SALVATORE MAZZELLA «Misure insufficienti, l’isola rischia grosso: urgono agevolazioni concrete alle imprese»
«Le imprese isolane, al momento, non vengono tutelate. Al di là delle sospensioni dei versamenti di contributi, rinviati di tre mesi, non c’è nessun vero supporto. Se l’azienda continua a non lavorare, fra tre mesi come farà a pagare? Il decreto è solo un panno caldo che sposta il problema di qualche mese. A tutt’oggi non si sa quando si concluderà la “quarantena”. Dovranno per forza di cose differire le scadenze. Fra l’altro hanno sospeso i licenziamenti, ma le aziende dovranno comunque pagare i contributi: le aziende che nel 2019 fatturavano due milioni di euro, entro oggi sono costrette a pagare i contributi. Non vedo quindi benefici sostanziali per le aziende. Il decreto è raffazzonato oltre che contraddittorio. Le imprese, anche quelle ischitane, si troveranno in grande difficoltà. Ischia vive al 90% di turismo: quando cominceranno le imprese a lavorare? A giugno, a luglio? Cosa succederà per tutti i lavoratori degli alberghi che avevano smesso di lavorare a ottobre e che ora si accingevano a riprendere? Quindi il decreto coi suoi 25 miliardi di previsione ha solo dato dei palliativi, ma le questioni più gravi non sono state ancora affrontate. È perfettamente inutile posticipare il pagamento delle tasse, perché esse comunque non potranno essere pagate. Bisogna ripartire da zero: azzerare tutte le tasse per l’anno in corso, dopo che comunque l’acconto è stato versato a fine 2019. Ma sono pessimista, non credo che arriveranno a tale misura. Però potrebbero rateizzare il dovuto senza interessi. Le imprese potrebbero ricevere un reale beneficio se tutti gli istituti di credito accetteranno una moratoria. La situazione attuale è uno shock senza precedenti, e Ischia rischia di tornare indietro di decenni. Tuttavia cerchiamo di essere ottimisti: possiamo superare questo momento, a patto però di interventi ben più concreti rispetto alle insufficienti misure sin qui varate».