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Sant’Angelo, revocato il divieto di balneazione

Il Comune di Serrara Fontana ha emesso l’ordinanza dopo la nota dell’Arpac con l’esito favorevole delle analisi sui campioni prelevati il 16 maggio

Una buona notizia è arrivata ieri dal Comune di Serrara Fontana. L’ente ha infatti revocato il divieto temporaneo di balneazione dello scorso 22 aprile, quando l’Arpac aveva comunicato il risultato delle analisi effettuate su campioni di acqua marina prelevati nel punto di monitoraggio del litorale di Sant’Angelo il 19 aprile. Come è noto, sono tre le aree di balneazione nel territorio comunale: quella della spiaggia delle Fumarole, quella di Sant’Angelo, e quella di Succhivo. Le analisi avevano dato esito sfavorevole per l’area di Sant’Angelo. Di conseguenza la balneazione era stata vietata in un tratto di circa due chilometri. Ieri finalmente il sindaco Irene Iacono ha potuto firmare la nuova ordinanza basata sulla nota del Dipartimento provinciale di Napoli dell’Arpac (l’agenzia regionale per la protezione ambientale campana), del 18 maggio, con cui è stato comunicato l’esito favorevole dei campioni di acqua marina prelevati il 16 maggio. L’Arpac ha quindi comunicato che adesso ci sono le condizioni per la riammissione alla balneazione del tratto in questione. Del resto già due giorni fa il sindaco aveva dichiarato: «Lunedì sono iniziati i lavori di riparazione della condotta sottomarina di Sant’Angelo. Appena terminati, l’Arpac ripeterà le analisi onde poter revocare quanto prima l’ordinanza d’interdizione. Intanto ha già fatto prelievi nello specchio acqueo non interdetto, a levante. Nel contempo abbiamo avuto un importante incontro in Regione Campania e fatto diversi passi in avanti per la sostituzione definitiva della condotta». Il riferimento è appunto alla condotta che già in passato ha dato più di un grattacapo alle autorità, anche perché la rete fognaria isolana in più punti sta presentando il conto dell’obsolescenza, con ricorrenti rotture che provocano il repentino innalzamento dei valori di inquinamento. Di qui la necessità di un intervento di rifacimento che metta definitivamente in sicurezza i tratti di mare interessati dal passaggio dell’infrastruttura.

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