POLITICAPRIMO PIANO

Lo schiaffo di Abramo De Siano: «La legge è legge»

A Il Golfo lunga e inedita intervista al 73enne medico che con il suo ricorso al Tar contro l’esito delle elezioni amministrative del 14 e 15 maggio ha improvvisamente riacceso la politica nella cittadina termale. Non mancano riflessioni ma anche una serie di pesanti considerazioni (e accuse)

Adesso è nelle mani del TAR, forse un giorno sarà nelle mani del Consiglio di Stato, ma soprattutto è tutto nelle mani di Abramo e non parliamo del profeta biblico.Anche per questo c’è di mezzo, tra le ipotesi possibili che incombono sul “voto viziato” di Casamicciola Terme la terza via. Una via non del tutto remota, quando c’è Abramo De Siano l’imprevedibile di mezzo: il ritiro del ricorso. Questo, però, implicherebbe l’allineamento tra una serie di fatti difficili da pronosticare anche se non impossibili. Altrimenti la tenzone è fissata al 30 novembre. Una scadenza che da più tempo agli amministratori allo stato eletti, di fare qualcosa, poi avvocati di parte chiederanno un  anticipo dei termini di trattazione per entrare nel merito. In vista della nuova stagione dei veleni e sopratutto del lungo inverno politico che il paese sta attraversando, Abramo De Siano spiega l’humus del suo agire e lo stato di salute e non solo in questa intervista parla del passato, del presente e del futuro e con il ricorso al TAR, annuncia di congedarsi dalla scena politica.

E’ proprio il caso di dire:Terremoto a Casamicciola, magnitudoA(bramo).0!

«Il mio intervento non è  rivolto contro qualcuno. Ho solo evidenziato che è indispensabile e necessario cheun diritto tutelato dalla Costituzione, quale il diritto al voto, sia tenuto in considerazione. In questo caso è stato commesso un gravissimo errore modificando i termini perentori previsti dall’art 31 Dpr 570/1960. Se i termini vengono modificati l’intero procedimento diventa illegittimo. Qua, nel caso di specie, purtroppo, ci sta un errore gravissimo, perché sono stati modificati i termini! I termini stabiliti per via di legge. La legge elettorale, il Dpl 570 del 1960 prevede dei termini a scadenza perentoria. Se vengono modificati, chiaramente si muta l’intero processo elettorale. Io ho evidenziato soltanto questo. Cioè il danno che io ho ricevuto come candidato, perché non ho potuto poter esplicare, bene, il mio diritto di eligendo nei confronti dell’elettorato, perché lo spazio mio si è ridotto nel mio rapportarsi con l’elettore.Questo vale per tutti, non vale soltanto per me, ma  a tutela di diritti universalmente riconosciuti. Io ho solo evidenziate, ma vale per tutti quanti, perché le leggi vengono messe a tutela di tutti». 

«Il mio intervento non è  rivolto contro qualcuno. Ho solo evidenziato che è indispensabile e necessario cheun diritto tutelato dalla Costituzione, quale il diritto al voto, sia tenuto in considerazione. In questo caso è stato commesso un gravissimo errore modificando i termini perentori previsti dall’art 31 Dpr 570/1960»

Quando si è reso conto del mancato rispetto dei termini, dell’errore se di errore può parlarsi?

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«Un paio di giorni dopo che era accaduto. Infatti sono rimasto di stucco per la sciatteria della pubblica amministrazione. Questo è un dato di fatto. Responsabilità chiare. Agli atti ci sono circolari che la prefettura aveva inviato il 21, non ricordo bene, forse mi sembra il 23 aprile. Cioè esattamente 10 giorni prima, aveva richiamato gli Enti Locali, tutti i comuni interessati al voto, a dover attenzionare questi termini di scadenza previsti dalla legge». 

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Cosa potrebbe accadere adesso?

«Sarà il tribunale amministrativo regionale a decidere e probabilmente anche il Consiglio di Stato. Questo aprirà molteplici scenari, perché qua è messo in discussione un diritto legittimo, cioè un interesse legittimo di un cittadino che si è presentato all’elezione e non ha potuto esplicare i suoi diritti». 

Quando ha maturato la convinzione di dover presentare questo ricorso, lo meditava da tempo ?

«No, non lo meditavo da tempo, io poi ci ho riflettuto, ho anche fatto delle considerazioni. Alla fine ho  pensato che non si doveva creare un vulnus così grave. Perché se veniva fatta passare, ripeto,  una cosa così grave, come normale, non sarebbe stata nell’interesse della cittadinanza. Le leggi ci sono e bisogna rispettarle.

Quando si è  trattato di me anche per altre cose, mi si è detto, sempre, questo. Quindi le regole valgono anche per gli altri nessuno escluso».

Però, dottore, lei in passato si è reso protagonista di vicende elettorali e post elettorali, diciamo, parentesi accese, questo “passaggio” casamicciolese è in qualche modo collegato?

«No, non ci sono collegamenti con questi fatti. Io non ho sentimenti,né risentimenti nei confronti di nessuno.Ne faccio soltanto una questione di giustizia, di tutela di quelli che sono i diritti previsti dalla costituzione.Basta!Altre cose non mi interessano tanto è che con questo si chiude la mia carriera. Io già mi sono fatto trascinare in questa avventura, ma già non volevo partecipare.Ho subito recriminazioni, ho dovuto intervenire con autorità per impedire maldestri interventi che sarebbero impattanti sulla vita delle persone,mi sono opposto all’uso della macchina del fango.Sono uscito stremato ma fiero di aver mantenuto nella normalità un’elezione difficile».

«Il sindaco del domani? In questo momento, è difficile individuare un nuovo personaggio. Ormai io appartengo al passato, fare delle previsioni per quel che riguarda il futuro sarebbe inopportuno. Mi auguro che il paese trovi una classe dirigente adeguata che lo possa tirare fuori  dalla situazione dove si trova»

Perché?

«In primis non ho più l’età, poi perché mi sento a disagio in un ambiente del genere. Probabilmente non è più per me, la mia stagione è terminata, chiaramente. Con questo io chiudo completamente la mia attività politica».

C’è una strana analogia con un passato nono troppo recente, quando fu proprio annullato il voto che aveva fatto eleggere Arnaldo Ferrandino che di fatto ha lanciato  carriera di Giosi Ferrandino con le alterne vicende che poi conosciamo. C’è qualcosa che lega questi due fatti, snodi cruciali per la vita politica e non solo del paese. 

«Probabilmente c’è l’analogia con quello che è che fu quella decisione, sia del Tar e del Consiglio di Stato, ma non alla ascesa o alla caduta di personaggi. E’ probabile che ci sia qualche cosa che ci somiglia, però, tu sai che in queste cose non ci sta mai la copia carbone. Ogni episodio fa storia a sé». 

E’ stata un’iniziativa sua o la concordata con il movimento politico per Casamicciola?

«Non è stata concordata con nessuno!».

Che cosa pensa potrebbe accadere nel caso in cui stesso ricorso da lei presentato fosse accolto, inizierebbe un’altra campagna elettorale, ma ipotizzabile capire con quali uomini e quali schieramenti?

«No! Non voglio ipotizzare il futuro. Proprio per quello che ho detto precedentemente, ossia che la mia carriera si chiude, definitivamente, con questo episodio.Lo dico e lo ripeto: voglio tutelare soltanto quello che è un mio diritto costituzionale».

Qual è a posteriori l’analisi che lascia le elezioni amministrative dello scorso 14 e 15 maggio, ovvero dove finiscono i meriti di Giosi Ferrandino ed iniziano i propri demeriti?

«Non m’interessa discutere di questi argomenti».

Le posso chiedere, dall’alto della sua esperienza anche anagrafica, chi le piacerebbe vedere un giorno indossare la fascia da sindaco tra i protagonisti della vita politica casamicciolese?

«Guarda, in un momento come questo, è difficile individuare un nuovo personaggio. Ormai io appartengo alla stagione passata, fare delle previsioni per quel che riguarda il futuro, secondo me,sarebbe proprio ridicolo.Mi auguro che il paese trovi una classe dirigente adeguata che lo possa tirare fuori  dalla situazione dove si trova».

Ritornando al ricorso, le va di spiegarci nel dettaglio cos’è accaduto a Casamicciola che potrebbe anche portare alla caduta dell’amministrazione?

«Non c’è stato il rispetto dei termini previsti dalla legge. I termini nel processo elettorale sono perentori e quando non vengono rispettati,purtroppo proprio per 

gli episodi 2001/2002, i vizi correlati alla procedura non sono sanabili. Le scadenze hanno termini perentori. Non c’è  più  niente da fare».

«La mia decisione non è stata concordata con nessuno. Il precedente del 2001? Probabilmente c’è qualche analogia ma non certamente relativo all’ascesa o alla caduta di esponenti politici. In questi casi comunque non esiste mai la copia carbone, ogni episodio fa storia a sé»

Quindi partiamo dal manifesto elettorale alla presentazione delle liste c’è stato un ritardo e…

«Nel momento stesso che si è andato a presentare le liste, la legge dice che ci stanno otto giorni di tempo per la presentazione all’albo pretorio online, nonché negli altri luoghi pubblici, quindi automaticamente ti dice chiaramente cosa fare. L’attestazione della pubblicazione all’albo pretorio on line porta la data di due giorni dopo rispetto alle scadenze».

Crede che un’iniziativa del genere possa rivelarsi controproducente e far passare l’attuale sindaco per vittima o crede che questo rischio non ci sia?

«Io chiedo,semplicemente, il rispetto della legge, di quello che è un mio diritto costituzionale, in cui il voto, lo ripeto, è libero, uguale, personale e segreto. Altre cose non mi riguardano. E comunque mi piace sottolineare che in questa vicenda il sindaco è parte lesa. Anche lui subisce quelle che sono le sciatteria della pubblica amministrazione».

In questo caso a chi si riferisce con pubblica amministrazione in quel particolare frangente rappresentato addirittura da un commissario straordinario e da un numero cospicuo di funzionari prefettizi?

«La Commissaria, il segretario comunale. E’ grave che un segretario comunale  non controlli cose del genere…è  gravissimo, gravissimo. Il responsabile dell’Ufficio elettorale, ma pensano che queste cose sono caramelle e con le caramelle possono fare quello che vogliono, possono dire quello che vogliono. Non è così, le leggi, particolarmente quelle elettorali vengono messe a tutela di quelli che sono i diritti dei cittadini… ehehe (commenta con un ghigno amaro, ndr)».

E’ successo ancora Casamicciola, con l’ultimo ricordo elettorale e con l’ennesima denuncia di gravi irregolarità. Non è la prima volta. Partendo da Ischia, passando per Casamicciola fino a Lacco Ameno non è forse arrivato il momento di pretendere che sia posta  una particolare attenzione quando ci sono queste scadenze elettorali sull’isola?

«Lo penso pure io questo.Sarebbe indispensabile che queste cose verrebbero verificate e vidimate bene, perché si ha la solita sciatteria che sia in tutte le lezioni.  Io ricordo le elezioni passate, quando ancora io bloccai la proclamazione degli eletti. Ero rappresentante nella prima sezione e dovetti bloccare la proclamazione degli eletti, perché mi accorsi che i verbali della proclamazione che dovevano rimanere nell’ufficio elettorale erano stato portati al Comune, corretti e riportati alla Riunione dei presidenti di seggi per la proclamazione. Cosa tassativamente vietata dalle leggi elettorali vigenti».

D’altronde ci sono anche intercettazioni ambientali della procura, proprio ad Ischia,  in tal senso e che evidenziano condotte anche poco cristalline seppure, poi nessuno a mai fatto luce?

«Queste sono cose gravi . Queste leggi vengono messe a tutela anche del risultato elettorale, non è che vengono messe per simpatia o antipatia di qualcuno. Son messe la per tutelare quella che è la libera espressione del voto».

Si è perso un po’ di vista il senso delle cose, delle norme, dell’agone politico-elettorale?

«Sta succedendo un po’ dappertutto. Successe un po’ in quasi tutti i comuni. Una volta queste cose qua sull’isola non succedevano. Perché probabilmente ci stavano dei dei buoni segretari comunali e anche dei buoni responsabili dell’ufficio elettorale, oggi purtroppo, lo sappiamo, sono abbandonate a se stesse queste cose.Tu sai cosa è successo a Lacco Ameno sulle residenze e così via, sai che successo anche ad Ischia…partite anche da Casamicciola. Poi quando a queste cose si da scarsa importanza, poi, diventano come  consuetudini, ognuno tende a dire: vabbè succedono sempre ed è portato a credere che siano la normalità. Non è cosi, ci vuole il rispetto delle leggi a tutela di un diritto che la costituzione ha previsto. A tutela di un diritto e quindi, ecco, perché sono rigide anche con scadenze rigide». 

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