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Ritratto di una truffatrice, ecco chi è la russa arrestata ai Maronti

I particolari della vicenda in cui è implicata la 58enne che gli agenti del Commissariato di Ischia hanno bloccato due giorni fa in un albergo isolano

Emergono ulteriori particolari circa la vicenda che riguarda Liia Muradova, la 58enne russa arrestata due giorni fa in un albergo ai Maronti dagli agenti del commissariato di polizia di Ischia, guidati dal vicequestore Ciro Re, su mandato di arresto internazionale spiccato il 19 novembre scorso. La donna risulta coinvolta nell’inchiesta che ha determinato il mandato di arresto per un’altra cittadina russa, Elena Loss, di professione revisore dei conti che di recente aveva acquistato le Terme di Chianciano.

Entrambe sono accusate di truffa in relazione all’acquisizione della società Pharmaservice, che commercializza probiotici attraverso diversi noti marchi. Società che a sua volta risulta essere di proprietà della Probiofarm, dove la Muradova rivestiva il ruolo di direttore generale con una partecipazione del 35%. La Loss sarebbe riuscita a prendere il completo controllo delle due società con l’aiuto della Muradova e di un altro dirigente, per poi ottenere una falsa perizia con cui i beni della società sono stati valutati quasi cinque milioni di euro rispetto a un valore effettivo di soli 7mila euro. Ottenuto il consenso della Muradova, le azioni sarebbero state vendute trasferendo la proprietà della società all’insaputa degli altri due soci fondatori. Un altro capo d’accusa è relativo all’acquisto di strumentazioni per un valore di quasi 5mila euro, che invece sarebbe stati indicati in quasi 90mila euro. Per entrambe le donne era così scattato il mandato di arresto. L’imprenditrice aveva già acquistato in Italia il Parco Terme di Sant’Elena per 6 milioni di euro allo scopo di costruire un albergo dotato di numerose infrastrutture termali. Dunque, una serie di stratagemmi ed utilizzando società di comodo per sottrarre una serie di fondi, prevalentemente utilizzando il sistema di applicare costi palesemente gonfiati, stavano dietro l’arresto che ha portato l’isola d’Ischia alla ribalta mediatica per l’arresto della donna, per la quale si era mobilitata anche l’Interpol. La Muradova deve scontare dieci anni di reclusione dopo una condanna che le era stata inflitta nel suo paese, dal quale si era poi allontanata nel luglio dello scorso anno per evitare di finire dietro le sbarre ed acquisendo di fatto lo status di latitante.

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