CULTURA & SOCIETA'

San Ciro “decreta” il nuovo ruolo pastorale dell’ex Vescovo Lagnese. Ritornato sull’isola nelle vesti di amministratore apostolico della diocesi isolana

Nel giorno solenne in cui ieri 31 gennaio ricorreva la festività di San Ciro Martire, Eremita, Taumaturgo e Medico, ha fatto ritorno da Caserta dove è stato trasferito, sull’isola Sua Ecc. Mons. Pietro Lagnese, ex nostro Vescovo (2013- 2020) con il titolo di Amministratore Apostolico temporaneo della Diocesi isolana divenuta “ sede vacante” in attesa della nomina del nuovo Vescovo. L’emozione è stata tanta se si considera che appena dopo la sua partenza da ischia, si è pensato che difficilmente poi lo avremmo rivisto in mezzo a noi dove aveva esercitato la sua missione di guida della millenaria Diocesi di Ischia alla grande, ottimamente lasciando per questo un magnifico ricordo. Insomma per dirla tutta, ci sarebbe mancato tantissimo .

ANNI ’50 – SOLENNE PROCESSIONE DI SAN CIRO CON IL CAPITOLO CATTEDRALE, AUTORITA’ CIVILI E MILITARI E NUMEROSI FEDELI

Ma se è vero come è vero l’antico detto “l’uomo propone e Dio dispone”, in questo caso la Divina Provvidenza si è fatta sentire illuminando Papa Francesco che se da un lato ci aveva sottratto una guida molto seguita ed amata, dall’altro lato, mettendoci una pezza, ce l’ha restituito sia pur con una diversa identità, quella dell’Amministratore Apostolico in attesa che si arrivi alla nomina del nuovo Vescovo, si spera in tempi brevi. Il Vescovo Lagnese è giunto ad Ischia questa mattina poco prima delle celebrazione della funzione liturgica in chiesa a San Ciro dove è stato accolto dall’ Amministratore Parrocchiale Don Marco Trani, dall’autorità locale e dalla Comunità parrocchiale di San Ciro.Il vescovo Lagnese visibilmente sereno e contento, nella sua omelia ha ricordato le tappe dei suoi otto anni a Ischia esaltando il senso della fede che alberga nell’animo degli ischitani ed evidenziando tra l’altro con parole accorate la sua vicinanza mai smessa al popolo devoto e all’isola così bella.

LA STORICA STATUA DI SAN CIRO A ISCHIA COL COMITATO

Alla messa solenne presieduta dal Vescovo Lgneae ha assistito anche una buona rappresentanza di medici locali. Costoro quasi sempre negli anni passati disertavano l’appuntamento col loro “collega” Santo snobbandolo inspiegabilmente facendo uno sgarbo anche al Parroco ed al Comitato che si premuravano di richiedere la loro presenza simbolica e fisica. La solennità religiosa, dentro e fuori della chiesa dove si venera San Ciro la si è avvertita con grande intensità di fede, come da sempre dimostra la folta comunità parrocchiale della estesa zona che porta il nome del Santo Patrono San Ciro per essere meglio identificata. Secondo una “passio” del VII secolo, del patriarca di Gerusalemme San Sofronio, Ciro nacque da famiglia cristiana intorno all’anno 250 ad Alessandria d’Egitto, e studiò medicina nella sua città. Divenuto medico in quella scuola, Ciro aprì nel rione Doryzim un ambulatorio con laboratorio.Sofronio racconta che Ciro era un medico valente ed eccelse in maniera particolare per la santità della vita, umile e dedita alla carità.

Somministrava cure gratuite ai poveri e indigenti, tanto da guadagnarsi l’appellativo di “anàrgiro” (dal greco anargyros, senza denaro), e incitava i malati a trovare conforto nella fede e nella preghiera. Ridonava la salute tanto ai corpi quanto alle anime e convertì molti pagani al cristianesimo. Nel 299 i medici alessandrini, accusati di magia e stregoneria, divennero bersaglio di una violenta sommossa popolare e, poiché gravava su di essi il sospetto di cospirare contro l’impero, l’imperatore Diocleziano decise di perseguitare chiunque svolgesse attività “curative” senza autorizzazione, senza distinguere tra medici e maghi. Le autorità imperiali non risparmiarono neppure i trattati di scienza medica contenuti in migliaia di rotoli di pergamene, che vennero incendiati e distrutti. Sofronio riporta anche il nome del prefetto di Alessandria a quel tempo, Siriano, che in ottemperanza ai dettami dell’imperatore, perseguitò tutti i medici dell’Egitto, e venuto a conoscenza delle azioni del Santo, comandò che fosse subito arrestato.

Ciro venne quindi perseguitato in un primo momento, non tanto come cristiano, ma come medico. Per evitare la persecuzione San Ciro decise di ritirarsi nel deserto in Arabia Petrea, presso la piccola oasi di Ceutzo. Egli si appartò dal mondo e si dedicò ad una vita anacoretica di preghiera e penitenza, cambiando anche il suo modo di essere medico. Smise di esercitare la professione ma non rinunciò ad aiutare il prossimo, non servendosi più di erbe e medicinali, ma affidandosi alla preghiera e all’insegnamento delle persone che lo raggiungevano.

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Foto Giovan Giuseppe Lubrano

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antoniolubrano1941@gmail.com

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