CULTURA & SOCIETA'

Sarà una novena senza zampognari, la bellezza e il fascino dell’attesa

Ci piace il Natale del Presepe, degli zampognari, delle novene, della teatrale Cantata dei Pastori. Ci piace il Natale dei tric-trac, dei giuochi della tombola, delle nocelle, del capitone, degli struffoli e dei roccocò, delle paste reali e della cassata, dei canti struggenti “Tu scendi dalle Stelle” e “Quann nascette Ninno” e tutti quegli altri canti popolari napoletani che magnificano la festa più bella dell’anno

Il fascino e la bellezza del Natale incominciano con i giorni prenatalizi, quando cioè si inizia a pregustare il Natale con l’atmosfera che si ammanta delle sue suggestioni fatte di festosi avvertimenti che ti annunciano che il Natale è ormai a due passi. E’ qui che si entra nel clima vero del Natale. E’ qui che esplode tutta la voglia di viverlo questo Natale col suo senso della tradizione, della religiosità, dell’effimero intriso di consumismo, mondanità, folklore e roba di questo genere.

GLI ISCHITANI CHE GIOCANO A TOMBOLA IN FAMIGLIA

Il Natale è uno ed unico, e ciascuno se lo modella secondo la propria visione del vivere sociale con le sue regole, le sue condizioni. Da oggi a Natale mancano esattamente 7 giorni, 6 alla Vigilia. L’attesa. Nonostante la minacciosa presemnza del Covid- Coronavirus, è bella e dolce quasi uguale, perché già ci sentiamo coinvolti nella sua atmosfera, fatta di tradizioni, di fede, di spettacolo, di festa per le strade, (questo però ce lo immaginiamo) ed in famiglia. A noi piace il Natale della tradizione ispirato alla cristianità ed alla licenza di immaginarci bambino come lo fu Cristo nella Culla. Ci piace il Natale del Presepe, degli zampognari (quest’anno sono stati impediti a venire)), delle novene, della teatrale Cantata dei Pastori. Ci piace il Natale dei giuochi della tombola, delle nocelle, del capitone, degli struffoli e dei roccocò, delle paste reali e della cassata, dei canti struggenti “Tu scendi dalle Stelle” e “Quann nascette Ninno” e tutti quegli altri canti popolari napoletani che magnificano la festa più bella dell’anno. Insomma siamo tradizionalisti, ma non ci dispiace un Natale, almeno una volta, trascorso a Londra o a New York.. Nella nostra isola il Natale di un tempo, cioè dei nostri padri e de nostri nonni e di quando noi eravamo bambini, in parte lo si vive ancora oggi. Siamo riusciti comunque ad essere custodi di un patrimonio storico di ideali che riproponiamo lo stesso ogni anno allorquando il Natale entra ad allietare le nostre vite. Naturalmente cogliamo ciò che è rimasto del Natale di una volta.

IL VESCCOVO DELLA DIOCESI SUA ECC. MONS. PIETRO LAGNESE

Ed è tanto. Le emozioni sono le stesse, la gioia di sentirsi migliori è uguale, il piacere di avvertire i sintomi pungenti della festa è rimasto intatto, le tradizioni, quelle maggiormente avvertite dal popolo, hanno resistito al tempo. Chi invece ha dovuto cedere il passo al progresso ed ai mezzi più sofisticati di gestione, è stato il tradizionale mercato del pesce all’aperto della Vigilia di Natale nella piazza principale del paese. A Ischia, nel Comune capoluogo le piazze cosiddette famose che hanno ospitato il grande mercato del pesce della Vigilia di Natale fino agli anni 80 sono state Piazza Croce a Porto d’Ischia e piazza Luigi Mazzella a Ischia Ponte. Il fattore gastronomico a Natale ha avuto sempre la sua grande importanza. Il credente lo affianca con soddisfazione al rituale religioso e ne gode appieno l’effetto saporifero. Insomma Natale con il botto e il capitone. Tutto in omaggio alla grande ricorrenza della nascita di Gesù Bambino. Che spesso è in noi.

michelelubrano@yahoo.it

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