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Lacco, i lavori fognari e quelle domande senza risposta

Di Francesco Ferrandino

LACCO AMENO. I lavori di ristrutturazione fognaria hanno caratterizzato la stagione invernale del paese del Fungo, costituendo uno dei motivi di maggior attrito politico tra l’amministrazione Pascale e la minoranza consiliare, oltre a lasciare sul campo una serie di interrogativi. O meglio, di interrogazioni, come quelle che l’opposizione a più riprese ha ufficialmente rivolto alla maggioranza, spesso senza ottenere risposte conclusive. «Il tratto caratterizzante di questa amministrazione – dichiara Carmine Monti – è la totale mancanza di chiarezza. Non so se essa sia il prodotto di malafede oppure di incompetenza». Parole durissime, quelle di Monti. Come si ricorderà, ai primi di ottobre l’amministrazione decise di provare a realizzare la complessa opera pubblica per avvalersi dei fondi europei di sviluppo previsti dal piano operativo regionale. Quasi due milioni e mezzo per rifare la rete fognaria del paese. L’ostacolo principale erano i tempi ristretti: si trattava di dare il via a lavori pianificati per essere portati a termine nello spazio di undici mesi, ma la scadenza del 31 dicembre imponeva la rendicontazione del finanziamento dopo soli novanta giorni, senza proroghe (non previsti dai fondi europei). Anche l’autorità anticorruzione di Cantone si interessò della vicenda, esprimendo riserve persino sulla procedura di aggiudicazione dell’appalto. L’arrivo di rassicurazioni da parte del Governatore della Regione, De Luca, sembrava aver fugato i timori circa il mancato rispetto dei termini: a tutt’oggi infatti i cantieri restano aperti per l’ultimazione delle due vasche poste rispettivamente al centro del paese e nella piazza Girardi del Capitello. Tuttavia, i dubbi circa l’effettivo saldo del finanziamento restano ancora in piedi, e proprio su questo punto i quattro consiglieri d’opposizione, l’ex sindaco Carmine Monti, Aurelio De Luise, Giovanni De Siano e Antonio D’Orio, il 19 febbraio scorso avevano presentato un’interrogazione alla responsabile del servizio finanziario, Dott.ssa Maria Mugione, per sapere se era stata predisposta la creazione di un conto apposito, come previsto dalla normativa, per l’accredito dei fondi europei di sviluppo Por-Fesr 2007/2013, chiedendo contestualmente copia dei mandati di pagamento effettuati alle ditte e ai tecnici operanti nell’ambito del progetto di potenziamento e adeguamento del sistema fognario. Soprattutto, l’opposizione aveva anche chiesto se tali pagamenti erano stati effettuati con l’anticipazione di tesoreria approvata con delibera di giunta lo scorso 29 dicembre. Un particolare non di poco conto perché avrebbe significato che, in attesa dell’arrivo dei sospirati fondi europei, i lavori o parte di essi sarebbero stati pagati dalle casse del Comune, che da un anno e mezzo sono ufficialmente in dissesto. L’interrogazione lanciata dalla minoranza rimase senza alcuna risposta, inducendo i consiglieri d’opposizione a inviare il 7 aprile una diffida alla Dott.ssa Mugione. Dopo un altro mese di attesa, pochi giorni fa è arrivata la risposta, nella quale si fa presente che  «il conto dedicato presso il quale verrà incassato il finanziamento regionale per la realizzazione del sistema fognario è il conto corrente di tesoreria comunale acceso presso la Banca d’Italia», mentre per quanto riguarda i fondi utilizzati per il pagamento dell’acconto di dicembre, il documento afferma che «sono stati utilizzati fondi di cassa comunali, disponibili alla data del pagamento, al fine di evitare problemi sulla rendicontazione delle opere realizzate entro il 2015». In pratica, secondo l’ex sindaco Monti, «si tratta di una non-risposta, che conferma la cifra dominante dello stile tenuto dall’amministrazione Pascale. I lavori sono andati avanti coi soldi dei lacchesi, e tuttora non abbiamo alcuna garanzia che i fondi Fesr giungano realmente in soccorso, visto lo sforamento del termine tassativo di conclusione dei lavori, peraltro largamente prevedibile sin dall’apertura dei cantieri». Cantieri che già lo scorso dicembre registrarono un’anomalia: vennero infatti riscontrati nei pressi dell’Istituto scolastico Principe di Piemonte alcuni scarichi di acqua ad altissima temperatura che finivano nelle condotte fognarie. In quell’occasione, il responsabile dell’Ufficio tecnico ing. Grasso, e il direttore dei lavori inviarono una nota al sindaco Pascale e al segretario comunale per informarli della scoperta, oltre che del fatto che “le elevate temperature di scarico oltre a comportare la risalita di cattivi odori e quindi una problematica di tipo igienico sanitario, potrebbero compromettere le caratteristiche meccaniche delle condotte apportando danni ai rivestimenti interni nonché delle apparecchiature elettromeccaniche poste a valle». Una situazione più volte segnalata, senza che però venissero presi i provvedimenti dovuti, che indusse i due responsabili a provvedere alla chiusura degli scarichi abusivi ma anche a declinare «ogni responsabilità per la riduzione drastica della vita delle tubazioni e delle attrezzature elettromeccaniche». Una dichiarazione grave, in relazione alla quale Carmine Monti e Giovanni De Siano poco più di un mese fa hanno inoltrato al sindaco una richiesta su quali provvedimenti siano stati intrapresi dall’amministrazione per la risoluzione delle problematiche evidenziate dai due tecnici. Finora, la domanda non ha avuto alcuna risposta, come senza risposta è rimasta anche l’interrogazione dello scorso 11 aprile, dove i quattro consiglieri di minoranza hanno richiesto al sindaco Pascale una copia del contratto firmato dalla ditta ICI srl con il Comune di Lacco Ameno, per verificare i tempi di consegna dei lavori, ma anche di conoscere il criterio di priorità con cui le opere vengono portate  avanti, perché sembrerebbe che «si lavori più alacremente in alcuni settori (nelle vicinanze delle attività di qualche consigliere di maggioranza) piuttosto che in altri».

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