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Terzo condono, il monito di Coppola: «Definire non significa approvare

ISCHIA. «Mi chiedo: cosa significa in italiano la parola ‘definire’? Da questo dobbiamo partire per capire il ‘Decreto Ischia’ ed in particolare l’articolo 25 ovvero quello relativo al terzo condono». A dirlo, aprendo ponendo una riflessione attenta e seria sul decreto, Alberto Coppola, docente di Legislazione dei Beni Culturali presso la Facoltà di Architettura dell’Università Federico II di Napoli. Con questa premessa, leggiamo con il docente, in passato ad un passo dall’ingresso nella Giunta di Roma Capitale guidata dalla sindaca Virginia Raggi, come assessore all’urbanistica, il testo del decreto che lunedì sarà pubblicato in Gazzetta Ufficiale.

Professore, ci dica? 

«Prima di commentare, penso che sia necessario leggere. L’articolo 25 del decreto dice testualmente i ‘Comuni (riferito a quelli di Casamicciola, Lacco Ameno e Forio, ovvero quelli colpiti dal terremoto), definiscono le istanze di condono relative agli immobili distrutti o danneggiati dal sisma del 21 agosto 2017’. Ma la parola ‘definiscono’ che significa? Definiscono non significa che i Comuni devono approvare». 

Ma allora è tutto un equivoco? 

«Bisogna fare un’operazione verità. Io non vedo nel testo del decreto una modifica alla legge relativa al terzo condono. Ciò significa che la legge statale numero 326 del 2003 al articolo 32 comma 27 di fatto esclude l’isola di Ischia dal terzo condono in quanto dice che “..le opere abusive non sono comunque suscettibili di sanatoria, qualora…siano state realizzate su immobili soggetti a vincoli imposti sulla base di leggi statali e regionali a tutela degli interessi idrogeologici e delle falde acquifere, dei beni ambientali e paesistici, nonché dei parchi e delle aree protette nazionali”. La Legge sul terzo condono non può essere applicata sull’isola di Ischia e questo decreto non modifica la legge. Quindi resta non applicabile». 

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Ma con questo decreto il terzo condono può essere definito finalmente sull’isola? 

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«Definito sì. Ma definito, ripeto, non significa approvare. In questo caso definire significa bocciare. In pratica ciò che non è successo negli ultimi anni dovrà accadere in sei mesi. È stato previsto, infatti, un termine, anche se non è perentorio, entro il quale bisogna definire le pratiche di condono. Se proprio vogliamo dire che questo decreto interviene sul terzo condono, sì lo fa, bocciando le pratiche sospese da anni».  

E quindi cosa succederà? 

«Dopo il rigetto delle pratiche di condono c’è la conseguente ordinanza di demolizione obbligatoria di questi immobili abusivi. Ho il dovere della verità, non devo illudere nessuno. Se il testo è questo, non c’è scritto da nessun parte che vengono approvati i condoni. Ripeto ancora una volta definire significa decidere non approvare. Piuttosto farei io una domanda agli amministratori locali». 

Quale?  

«Confrontatevi con i vostri tecnici comunali e chiedete loro se con questo testo (qualora dovesse essere convertito in legge così com’è al momento) sarebbero pronti ad approvare le richieste di condono. Io credo di no. Mi permetta di dire un’altra cosa». 

Prego.           

Francesco Pagano

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