CULTURA & SOCIETA'

San Giovan Giuseppe e la storia

Il Signore gli donò vari carismi, come la bilocazione, la profezia, la lettura dei cuori, la levitazione, apparizioni della Madonna e di Gesù Bambino, i miracoli, come quello della resurrezione del marchesino Gennaro Spada; fu visto inoltre passare per le strade di Napoli sollevato di un palmo da terra, in completa estasi

Agli inizi del Settecento l’Ordine Francescano subì una tempesta organizzativa, dovuta ai forti dissensi sorti fra gli alcantarini, provenienti in gran parte dalla Spagna, e quelli italiani, che provocò, con l’approvazione pontificia, la separazione dei due gruppi per le loro nazionalità; gli spagnoli ottennero il convento di Santa Lucia al Monte e del Granatello. Padre Giovan Giuseppe, nominato capo e guida del gruppo italiano, dovette barcamenarsi in tutte le difficoltà che venivano poste dai potenti confratelli spagnoli, richiamò i circa 200 frati ad un rispetto più conforme alla Regola e riordinò gli studi. Scaduto il suo mandato, ebbe dall’arcivescovo di Napoli, cardinale Francesco Pignatelli, l’incarico di dirigere settanta fra monasteri e ritiri napoletani, uguale incarico ebbe anche dal cardinale Innico Caracciolo per la diocesi di Aversa. Essendo qualificato direttore di coscienze, a lui si rivolsero celebri ecclesiastici, nobili illustri, persino Sant’ Alfonso Maria de’ Liguori e San Francesco De Geronimo; il Signore gli donò vari carismi, come la bilocazione, la profezia, la lettura dei cuori, la levitazione, apparizioni della Madonna e di Gesù Bambino, i miracoli, come quello della resurrezione del marchesino Gennaro Spada; fu visto inoltre passare per le strade di Napoli sollevato di un palmo da terra, in completa estasi. Il 22 giugno 1722, con decreto pontificio, i due rami alcantarini, furono riuniti di nuovo e quindi anche il convento di Santa Lucia al Monte ritornò ai frati italiani, ed è lì che Giovan Giuseppe della Croce, dopo averci vissuto per altri dodici anni, morì il 5 marzo 1734; la sua tomba, posta nel convento, è stata ed è tuttora centro di grande devozione dei napoletani, che lo elessero loro compatrono nel 1790. Beatificato da papa Pio VI il 24 maggio 1789, fu poi elevato agli onori degli altari come santo da papa Gregorio XVI il 26 maggio 1839, insieme ad altri quattro santi: San Francesco De Geronimo, Sant’ Alfonso Maria de’ Liguori, San Pacifico da San Severino e Santa Veronica Giuliani.

michelelubrano@yahoo.it

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