POLITICAPRIMO PIANO

Roberta, Enzo, Giosi e Gianluca: le “picconate” di Luigi Boccanfuso

L’ex vicesindaco, e padre dell’attuale assessore del Comune d’Ischia, in una lunga intervista a Il Golfo difende l’operato della congiunta e spara a zero. Come al solito, senza peli sulla lingua

Partiamo dall’inizio, ossia dalle deleghe rimesse dall’assessore Roberta Boccanfuso. Senza girarci troppo intorno, sono un atto di condanna dell’operato di un’amministrazione comunale e del sindaco Enzo Ferrandino.

«Aspetta, diciamo le cose come stanno, altrimenti rischiamo di partire col piede sbagliato».

Prego.

«L’oggetto del testo scritto e successivamente protocollato da Roberta non è “dimissioni” né tantomeno “restituzione deleghe” ma “relazione e bilancio” dopo un anno di assessorato. Capirai che è cosa ben diversa, non solo. Siamo davanti a un gesto di grande responsabilità che come padre mi può solo inorgoglire. Mi rendo conto che in un contesto politicamente appiattito può apparire come un gesto forte, ma se riflettiamo sul contenuto ci rendiamo conto che piuttosto che essere letto in chiave politica deve essere letto in chiave amministrativa».

Per essere più chiaro?

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«L’oggetto del testo scritto e successivamente protocollato da Roberta non è “dimissioni” né tantomeno “restituzione deleghe” ma “relazione e bilancio” dopo un anno di assessorato. Capirai che è cosa ben diversa, non solo. Siamo davanti a un gesto di grande responsabilità che come padre mi può solo inorgoglire»

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«Intendo dire che si è voluto rappresentare il disagio di non poter incidere in alcune materie delegate, quindi tanto vale restituirle al mittente. Credo che non si possa essere più chiari di così…».

Perdonami, visto il gesto clamoroso non sarebbe stato più opportuno rassegnare le proprie dimissioni? Rinunciare alle deleghe ma conservare la poltrona potrebbe apparire una soluzione di comodo…

«Ma quale poltrona di Egitto? Fare l’assessore è una grande responsabilità e ti espone anche a rischi patrimoniali come la scure della Corte dei Conti. Mia figlia non mangia pane e politica ma pane e lavoro perché da sola porta avanti un’azienda ed ai tempi d’oggi non è cosa semplice, ma per rispondere compiutamente alla tua domanda ti preciso che non si è dimessa da assessore sia per rispetto verso l’area politica che l’ha espressa sia perché mi risulta che è molto impegnata nel settore delle politiche sociali dove se vuoi provare a fare bene devi lavorare molto sodo e sacrificare molto tempo».

Cosa rispondi a chi sostiene che dietro Roberta ci sia ben più dell’ombra del padre?

«Rispondo che il problema non è quello di stabilire se c’è o meno l’ombra del padre, ma che cosa ha insegnato il padre ai propri figli. Evidentemente se un padre insegna ai propri figli il valore del lavoro, della dignità umana e della rettitudine non c’è “ombra” migliore per ripararsi dalle scottature…».

Che cosa non ha funzionato in questi primi due anni di amministrazione Ferrandino?

«Poco consenso per Giosi alle europee sull’isola? Credo che sia dipeso dalla circostanza che in tanti hanno capito che a  Ferrandino interessa solo la sua carriera politica e non gliene frega assolutamente nulla del territorio»

«Credo che la risposta più compiuta a questa domanda l’abbia data nei giorni scorsi da questa stessa testata, il segretario del PD di Ischia, Lello Pilato, che ringrazio pubblicamente per le parole di stima e di elogio che ha espresso nei confronti di Roberta Boccanfuso. Quindi la mia valutazione nei confronti del sindaco Enzo Ferrandino e del suo stile amministrativo coincide perfettamente con quella espressa dal segretario locale del PD che a differenza mia è stato un grande elettore di Enzo Ferrandino e per questo il suo giudizio ha una valenza politica molto superiore a quella del sottoscritto».

Ha fatto molto discutere la vicenda e la protesta dei tassisti. Come commenti le sue evoluzioni e soprattutto il recente epilogo?

«Mi fa molto piacere che alla fine si è giunti ad una tregua anche se il danno all’immagine del sistema turistico di Ischia non si può cancellare. Pur non volendo entrare nello specifico della diatriba, avverto il bisogno di sottolineare che la materia del trasporto pubblico non di linea (e quindi mi riferisco a taxi e NCC) è molto complessa ed insidiosa al punto tale che andrebbe regolamentata ed innovata, a bocce ferme, durante il periodo invernale piuttosto che farsi piovere addosso in piena stagione turistica. Credo che questo sia stato un grave errore, la verità è che un problema è stato sottovalutato se non ignorato ed affrontato quando ormai la stagione aveva già preso abbondantemente il via».

Giosi Ferrandino è stato rieletto al Parlamento Europeo, eppure come nel 2014 la risposta in termini di consensi sull’isola è stata tiepida. Secondo te perché?

«Credo che sia dipeso dalla circostanza che in tanti hanno capito che a Giosi Ferrandino interessa solo la sua carriera politica e non gliene frega assolutamente nulla del territorio».

Domenico De Siano si è dimesso, Boccanfuso ha la figlia in giunta, Antonio Mazzella è passato in maggioranza. Perché quel progetto legato alla candidatura a sindaco di Gianluca Trani nel 2017 si è dissolto?

«Perché l’unico comune denominatore di quel progetto politico fu la necessità di non confondersi con la linea politica di Giosi Ferrandino. Tra i vari gruppi non c’era vera coesione. Inoltre non posso fare a meno di sottolineare che l’allora candidato sindaco Gianluca Trani, sia durante la campagna elettorale che dopo, ha commesso molti errori al punto tale da perdere la fiducia degli alleati. La spiegazione sta tutta qui».

A proposito di Gianluca, ti aspettavi il sostegno a Giosi Ferrandino alle europee? E secondo te, questo è foriero di un ritorno tra le fila della maggioranza? E ancora, senza falsa diplomazia, cosa può esserci dietro quest’accordo?

Perché la coalizione che candidò Trani si è dissolta? L’unico comune denominatore di quel progetto politico fu la necessità di non confondersi con la linea politica di Giosi Ferrandino. Tra i vari gruppi non c’era vera coesione. E poi Gianluca, sia durante la campagna elettorale che dopo, ha commesso molti errori al punto tale da perdere la fiducia degli alleati»

«Ho maturato una certa esperienza, credo di avere le spalle talmente larghe da poter affermare che onestamente non mi stupisco più di nulla. La verità è che Gianluca era a corto di visibilità politica e quando ha saputo che Giosi Ferrandino godeva in tutto il collegio del sostegno di una corrente forte del PD, ha pensato di salire sul carro di un probabile vincitore per tentare di rimanere a galla».

Una parentesi sulla questione traffico, che per curriculum e dna ti è sempre particolarmente cara. Il tema della mobilità è sempre attuale, pensi che la sensibilità della gente sia cambiata. E ti convincono le mosse di sindaco e amministrazione?

«Sicuramente dalla chiusura di Ischia Ponte (di cui io fui il precursore, giusto per ricordarlo a chi ha memoria corta, parliamo infatti del 1998) in poi, la sensibilità delle persone sul tema è molto migliorata, ma c’è ancora tanto da fare. Basti pensare che nel Comune d’Ischia ci sono oltre 3.500 permessi per entrare nelle zone a traffico limitato. Un numero spaventoso, questo è assurdo, ma fino a quando su ogni argomento si privilegia la clientela politica, non si raggiungeranno mai risultati seri. E assisteremo, inesorabilmente, a mere operazioni di facciata».

Bici elettriche e altri strumenti nelle ZTL, è stata varata un’ordinanza davvero di difficile interpretazione. Come la valuti?

«Usando il metodo di valutazione del compianto professore Tommaso Pacifico, da uno a dieci la valuto zero meno meno: e non credo sia il caso di aggiungere altro. Anzi, un’altra chiosa mi sia consentita: gli stessi agenti della polizia locale non sanno come attuarla e si limitano a rivolgere inviti verbali a chi infrange la segnaletica verticale. Trovo gravissimo che chi l’ha sottoscritta ed eventualmente chi l’ha ispirata, si ostinano a tenerla in vita piuttosto che correggerla ed integrarla. Alle volte, saper fare marcia indietro è una virtù e indice di senso di responsabilità».

Cosa può e deve realmente fare quest’amministrazione per invertire la tendenza?

«Su questo tema, sono sincero, non posso che dichiararmi estremamente pessimista. Per cambiare approccio alla cosa pubblica, la spinta dovrebbe arrivare dalla società civile ed in particolare dalle numerose categorie che insistono sul territorio che però, fatta eccezione per qualcuna, sono abbastanza evanescenti. Per fare un esempio pratico ti dico che in una società emancipata e attenta, a fronte del disastro in corso d’opera a Piazza degli Eroi (che come se non bastasse si sta perpetrando in piena stagione turistica), sarebbe scoppiata una rivoluzione sulla falsariga dei gilet gialli francesi, invece qui nessuno sembra indignarsi e questo oltre a danneggiare il territorio, non aiuta a condizionare e migliorare la classe dirigente».

Chiudiamo da dove avevamo cominciato. In che cosa Roberta Boccanfuso somiglia al padre, anche politicamente, ed in che cosa è invece completamente diversa?

«Sono certo che come me, mangi pane e lavoro piuttosto che pane e politica. È perfettamente cosciente che le manca la mia esperienza e che per questo spesso viene prevaricata. In quanto a carattere mi pare che i fatti dimostrino che il DNA non ha tradito. Infine non dobbiamo dimenticarci che l’assessore non ha alcun peso politico, soprattutto dopo l’era di Giosi Ferrandino che ha sempre speculato sulla buona fede degli alleati inducendoli a dimettersi da consiglieri per nominarli assessori al solo fine di indebolirli ed ingannarli. Questo è il motivo per il quale sono convinto che lui sia stato un pessimo affare per lo sviluppo del paese e per la formazione di una buona classe dirigente».

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