CRONACA

Albano Francescano, il legale: «E’ una sentenza incredibile»

A sostenerlo l’avv. Ermanno Bocchino, difensore dell’Ente, per il quale la Suprema corte pur ritenendo fondato i motivi del ricorso ha corretto l’errore della Corte di Appello e ha rigettato lo stesso

Dopo la recente sentenza emessa della Corte di Cassazione che, dopo oltre vent’anni di controversie legali, ha definitivamente deciso per la restituzione ai legittimi eredi del Dr. Scotto Lachianca dei beni che lo stesso aveva donato all’“Ospedale Civico Albano Francescano” di Procida, e le varie reazioni che ne sono seguite, giunge anche la voce dell’Albano Francescano che, attraverso una nota diffusa ieri,ritiene che nulla valga a rappresentare meglio lo sgomento e l’amarezza dell’Ente per tale pronuncia del commento reso dal suo avvocato difensore, prof. Ermanno Bocchini:“La sentenza appare incredibile perché pur ritenendo fondato il nostro motivo di ricorso ha corretto l’errore della Corte di Appello e ha rigettato il ricorso! Si tenga presente che tutta la sentenza della Corte di Appello di Napoli era fondata sull’inadempimento, da parte Vostra, dell’obbligo di assistenza gratuita agli anziani non abbienti, laddove la Corte di Cassazione ha escluso l’esistenza di tale obbligo, ma invece di cassare la sentenza della Corte di Appello, riconoscendo, in accoglimento del ricorso, che la disposizione testamentaria non era modale, ma solo sottoposta a condizione, ha rigettato il ricorso”.

La sentenza– sottolineano i rappresentanti dell’Ente – è definitiva e, purtroppo, priva la Fondazione di una cospicua parte del suo patrimonio riducendo drasticamente le risorse per l’assistenza e mettendo a rischio la sopravvivenza di un’opera di beneficenza che ha operato sull’isola per oltre 150 anni. Si vuol precisare, in ogni caso, che la Fondazione non ha mai svolto attività commerciale- come invece pure è stato sostenuto nel corso della vicenda giudiziaria – edha sempre garantito la propria opera assistenziale agli indigenti dell’isola di Procida, in genere anziani, avendo accolto anche persone totalmente prive di redditi. Ciò anche quando, in attesa della conclusione del giudizio, ha dovuto restituire i beni contesi perdendo le relative rendite; quanto innanzi è stato possibile ricorrendo ai contributi liberamente offerti dalla popolazione isolana, che però non hanno impedito l’accumulo di una pesante debitoria che dovrà essere onorata alienando anche alcuni cespiti del residuo patrimonio.La situazione venne anche rappresentata alle Autorità civili e religiose nel febbraio 2018, quando si cercò di opporsi alla riconsegna dei beni contesi, stante il giudizio ancora pendente, e si attendono le loro indicazioni.

Di tanto è stato informato anche il Direttore de Il Sole24Ore che nel pubblicare la sentenza ha titolato: “Procida, dopo 79 anni l’ospedale perde l’eredità perché non cura gratis i poveri”, chiedendo di voler dare una giusta rappresentazione dei fatti a rettifica di quanto il titolo lascia intendere.Il C.d’A., che si riunirà in via d’urgenza sabato 28 settembreper esaminare la situazione, deciderà di concerto con l’Autorità tutoria ed i fondatori quali azioni potranno essere attuate per scongiurare la soppressione di un’opera assistenziale, unica nel suo genere presente sull’Isola”.

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