CRONACA

Roberta Vannini: No alla regionalizzazione della scuola

Per il Segretario generale della Uil Campania le scuole del sud rischiano un drammatico taglio di risorse e di diventare scuole di serie B

La UIL Scuola Rua ha aderito alla raccolta di firme per la PROPOSTA DI LEGGE COSTITUZIONALE DI INIZIATIVA POPOLARE che prevede la “Modifica dell’articolo 116 comma 3 della Costituzione, concernente il riconoscimento alle Regioni di forme e condizioni particolari di autonomia, e dell’art. 117, commi 1, 2 e 3, con l’introduzione di una clausola di supremazia della legge statale, e lo spostamento di alcune materie di potestà legislativa concorrente alla potestà legislativa esclusiva dello Stato”.

La Uil Scuola è contraria al disegno di “autonomia differenziata”, inizialmente avanzato dalle regioni Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna e rilanciato dall’attuale maggioranza di governo. Tale progetto, invece di consolidare il carattere unitario e nazionale del sistema pubblico di istruzione, rafforzando la capacità di risposta dello Stato, di cui si è avvertita l’estrema necessità durante la pandemia e la recente crisi energetica causata dalla guerra, ripropone un’ulteriore frammentazione degli interventi indebolendo l’unità del Paese. A giudizio della UIL Scuola Rua è concreto il rischio di aumentare le disuguaglianze senza garantire la tutela dei diritti per tutti i cittadini e ampliando, a dismisura, i divari territoriali, soprattutto quelli geografici.

«La regionalizzazione – sottolinea Roberta Vannini, Segretario regione Campania Uil Scuola Rua – è una proposta incostituzionale che mira a differenziare classi di dipendenti dello Stato e diversificare la spesa sulla scuola. La scuola pubblica statale deve essere unica, accessibile e di qualità su tutto il territorio nazionale senza differenze tra regioni. Il lavoro degli insegnanti, dei dirigenti e di tutto il personale della scuola ha lo stesso valore su tutto il territorio nazionale e tutti gli studenti che risiedono e sono cittadini del Paese hanno pari diritto ad accedere alle stesse proposte di istruzione nel territorio in cui vivono. Lo Stato, ha il dovere di fornire la stessa offerta formativa e di istruzione a tutti i cittadini sul territorio nazionale senza alcuna eccezione. A fare le spese di un provvedimento del genere sarebbe anzitutto la scuola meridionale. Le scuole del sud rischiano un drammatico taglio di risorse e di diventare scuole di serie B».

Le firme possono essere raccolte facilmente anche in modalità telematica attraverso lo Spid collegandosi a http://www.coordinamentodemocraziacostituzionale.it.

«Serve l’aiuto di tutti per raggiungere 60 000 firme», conclude Roberta Vannini

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