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Spaccio di droga, per Iacono il giorno della verità

Si è svolta ieri l’udienza dinanzi al Tribunale del Riesame per la discussione del ricorso inoltrato dalla difesa di Giuseppe Iacono. Come si ricorderà, l’isolano era stato tratto in arresto lo scorso venerdì 29 dicembre insieme a Mirko Ianuario, Giuseppe Caliendo, Roberto Pipolo e Ludovica Florenzo dagli agenti del commissariato di polizia di Ischia, con l’accusa di detenzione al fine di spaccio di sostanze stupefacenti. Iacono era difeso dall’avvocato Giuseppe Di Meglio. Il penalista ha predisposto la linea difensiva puntando soprattutto sull’assenza di esigenze cautelari, per due ordini di motivi. Innanzitutto perché Iacono avrebbe rifiutato la partecipazione all’associazione, e in secondo luogo perché essendo tuttora agli arresti colui che doveva fornire la sostanza stupefacente, viene a cadere il pericolo di reiterazione del reato, e secondo la giurisprudenza della Suprema Corte di Cassazione le misure cautelari possono essere applicate sono in presenza di tale pericolo. Nel caso specifico, senza il fornitore non sarebbe possibile reiterare la condotta.   In virtù di tali argomentazioni la difesa ha chiesto l’annullamento dell’ordinanza che ha disposto la misura cautelare degli arresti domiciliari, e in subordine l’applicazione di una misura meno afflittiva, vista l’assenza della prova del concorso nel reato.

Tuttavia, il collegio che dovrà decidere sul ricorso è lo stesso che alcuni giorni fa giudicò l’istanza di riesame di Giuseppe Caliendo, anch’egli ristretto agli arresti domiciliari. E l’esito, com’è noto, non fu positivo, tant’è che all’indagato difeso dall’avvocato Rossetti è rimasta applicata tale misura. Il compito per l’avvocato Giuseppe Di Meglio è dunque arduo, vista la nota inflessibilità del collegio giudicante in questione, presieduto dalla dottoressa Foschini. Venendo invece al merito della condotta, la difesa ha preferito non aggiungere nulla alle evidenze probatorie. Esse si basano su una intercettazione ambientale effettuata in una vettura. Inoltre, Caliendo aveva confermato il fatto che Ianuario si metteva con contatto con lui tramite il telefono cellulare di Iacono. Resta da stabilire se questa sia una forma di concorso o meno.  Il responso è atteso nella giornata di oggi, visto che il ricorso era stato presentato il 10 gennaio scorso, e dieci sono i giorni entro cui il Tribunale deve decidere, a norma dell’articolo 309 del Codice di procedura penale.

Per quanto riguarda gli altri, Roberto Pipolo e Ludovica Florenzo dopo la convalida dell’arresto erano tornati in libertà per decisione del Gip già alla vigilia di Capodanno, mentre Mirko Ianuario ha dovuto attendere in carcere l’arrivo del braccialetto elettronico: l’applicazione dell’apparecchio gli è stata infatti prescritta come condizione per usufruire degli arresti domiciliari. Con la decisione del Riesame su Iacono, terminerà dunque la fase “cautelare” della vicenda giudiziaria basata sull’operazione “Narcos”.

L’INCHIESTA. L’operazione “Narcos” è stata eseguita dagli agenti del commissariato di polizia di Ischia e coordinata in prima persona dal vicequestore Alberto Mannelli, d’intesa con la VII Sezione della Procura della Repubblica di Napoli, e ha portato all’arresto di Mirko Ianuario, Giuseppe Iacono, Giuseppe Caliendo, Roberto Pipolo e Ludovica Florenzo. Gli inquirenti  avevano avviato la loro indagine da diverso tempo, svolgendo pedinamenti ed attività di controllo lungo il territorio isolano per molti mesi, fino a quando non hanno maturato la convinzione di aver raggiunto la quadratura del cerchio. Il direttore d’orchestra di questa “holding” dello spaccio era Mirko Ianuario, trentadue anni, personaggio noto alle forze dell’ordine ma conosciuto anche alle cronache isolane come protagonista maschile di quel video hard che, rubato e immesso in rete, fece parlare l’Italia intera. Lui, secondo gli inquirenti, era a capo di questa macchina perfetta, messa su ispirandosi ad una serie televisiva che era appunto denominata “Narcos”. Gli investigatori di via delle Terme hanno appurato che lo Ianuario riusciva, proprio grazie agli spunti che aveva preso guardando le puntate del telefilm in questione, a gestire l’acquisto, l’arrivo sull’isola e il successivo smercio anche di quantitativi ingenti di stupefacenti del tipo marijuana. Un “traffico” che di fatto lo aveva messo quasi nella condizione di monopolizzare il mercato. L’uomo addirittura celava, disseminandole per le varie pinete ubicate nel Comune di Ischia, delle buste di marijuana del peso complessivo di circa 240 grammi cadauna, inviando le coordinate del nascondiglio non certo in maniera banale ma affidandosi ad una collaudata “App” che dopo sessanta secondi dalla ricezione del messaggio trasmesso al complice vedeva il messaggio stesso cancellarsi in automatico.

La svolta è avvenuta con gli arresti tra il 28 e il 29 dicembre quando si stava per  concretizzare uno scambio di soldi e droga tra Ianuario, Caliendo e Giuseppe Iacono. In quel frangente veniva sequestrato un importo di 800 euro. Nell’ispezione dell’autovettura in uso a Mirko Ianuario (che è risultata essere rubata), fu scovato un nascondiglio nella zona dell’air bag del passeggero. Dentro il quale c’era denaro contante per complessivi 1.700 euro e un involucro contenente 200 grammi di mariuana.Inoltre,  nel corso di una perquisizione domiciliare vennero rinvenuti due confezioni sottovuoto di sostanza stupefacente del tipo marijuana del peso lordo di 250 grammi. Il ricavato delle vendite è stato ritrovato custodito all’interno della cassaforte di una casa del genitore di Mirko Ianuario. In banconote da cinquanta e cento euro è spuntato un piccolo tesoro, 40.000 euro. I poliziotti hanno anche ritrovato una divisa operativa dell’Arma dei Carabinieri corredata di cinturone, fondina e berretto oltre che gli una pistola modello Glok legalmente detenuta, un paio di manette ed un Rolex in acciaio ed oro di un valore di circa 5.000 euro.

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