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Rito abbreviato per il vigile accusato di peculato

Di Francesco Ferrandino

ISCHIA.  Si terrà il prossimo 28 gennaio  l’udienza in cui verrà discusso, col giudizio abbreviato, il caso del Maresciallo Michele Costagliola Di Fiore, componente del Corpo di Polizia Municipale del Comune di Ischia, accusato di aver sottratto oltre 87.000 euro alle casse comunali, più precisamente dagli introiti ricavati grazie alle sanzioni inflitte per infrazioni al Codice della Strada. Viene così “anticipato” il Pubblico Ministero, che aveva richiesto il giudizio immediato ritenendo sussistente, ex art. 453 del codice di procedura penale, l’evidenza della prova, giudizio che avrebbe dovuto avere luogo il 4 febbraio. La difesa, sostenuta dall’avv. Immacolata Capuano, tuttavia ha chiesto e ottenuto che il procedimento venga deciso col rito abbreviato in modo da definire il processo allo stato degli atti, nell’udienza fissata per giovedì 28 dal Giudice delle Indagini Preliminari, Maria Gabriella Pepe. La richiesta mira con tutta probabilità a ottenere la riduzione della pena (pari a un terzo, secondo la legge), stante la sostanziale ammissione di responsabilità per il grave ammanco causato all’ente, che l’imputato ha espresso durante l’interrogatorio di garanzia dello scorso 1 dicembre. In quell’occasione il Maresciallo Di Fiore, da tempo sofferente di un’accentuata forma di “ludopatia”, disturbo comportamentale che porta a una dipendenza dal gioco paragonabile per diversi aspetti alla tossicodipendenza, illustrò le crescenti difficoltà, economiche e personali, in cui è precipitato, che lo hanno portato a non poter più far fronte nemmeno alle normali necessità di vita, dimostrando di non avere compiuta contezza delle dimensioni della cifra totale sottratta al Comune negli ultimi cinque anni, e dicendosi stupito che la somma ammontasse addirittura a quasi novantamila euro. Viste le sue condizioni economiche (stipendio prosciugato dai tanti debiti e in parte pignorato) e in considerazione della particolare situazione psichica sofferta dall’indagato oltre che del fatto che egli vive da solo, senza l’ausilio di familiari o conviventi, il Gip aveva disposto gli arresti domiciliari, ma al contempo stabilendo che il sottufficiale potesse comunque lasciare quotidianamente l’abitazione tra le ore 10:00 e le 12:00, per provvedere alle proprie esigenze. L’indagato aveva spiegato al giudice di essere già da alcuni mesi in cura per disintossicarsi da tale nociva dipendenza dal gioco, circostanza che indusse il magistrato a stabilire che ogni venerdì il pubblico ufficiale avrebbe potuto recarsi dalle ore 6:00 alle 16:00 a Grumo Nevano per frequentare un corso di riabilitazione. La misura degli arresti domiciliari è stata poi confermata dal Tribunale del Riesame lo scorso 16 dicembre, che ha ritenuto ancora sussistente il pericolo di reiterazione del reato oltre che d’inquinamento probatorio. Una vicenda che deflagrò la scorsa estate, quando una serie di accertamenti amministrativi permise di rilevare un ammanco di oltre 4500 euro sul totale delle somme ottenute dalle riscossioni delle contravvenzioni nel corso del 2015. La scoperta provocò l’immediata sospensione del maresciallo, che fu collocato in ferie, mentre ai controlli della commissione di disciplina si aggiunsero le indagini della Procura (a cui era stata indirizzata formale denuncia). Il Pubblico Ministero Alfonso D’Avino coordinò i relativi accertamenti che permisero di stabilire che le somme sottratte dal Costagliola Di Fiore non si limitavano ai pagamenti dell’anno in corso, ma si estendevano anche a diversi anni precedenti. Complessivamente, nel quinquennio 2011-2015, le indagini hanno accertato che  Costagliola si era appropriato della somma totale di euro 87.245,68. Da quanto emerso si evince l’esistenza di una sorta di “progressività” da parte del Maresciallo nel “distrarre” le somme raccolte con l’attività di vigilanza stradale. Nel primo anno, infatti, sembra che sui 42.745,62 euro che andavano destinati alle casse comunali, il pubblico ufficiale abbia “trattenuto” indebitamente la somma di 8.649,36 euro, mentre nel corso del 2012, su un incasso vicino ai 50mila euro, il Vigile si sarebbe appropriato di quasi 20mila euro. La stessa somma veniva sottratta anche per l’anno successivo, mentre l’apice fu raggiunto nel 2014 quando, secondo la Procura, su oltre 91mila euro incassati dalle contravvenzioni, il Maresciallo si sarebbe impadronito di oltre 35mila euro. Una preoccupante escalation, bloccata soltanto dai controlli intervenuti quest’anno. Gli indizi di colpevolezza a carico dell’esponente della polizia municipale di Ischia erano immediatamente apparsi gravi e numerosi, inducendo gli inquirenti a richiedere gli arresti domiciliari, che il GIP accoglieva, vista la costatata reiterazione della condotta per vari anni. Circostanza che concorreva a far ritenere inapplicabile il beneficio della sospensione della pena. Come emerso nell’interrogatorio di garanzia, l’esponente dei Vigili Urbani aveva speso al gioco d’azzardo le somme sottratte.

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