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Lacco e sisma, gli alloggi in albergo costano 90.000 euro al mese

ISCHIA. A 17 mesi dal terremoto del 21 agosto 2017 sono ancora 280 le persone che vivono in albergo (dato aggiornato al 22 dicembre). Ogni mese una famiglia di quattro persone che vive in albergo costa alle casse dello Stato circa 5mila euro. Il Cas – contributo di autonoma sistemazione – per un nucleo familiare analogo, è pari a 700 euro. Va da sé che la differenza, in termini economici, è molto alta. Come mai ad oltre un anno di distanza dal terremoto c’è ancora chi vive in albergo? Come mai queste persone non riescono a trovare una casa? Lo abbiamo chiesto a Giacomo Pascale, sindaco di Lacco Ameno ed a Carlo Schilardi, commissario per la ricostruzione. Partiamo da dei dati: 24 milioni di euro spesi in 17 mesi dal Commissariato per l’emergenza. Troppi se consideriamo che le case certamente non c’è un’emergenza abitativa sull’isola di Ischia. Né il commissario straordinario per l’emergenza né la sua struttura posso ‘requisire’ le abitazioni, o obbligare un proprietario a fittarla a chi ha perso la propria con il sisma. Un proprietario di casa instaura con il proprio affittuario un rapporto privato nel quale il Commissario straordinario, non può entrare. Se il privato non vuole fittare una casa, non può essere ‘obbligare’.  Chi in passato, ovvero prima del sisma, aveva una casa in fitto non ha alcun interesse a cercarsi una nuova casa e lasciare l’albergo. A loro è stata data una sistemazione gratuita con tanto di pasti. Queste famiglie hanno un notevole risparmio: non pagano l’affitto, le bollette e non fanno la spesa. È una convenienza dal punto di vista economico e non lasceranno mai l’albergo.

 

I NUMERI DI LACCO AMENO

All’indomani dal terremoto erano 300 i residenti a Lacco Ameno sistemati negli alberghi. Oggi, la situazione è nettamente cambiata. Sono 75 i residenti a Lacco che attualmente vivono ancora in albergo. Di questi 75, 62 (pari a 17 nuclei familiari) hanno perso una casa di proprietà e 14 (pari a 4 famiglie) prima del sisma erano in fitto. Facendo due calcoli veloci 75 persone per un costo medio di 40 euro al giorno (tanto costano in media gli alberghi per i terremotati alle casse dello Stato) sono 3mila euro al giorno, pari 90mila euro al mese e oltre un milione di euro l’anno. Si tratta di risorse ingenti. “E’ troppo soprattutto se consideriamo che tra queste persone ci sono tanti, anzi troppi, che non hanno l’orgoglio di cercarsi una casa”, lancia un monito il sindaco di Lacco Ameno Giacomo Pascale. Il terremoto di Ischia, infatti, ad oggi, solo per la parte relativa all’assistenza a chi ha perso la casa (ovvero il costo degli alberghi e del Cas) è costata oltre 24 milioni di euro. Una cifra esorbitante. “Non va bene”, sottolinea Pascale. E continuando: “Il problema è che da parte di alcuni non c’è l’impegno massimo per andare a trovare un’autonoma sistemazione ed uscire dagli alberghi”. Se da un lato è vero che all’indomani del sisma c’è stato chi avrebbe voluto lucrare su questa sciagura cercando di porre in essere una speculazione chiedendo fitti da capogiro, dall’altro è anche vero che oggi questa situazione è superata.  Il riferimento è a chi in passato aveva una casa in fitto ed oggi, alloggiando in albergo, risparmia il pagamento del canone abitativo, le utenze e non fa la spesa. La sistemazione in albergo, infatti, è all inclusive. “Ma queste persone – precisa Pascale – devono essere più collaborative nel cercare una casa”. Anche a costo di sembrare impopolare Pascale non usa mezzi termini: “I fittuari devono lasciare gli alberghi. In questo modo diminuiscono i dell’emergenza. I soldi pubblici destinati al sisma potrebbero essere spesi in modo diverso, anche nel rispetto di chi ha maggiormente bisogno. L’assistenza, che sia l’albergo o il cas, non certo verrà meno nemmeno con la fine dell’emergenza”.

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IL COMMISSARIO CARLO SCHILARDI 

 

Non è la struttura del Commissariato per la ricostruzione guidata dal Prefetto Carlo Schilardi ad occuparsi direttamente degli sfollati che vivono in albergo. Malgrado ciò l’ex prefetto di Bari e Caserta non si sottrae alla domanda. “Occorre risolvere al più presto la situazione di quanti sono alloggiati negli alberghi dell’isola”, ha detto Schilardi. E continuando: “Il che, fra l’altro, pesa in maniera assai elevata sui conti pubblici, considerato che mantenere le famiglie in un albergo costa fino a cinque volte in più rispetto a quanto lo Stato contribuisce per l’autonoma sistemazione presso una casa presa in affitto. Non conosco i dati in modo diretto ma credo che sia davvero esorbitante il numero di 280 persone che vivono ancora in albergo. Si tratta di un numero troppo alto”. L’assistenza alle persone, ovvero dell’erogazione del Cas e di coloro che vivono in albergo, è una prerogativa del Commissariato per l’emergenza. Una struttura che è in carica fino al 21 febbraio anche se, tranne colpi di scena, sarebbe pronta la proroga fino al mese di agosto. L’ha chiesta il presidente della Regione Campania Vincenzo de Luca, su imput dei sindaci di Casamicciola, Lacco Ameno e Forio. “Fino ad allora – ha concluso Schilardi – sarà questa struttura parallela ad occuparsi delle persone che vivono in albergo”. Ed assicura: “Quando sarà la mia struttura ad occuparsene farò in modo che tutti abbiano una sistemazione dignitosa. Non si può vivere in albergo. Vivere in una casa è più dignitoso ed anche più economico per le casse dello Stato”.

Francesca Pagano

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