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Sant’Anna 2017, la parola ad alcuni dei protagonisti della festa

di Isabella Puca

Ischia – «Stare sul palco non è una novità per me, ma per la prima volta a Sant’Anna tutto il pubblico mi dava giustamente le spalle; in quella notte la protagonista è la baia». Claudio Iacono è stata la voce di questa 85°festa a mare agli scogli di Sant’Anna, insieme a Patrizio Rispo ha commentato l’evento e da parte sua l’emozione di certo non è mancata. Da una voce a un volto, quello del musicista Matteo Di Meglio che prima dell’incendio del Castello si è esibito in un inedito assolo eseguito su di una imbarcazione  al centro della baia dove era solo con la sua chitarra, pur essendo in mezzo a tanti. Abbiamo provato a raccogliere e a raccontarvi le emozioni di alcuni dei protagonisti di questa festa di cui ancora deve sparire l’effetto magia. La macchina organizzativa di Sant’Anna è, infatti, lunga e laboriosa e sono in tanti, dietro le quinte, ad aver dato il loro apporto alla buona riuscita di questa manifestazione.

 

Cenzino Di Meglio, il direttore artistico

«Sant’Anna è stata un’emozione grande, una forte responsabilità e una faticata enorme, ma  è stato bello condividere questo con chi mi ha aiutato, a partire dal disegnatore luci passando per i tecnici fino ad arrivare ai tutor. Credo che il tema sia stato vincente; all’inizio i costruttori erano un po’ scettici, ma poi credo si siano ricreduti, la qualità delle barche è stata buona. Certo si poteva di più, avrebbero dovuto seguire un po’ di più le direttive, ma bene dare spazio all’estro; però sono stati forti, mi sono piaciuti, sono contento. È andato tutto come avevamo immaginato e studiato, anche la conduzione, che è cambiata perché Gigi e Ros avevano preso già altri impegni per la data del 31. Patrizio e Claudio hanno rispettato un copione, quello del maestro e dell’allievo, uno antipatico e l’altro simpatico, un effetto voluto. Ringrazio enormemente quelli che hanno fatto girare la macchina alla perfezione, compresi i ragazzi che aiutavano il disegno luci sul Castello che hanno dovuto correre e mettersi al riparo prima che iniziassero i fuochi. L’ emozione più grande? Credo la commozione di Elena De Curtis dinanzi all’enorme tributo di questa festa così importante a Totò. Non mi aspettavo si sentisse così coinvolta, forse credevo fosse abituata e invece, colpita in pieno. Sul palco si sentiva tutta la sua emozione nella voce rotta. Ma grande emozione ho provato anche quando sono entrato nello studio di Dalisi, nel suo mondo fatato, un’emozione paragonabile solo alla sera di Sant’Anna; lì ho visto la festa prima ancora che nascesse ed è stato qualcosa d’incredibile».

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Claudio Iacono, la voce di questa 85° edizione

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«Durante una riunione organizzativa a Villa Maria, stabilito il giorno, tutto s’incastrava tranne la presenza di Gigi e Ros, per loro non c’era la possibilità di venire e quindi abbiamo dovuto cercare un’alternativa. Allora mi è stato proposto e ho detto subito sì. Da quel momento Pietro ha pensato a chi mettermi accanto e quanto è venuto fuori il nome di Patrizio Rispo siamo stati tutti contenti. Abbiamo interpretato un copione stabilito, con lui a fare il maestro e io l’allievo e credo sia andata bene. Non ho apprezzato del tutto i tantissimi complimenti che ho ricevuto, io non ho fatto nessun lavoro, ma è stata una squadra a farlo. Io ero su un palco sereno, tranquillo, ed ero certo che tutti gli ingranaggi si sarebbero incastrati nella maniera migliore. Certo, avevo il peso della responsabilità di valorizzare il lavoro di un gruppo che non ha avuto nemmeno tantissimo tempo per prepararsi, non potevo non dare tutto quello che avevo. L’unico momento in cui sono teso è l’attimo in cui metto il primo piede sul palco, per il resto la vivo con serenità. Puoi stare in ansia di fare qualcosa davanti a 10 persona ma davanti a cinque mila persone non puoi che essere felice. Il momento più emozionante è stato avere vicino  Elena De Curtis, parlarle è stato veramente molto bello. Mi ha divertito quando Patrizio Rispo mi ha dato del secondo Pippo Baudo, ma il complimento che mi ha colpito di più è stato quello di Geppino Cuomo. Non credo si possa parlare di un paragone con Beppi Banfi, ma vedere il mio nome associato al suo è per me un onore, dopo lo spettacolo pensando a questo mi sono commosso. Sì, presentare Sant’Anna era il sogno di una vita, in nessun posto del mondo esiste un evento così».

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