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Assunzioni sismiche, la minoranza spara a salve: archiviate le accuse

La Corte dei Conti chiude sul nascere il procedimento scaturito dalla denuncia dei consiglieri di minoranza di Casamicciola Ignazio Barbieri, Loredana Cimmino e Arnaldo Ferrandino, che lamentavano l’utilizzo di unità lavorative destinate alla ricostruzione ad altre finalità. Accuse che però non hanno trovato alcun riscontro

Ricordate la famosa storiella del pifferaio? Avete capito bene, di colui che andò per suonare e fu suonato. Si può riassumere tranquillamente così – se ci passate la metafora – la vicenda che ha visto i consiglieri di minoranza di Casamicciola Ignazio Barbieri, Loredana Cimmino e Arnaldo Ferrandino, denunciare alla Corte dei Conti le modalità con cui erano gestite le assunzioni sismiche nel Comune di Casamicciola Terme. Ebbene la magistratura contabile ha deciso di archiviare tutte le accuse che avrebbero coinvolto l’ente del Capricho. La segretaria della Procura campana ha inoltrato una nota avente ad oggetto “Comunicazione archiviazione fascicolo n. 100674/2021 avente ad oggetto assunzioni e proroga dei contratti di lavoro stipulati dal Comune di Casamicciola Terme sulla base della normativa emergenziale post evento sismico del 21 agosto 2017”. Poche e coincise le parole del funzionario Marco De Nicola che scrive: “In relazione al fascicolo istruttorio di cui sopra, si procura che il viceprocuratore generale dott.ssa Lucia Centro, ha disposto in data 30 giugno 2021 l’archiviazione del procedimento in oggetto”. Il che, tradotto in soldoni, significa che non esistono assolutamente i presupposti per ipotizzare che il sindaco Giovan Battista Castagna e gli attuali amministratori di Casamicciola Terme possano finire sul banco degli imputati. E che la gestione delle unità lavorative oggetto della denuncia non sono state affatto utilizzate arbitrariamente e per finalità diverse, come i denuncianti non avevano segnalato soltanto alla Corte dei Conti ma anche sbandierato ai quattro venti con una serie di post sui rispettivi profili social.

La nota che aveva acceso i riflettori della Corte dei Conti era stata inviata da Barbieri, Cimmino e Ferrandino anche al presidente del Consiglio, al prefetto di Napoli, al commissario per la Ricostruzione dott. Carlo Schilardi,all’Ottava Commissione nella persona del senatore Mauro Coltorti, al capo dipartimento della Protezione Civile, al presidente della Regione Campania, al sindaco del Comune di Casamicciola Terme. E l’oggetto della missiva non lasciava spazio a dubbi: “Mala gestio delle unità sismiche di cui al decreto legge 28 settembre 2018 n. 109”. Nel testo i consiglieri comunali ricordavano tra l’altro che “il comma 2 di cui all’articolo 31 del decreto in oggetto disciplina che il commissario straordinario si avvale, oltre che dell’unità tecnica (…) di una struttura posta alle sue dirette dipendenze, le cui sedi sono individuate a Roma e quelle operative a Napoli e nell’isola d’Ischia. Essa è composta da un contingente nel limite massimo di 12 unità di personale non dirigenziale e 1 unità di personale dirigenziale di livello non generale”. E qui partiva l’affondo-denuncia di Ignazio Barbieri, Loredana Cimmino e Arnaldo Ferrandino che sostenevano che “gli scriventi ritengono che le suddette unità di personale impiegate presso il Comune di Casamicciola Terme abbiano espletato prevalentemente funzioni di ordinaria amministrazione dell’ente comunale, occupandosi solo in via residuale delle problematiche connesse al sisma. Pertanto, è ragionevole pensare che l’impiego ‘snaturato’ di codesti lavoratori abbia contribuito a rallentare la macchina della ricostruzione post sisma”. Un teorema, quello dei denuncianti che secondo gli stessi si evinceva anche “da taluni decreti sindacali, pubblicati e presenti agli atti” e che evidenziavano come “a dette unità lavorative sono state affidate mansioni non strettamente connessa all’attività ricostruttiva”.

I tre consiglieri rincaravano con la dose con altre accuse sostenendo che alcune unità “non abbiano espletato i ruoli indicati dalla struttura commissariale per la ricostruzione venendo, invece, impiegati dall’amministrazione per le pratiche di edilizia privata comunale. Ad oggi le pratiche sismiche espletate per la ricostruzione risultano essere circa 10. Pertanto, gli scriventi ritengono che dette figure sismiche avrebbero dovuto occuparsi esclusivamente della ricostruzione post sisma con il vincolo dell’incompatibilità con altri ruoli di ordinaria amministrazione”. Poi in conclusione gli esponenti di minoranza chiedevano di sapere se “si è a conoscenza dei fatti esposti; si ritiene che quanto in oggetto possa avere ingenerato un rallentamento della ricostruzione degli immobili ammalo rati dal sisma del 2017; si ritiene che l’amministrazione abbia agito contra legem; si ritiene si possa profilare un danno erariale, atteso che i fondi utilizzati per finanziare dette figure sismiche sono stati impegnati per attività di ordinaria amministrazione nonché per la risoluzione di problematiche connesse alla ricostruzione post sisma”. Un j’accuse assolutamente privo di fondamento e inconsistente secondo la Corte dei Conti, che come detto ha archiviato il procedimento.

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