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Savio tuona: Del Deo e i suoi hanno fallito, vi spiego perché

Nel 2013 l’imprenditore Francesco Del Deo – già sindaco democristiano di Forio per qualche mese nel 1992, come oggi senza lasciare traccia di buon governo – è ritornato da Roma per fare nuovamente il sindaco presentandosi come il nuovo, il rinnovatore e il salvatore della patria. In effetti di nuovo e di diverso rispetto al passato non aveva proprio nulla, la sua formazione e la sua cultura politica e sociale rimanevano democristiane, borghesi, clericali e capitalistiche. Comunque, a suo favore giocarono il vergognoso malgoverno dei suoi predecessori, la voglia dei Foriani di tentare il cambiamento – una speranza, però, fondata sul nulla, sulle promesse elettorali e sull’illusione che dal 1992 ad oggi fosse politicamente e amministrativamente cambiato – e la disponibilità di altri ex democristiani o complici delle passate amministrazioni antipopolari a seguirlo nell’impresa.

Così organizzò una campagna elettorale con lui candidato a sindaco, 7 liste e 112 candidati consiglieri, un programma di grandi e virtuosi cambiamenti e una molto appariscente scenografia elettorale, persino con vallette al seguito che lo accompagnavano nei suoi spostamenti sul territorio: la magnificenza e la pomposità della sua apparizione al pubblico lasciarono ancora una volta il segno sull’elettorato, che lo premiò con l’elezione trionfale di circa l’80% dei voti validi e con 14 consiglieri comunali eletti su 16 di cui è formato il consiglio. Una conquista imponente del potere, che unita alla loro formazione e ambizione di potere li spinse a sentirsi e agire come i dominatori assoluti di Forio, infallibili, inamovibili e insindacabili nelle loro scelte e azioni politiche e clientelari.

Il metodo di governo del paese fu da subito di stampo autoritario e chiuso alle proposte dell’opposizione, sino ad accumulare un ordine del giorno delle sedute del consiglio di circa 100 problemi sociali proposti dall’opposizione e mai consentito dalla maggioranza di discuterli e deliberarli nell’interesse della popolazione. Il sindaco non ha mai risposto per iscritto o in consiglio comunale alle interrogazioni della minoranza. Le commissioni consiliari furono nominate circa un anno dopo l’insediamento del consiglio, quando ciò avrebbe dovuto avvenire all’inizio dell’attività dell’assemblea elettiva, la conferenza dei capigruppo consiliari non è stata utilizzata appieno per la migliore operosità dell’assise votata dai cittadini e la conduzione autoritaria dei lavori del consiglio, sino a fare avvicinare il sottoscritto, illegittimamente e autoritariamente, finanche prima dai vigili urbani e poi dalle forze dell’ordine, una vergogna politica e una umiliazione senza fine della democrazia e dell’istituzione del consiglio comunale. E’ inutile dire che i componenti della maggioranza nei suddetti organismi consiliari si sono comportati con la medesima arroganza utilizzata nel consiglio e senza lasciare spazio alle proposte dell’opposizione.

Un metodo di governo del paese ispirato alla logica deplorevole del clientelismo politico e amministrativo, un gruppo di potere, chiuso persino verso dei componenti della medesima maggioranza e nemico degli interessi di Forio e dei Foriani, che ha condotto allo sfilacciamento della stessa iniziale granitica maggioranza consiliare passando da 17 a 9 componenti e mantenendo ancora la superiorità numerica per un solo consigliere. Il fallimento dell’amministrazione Del Deo ha aggravato pesantemente le condizioni sociali del paese, i risultati del malgoverno sono sotto gli occhi di tutti e ha peggiorato le condizioni di arretratezza e di invivibilità del territorio. Il tentativo di mandare a casa prima del tempo questa amministrazione ci è stato chiesto da gran parte della popolazione e per noi è stato un dovere farlo per liberare presto Forio dal malgoverno, tanto il commissario prefettizio sarebbe rimasto non più di circa tre mesi.

Ha fallito nel rapporto democratico con la popolazione bocciando la proposta del P.C.I.M-L. di istituire, con elezioni, i consigli dei cittadini per instaurare un rapporto di democrazia, uguaglianza e trasparenza tra amministratori e amministrati; ha fallito nello sviluppo dell’occupazione della classe lavoratrice operaia e intellettuale, particolarmente dei e delle giovani; ha fallito sulla programmazione – il piano urbanistico comunale è ancora da venire – dello sviluppo urbanistico del territorio, che produrrebbe nuova occupazione e decoro sociale; ha fallito sulla proroga della gestione privata del porto, che nulla produce per lo sviluppo strutturale del paese; ha fallito nella gestione ottimale e produttiva dei beni comunali, nonostante le proposte del P.C.I.M-L.; ha fallito sulla carenza del sistema viario e sul dissesto stradale; ha fallito nella gestione delle spiagge libere e del servizio di nettezza urbana: per quest’ultimo i Foriani spendono circa 7 milioni all’anno per avere un paese sostanzialmente sporco.

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Ha fallito nella manutenzione delle strutture scolastiche e sportive; ha fallito nella mancata istituzione dei servizi dello scuolabus e della mensa scolastica comunale e in altre esigenze della scuola primaria e secondaria di primo grado; ha fallito nella rinascita sociale dei quartieri baraccali risalenti al lontano 1883; ha fallito nel programmare e realizzare la costruzione di nuove case economiche e popolari per i senza tetto e di nuovi istituti scolastici; ha fallito nel non far pagare più tasse a chi accumula ricchezza dalle grandi attività turistiche e meno ai lavoratori, pensionati e poveri; non sono stati evitati lavori pubblici fatti male e nuovi contenziosi, che pagheranno i nostri concittadini; per l’attuale sede municipale ci prepariamo a un nuovo enorme contenzioso, forse plurimilionario, mentre La Colombaia ha accumulato, al momento, un debito di circa 800.000 euro; pessima è stata e rimane la gestione del personale, che ha prodotto altri contenziosi; la realizzazione del depuratore aspetta ancora, mentre il sistema fognario necessita di interventi urgenti su varie parti del territorio comunale; eccetera.

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Tale è la realtà del paese, che ogni cittadino può constatare da sé, al netto della propaganda elettorale del sindaco e della sua amministrazione, che è già cominciata per le prossime elezioni amministrative. Il P.C.I.M-L. ha sostenuto nei decenni passati, nel 2013 e sostiene oggi che Forio ha tutte le potenzialità territoriali, ambientali, artistiche, culturali e professionali per poter rinascere a nuova vita, ma ciò può avvenire unicamente con una gestione democratica, trasparente e antifascista dell’interesse collettivo e nel pieno rispetto dei diritti costituzionali, legislativi e amministrativi rigorosamente uguali per tutti i cittadini. Non è una questione di amministratori giovani o anziani, non è un problema anagrafico, anzi troppo spesso i giovani si rivelano peggiori dei più avanzati negli anni. L’ostacolo da rimuovere sono le culture amministrative borghesi, clericali e padronali che gli elettori hanno insediato al potere. Occorre un governo dell’interesse collettivo dalla cultura coerentemente comunista, progressiva e antifascista, necessitano un sindaco e un’amministrazione legati idealmente e culturalmente ai bisogni e alle attese della classe lavoratrice operaia e intellettiva e non agli affari delle lobby economiche.

Il Partito Comunista Italiano Marxista-Leninista da sempre lotta per questa svolta amministrativa e per la rinascita sociale del nostro paese. Il popolo elettore se vuole alle prossime elezioni comunali può  decidere il risorgimento economico e sociale di Forio. Noi, come sempre, ci saremo per la difesa e l’affermazione degli interessi della classe lavoratrice operaia e intellettuale pubblica e delle attività private del turismo, dell’agricoltura, dell’artigianato, del commercio e delle libere professioni garantendo un buon governo della società, lo sviluppo dell’occupazione e il progresso sociale del paese.

 

* Segretario generale e Consigliere comunale di Forio del P.C.I.M-L.

 

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