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Salute, longevità e stile di vita

Angelo Roja

Ci sono due fattori molto importanti sul determinismo della longevità, la dieta mediterranea in Italia e un uso significativo di omega 3 nel pesce in Giappone. La società italiana di gerontologia e geriatria ha individuato dei batteri buoni dell’intestino che aiuterebbero a raggiungere i 100 anni. I batteri buoni intestinali, sono capaci di modificare alcuni aspetti della genetica. La salute, dipende molto da ciò che mangiamo, e non possiamo che spendere una parola per la dieta mediterranea, che è un fattore protettivo nei confronti dell’invecchiamento e favorisce la longevità. Infatti, combatte i tumori e le malattie cardiovascolari, che guarda caso, sono le prime cause di morte nell’uomo. Questo succede perché all’interno della dieta mediterranea, c’è una prevalenza di vegetali, rispetto ad altri tipi di alimentazioni, e soprattutto c’è pochissima carne rossa a favore del pesce. Chi adotta la dieta mediterranea ha anche un cervello più grande. A incidere sul volume della preziosa sostanza grigia, sono soprattutto le diete a elevato contenuto di pesce e a basso contenuto di carne. Le diete con poca carne hanno anche un’influenza positiva sul volume cerebrale totale, mentre quelle ricche di pesce sono associate con un maggior spessore corticale medio. L’aderenza alla dieta mediterranea è associata a un minor invecchiamento cerebrale, come se il nostro cervello ringiovanisse di cinque anni.

Gli antiossidanti.

C’è una serie di sostanze, che il pubblico conosce come antiossidanti, che permettono all’organismo di proteggersi nei confronti dei danni che progressivamente subisce con l’avanzamento dell’età. E’ una sorte di barriera che qualche volta permette anche la riparazione delle cellule. Per esempio, una di queste è l’idrossitirolo che è, uno degli antiossidanti per eccellenza. L’acqua di spremuta dei noccioli d’oliva, trattata con acido citrico, ha rivelato un contenuto di polifenoli di 300 volte superiore a quello dell’olio. Tra questi polifenoli è stato isolato l’idrossitirosolo, quello più semplice e più efficace, con enormi capacità antinfiammatorie e antiossidanti, in grado cioè di bloccare i radicali liberi, una delle cause di degenerazione delle cellule e quindi di infinite patologie. Poi, il resveratrolo, l’uva, succo d’uva, frutti di bosco e frutta secca.

La dieta mediterranea.

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Nella dieta mediterranea, c’è un insieme di queste sostanze, che hanno un dosaggio assolutamente perfetto quando sono nelle forme naturali. Significa che se noi proviamo a prendere queste sostanze come nutriente in farmacia, non abbiamo lo stesso effetto, per cui, seguire la dieta mediterranea ha un valore assolutamente protettivo. Pretendere di sostituirla con i prodotti da banco, che costano anche molto, significa buttare solo i soldi. Gli integratori alimentari sono un business, un affare d’oro, che però non hanno riscontro dal punto di vista scientifico. Frutta, verdure, cereali, legumi e pesce, invece, li hanno i riscontri scientifici. C’è una serie di studi che dicono che, chi segue in maniera rigorosa la dieta mediterranea, è molto meno esposto all’Alzheimer, che è poi l’estrema conseguenza dell’iniziale perdita di memoria. Chiariamo che perdere un po’ la memoria nel tempo, non significa avere problemi cognitivi, ed è assolutamente normale, perché bisogna prima capire qual è l’entità della perdita di memoria. La dieta mediterranea previene l’Alzheimer e chi la segue, è più protetto nei suoi confronti.

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Frugalità nel mangiare, un’abitudine buona per tutti.

La longevità non è un problema di centimetri e peso, è naturalmente importante evitare l’obesità che è il vero nemico della longevità. Non abbiamo bisogno del numero, dobbiamo evitare la malattia, che è l’obesità. Facendo un’analisi di quelle che sono le caratteristiche principale dei longevi (oltre gli 85 anni parte la longevità). Arrivare oltre i cento anni diventa poi una questione d’interferenza casuale con fenomeni biologici. Significa che l’ottantacinquenne può sviluppare delle malattie o andarvi incontro, può andare incontro a fenomeni casuali, la caduta per terra con la rottura del femore, sono tutti fenomeni che possono selezionare nell’ambito della longevità, coloro che poi arrivano a cento anni. Le caratteristiche biologiche della longevità si fanno partire a 85anni.  Tutti gli ultranovantenni, sono persone che progressivamente avvicinandosi ai cento anni, hanno tutti le stesse caratteristiche. Mangiano poco e frequentemente, hanno pochissimi fattori di rischio, non sono diabetici, non sono ipertesi, non sono obesi, non fumano e, soprattutto sono persone che per vari motivi, soprattutto dovuti a dove essi risiedono, hanno svolto e svolgono, dove è possibile attività fisica.

La non necessità d’andare in palestra.

La vita in comune, la vita di relazione aiuta la longevità. La tendenza a rimanere da soli genera spesso la depressione, o perché si è soli o perché si diventa soli a causa della sordità, che se non corretta genera una sorta di isolamento. Rimanere da soli per motivi familiari o per la vedovanza, induce nell’individuo uno stato depressivo, che conduce a un progressivo allontanamento dalla società e innesca un aumento dell’immunosoppressione e quindi maggiore capacità di ammalarsi. L’anziano che diventa depresso, si ammala più frequentemente e muore prima. Condividere i sentimenti, la sessualità, le passioni, con la persona che si ama, costituisce una grossa motivazione e permette di sentirsi all’interno del flusso della vita, essere sempre presenti per coloro che amiamo. Combattere la solitudine, perché la solitudine porta alla depressione. I farmaci nell’anziano vanno presi con estrema cautela, a dosaggi adeguati agli anziani, che non sono i dosaggi per l’adulto, possono essere differenti. Anziani e bambini, dal punto di vista farmacologico devono essere inquadrati, molto spesso, allo stesso modo e ridurre al minimo l’uso dei farmaci. Perché i farmaci sono, per se, delle sostanze tossiche.  Per esempio, un farmaco che blocca l’acidità e uno che facilita la respirazione, questi due farmaci, messi insieme, possono formare una terza molecola nel nostro organismo che invece può essere tossica. Sono le reazioni avverse dei farmaci che sono presi insieme. Ridurre nell’anziano il numero dei farmaci a quelli strettamente utili, soprattutto considerando che alcune malattie croniche, vedi l’ipertensione, dura per tutta la vita e l’effetto del farmaco deve essere presente per tutta la vita. Cercare nuovi stimoli crea le motivazioni e riduce la capacità d’inaridimento cerebrale, quindi nel tempo libero, leggere, dipingere, ascoltare musica, e ben difficilmente si cadrà in depressione. Evitare le soap opera in TV, che sono deprimenti. Leggere un libro è uno stimolo importante, che ci permette di rimanere in un contesto sociale e di prevenire e curare le malattie. Nelle donne ci possono essere più problemi di salute, perché sono portate a vivere più a lungo e hanno più tempo per prendere degli acciacchi, ma sono anche più forti per superarli. Il concetto di attività fisica, per quanto riguarda la longevità, va concepito innanzitutto con la non necessità di andare in palestra. Svolgere semplicemente un’attività fisica connessa con le occupazioni quotidiane, che può essere la camminata a passo un po’ svelto, se le condizioni di salute lo permettono, andare a fare la spesa, salire le scale, non deve mai essere messo sotto sforzo il cuore o l’apparato cardiovascolare. Tutto deve essere compatibile con quelle che sono le capacità fisiche e le condizioni di salute. L’eredità genetica incide per un 25%, tutto il resto è stile di vita.

 

 

 

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