segnò profondamente l’Abbazia e la vita dell’intera popolazione di Procida: il feroce pirata Barbarossa con una flotta impressionante giunse nelle acque di Procida e assediò tutti gli isolani, stretti nelle cinta di “Terra Murata” e……

“(..) quando essi a momenti temevano di cadere nelle mani barbare, ecco il celeste Principe sceso dal cielo in loro aiuto, fé vedere tutta la Terra Murata talmente cinta di fuoco, e vibrare fulmini e saette, che il Barbaro Corsale fu costretto non già salpare, ma rompere le gomene, e fuggire spaventato, e forse ripetendo “terribilis est locus iste“(N. Ricci).

San Michele, da quel momento, divenne il patrono e protettore dell’isola. I procidani, per devozione e ringraziamento, fecero realizzare nel 1727 la splendida statua, in argento e oro, alla quale donarono preziosissimi oggetti devozionali, gli ex-voto quali la spada, lo scudo, la bilancia, il cimiero con 9 piume e tanti altri.

San Michele viene festeggiato due volte all’anno: l’8 maggio, giorno del miracolo, e il 29 settembre.

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Il programma dei festeggiamenti “Memoria di S. Michele Arcangelo” prevede:

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Lunedì 7 Maggio: Vigilia della Memoria – ore 18,00: Adorazione Eucaristica;

Martedì 8 Maggio: Memoria – SS. Messe: ore 08,00 – 10,30 – 19,00 (M. Corricella); ore 11,30 Piccola processione penitenziale dall’Abbazia alla Corricella dove l’icona dell’Arcangelo sosterà in piazzetta Massimo Troisi fino alla sera. Ore 20,00: Processione di ritorno da Corricella all’Abbazia secondo tradizione con il clero e le congreghe.

A spiegare il perché l’Arcangelo sosterà alla Marina dei Pescatori è lo stesso curato Mons. Michele Del Prete che in un messaggio scrive: “Da secoli questa bella contrada ha avuto un rapporto privilegiato devozionale verso l’Arcangelo. La maggior parte dei doni fatti al Santo e tra questi la campana maggiore, sono testimonianza dei pescatori di questo borgo. Ancora oggi, come secoli fa, testimoniano la loro gioia con fuochi di artificio e sirene dei pescherecci.

Rendo grazia a Dio per la venerazione al Santo presente ancora in questo borgo, mentre è offuscata nel resto dell’isola, come gridava il mio predecessore.

Un grazie a tutti i ristoratori disponibili verso questa manifestazione, accolta con rispetto e gioia.

Dio benedica tutti voi e coloro che collaborano per l’isola più bella, accogliente e di ottima cucina procidana, regalando così una splendida immagine di Procida”.

 

 

 

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