RITRATTI D’Abundo e Gelormini, interessi e intrecci con Ischia

Due personaggi, due ritratti, due storie diverse ma non agli antipodi. Anzi, che per motivi professionali si intrecciano. Nicola D’Abundo dell’isola d’Ischia è originario, Gelormini è un partenopeo doc ma con l’isola verde è in ogni caso legato a filo doppio. Ma andiamo con ordine. D’Abundo, dicevamo. La sua è una storia di mare, di un imprenditore che negli anni d’oro è in società con la famiglia Lauro: poi le strade si dividono, l’ex senatore prende la flotta di aliscafi, lui i traghetti. Poi cedere il passo al figlio Emanuele, tuttora al timone della Medmar. Nicola D’Abundo acquistò l’ala del Castello Aragonese – che fu al centro di un lungo contenzioso che vide anche l’intervento a “gamba tesa” della Sovrintendenza e della magistratura dalla società denominata Castello spa. In quell’ala del maniero il progetto è che dovessero sorgere appartamenti da mettere in vendita, progetto – inutile dirlo – miseramente naufragato. Anche perché, raccontavano i rumors dell’epoca, una serie di immaginabili vincoli su un bene protetto avrebbero richiesto investimenti massicci per riuscire nell’impresa senza alterare lo stato dei luoghi. La definirono missione impossibile, e tale si è rivelata.
Alessandro Gelormini, in ogni caso, è un personaggio in ogni caso molto legato a Ischia. E’ presidente del CO.TRA.SIR, il consorzio che si occupa del trasferimento con navi traghetto dei rifiuti isolani in terraferma. Un consorzio, giusto per aprire una parentesi, finito nell’occhio del ciclone a Ischia perché – dopo la fusione tra alcune società e il ritorno a una forma di gestione monopolistica del servizio – di punto in bianco ha finito per raddoppiare le tariffe a tratta applicate alle società che gestiscono il servizio di nettezza urbana. E poi ci sono i rapporti con la stessa Medmar, con il gruppo Lauro, e con la holding dei De Siano che sull’isola gestiscono cinque alberghi e ben nove supermercati. Insomma, non proprio un professionista che passava inosservato.