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Sal da Vinci, la lite in aliscafo finisce in caserma

Il noto artista napoletano ha sporto denuncia contro il passeggero dello stesso mezzo sul quale si era imbarcato a Procida. Ma dai carabinieri fa tappa anche l’avversario. Il “contenzioso” nato per futili motivi

Doveva essere un rientro a casa tranquillo e senza alcun problema, dopo l’esibizione dell’artista sull’isola di Procida in occasione dell’edizione 2020 della Sagra del Mare, che ogni anno culmina con l’elezione della Graziella. E invece qualcosa è andato storto ieri mattina sul porto di Marina Grande dove all’improvviso a bordo dell’aliscafo Achernar della Caremar – che, partito da Ischia alle 13, aveva fatto scalo a Procida prima di proseguire per Napoli – sono saliti tra gli altri Sal da Vinci, il figlio, l’artista Fatima Trotta e tutti i componenti dello staff. Per motivi tuttora non ancora chiari, tra il cantante napoletano ed un altro passeggero c’è stato un battibecco scaturito davvero per futili motivi, pare per il posizionamento delle valigie negli appositi spazi. I toni si sono sempre più esacerbati fino a quando la discussione non è sfociata in offese reciproche.

Il risultato è stato francamente insolito. Entrambe le parti in causa, infatti, sono scese dal mezzo di trasporto e si sono diretti presso la stazione dei carabinieri. Qui i due protagonisti hanno sporto entrambi querela, evidentemente addossando al prossimo le responsabilità di quanto accaduto, fatto che ovviamente non ha mancato di suscitare attenzione e dibattito anche a bordo. Nel pomeriggio poi, Sal da Vinci ha fatto finalmente ritorno a Napoli ma è probabile che l’episodio abbia una coda di natura giudiziaria. Sull’accaduto è intervenuto anche il mondo istituzionale, sul profilo facebook del Comune di Procida è infatti apparso un post nel quale si legge: “Il Comune di Procida esprime solidarietà all’artista Sal Da Vinci, alla sua famiglia, a Fatima Trotta e a tutto il gruppo di lavoro.

L’episodio occorso questa mattina (Ieri per chi legge, ndr) all’imbarco per Napoli, segna purtroppo negativamente la sua partenza dopo una permanenza assai gradita sull’isola che tanto lo ha apprezzato come artista e come uomo. La comunità di Procida gli è vicina e condanna tutte le forme di violenza che sono lontane dal suo vissuto di territorio accogliente”. Insomma, nonostante gli inquirenti non abbiano ancora ricostruito pienamente quanto successo, nel palazzo municipale hanno già trovato colpevoli e innocenti. Che dire, beati loro…

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