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Scafarto, dalle accuse di falso all’incarico di assessore

ISCHIA. Assessore alla sicurezza del Comune di Castellammare di Stabia. È questo il nuovo incarico assunto da Gianpaolo Scafarto, il maggiore dell’arma dei Carabinieri protagonista di indagini che hanno dato vita a processi la cui eco mediatica è tuttora viva. Dal caso Consip, che ha coinvolto indirettamente anche l’ex Premier Renzi, all’inchiesta sulla metanizzazione a Ischia che vide tra gli imputati anche Giosi Ferrandino, Scafarto fu spesso a capo delle attività investigative e dunque principale “accusatore” nei processi conseguenti. Da venerdì scorso, il maggiore ha accettato l’offerta del sindaco Gaetano Cimmino (Forza Italia), anche se non ha ancora deciso se svolgerà questo nuovo incarico a tempo pieno oppure part time, vista l’ampia discrezionalità lasciatagli dal primo cittadino, che guida una giunta di centrodestra. Una cosa però la nega decisamente: «Il mio è un incarico tecnico. Non farò mai politica, nemmeno in futuro». Scafarto era stato sospeso dal servizio quando il suo nome fu iscritto nel registro degli indagati con l’accusa di aver falsificato alcuni atti nell’indagine Consip: in particolare, di aver falsamente attribuito una frase all’imprenditore napoletano Alfredo Romeo, il quale diceva di aver incontrato Tiziano Renzi, padre dell’ex presidente del Consiglio, frase che in realtà era stata pronunciata dall’ex parlamentare Italo Bocchino, collaboratore dell’imprenditore napoletano.  La Procura di Roma ipotizzò inoltre la falsità della presunta attività di pedinamento da parte di alcuni componenti dei Servizi nei confronti dei Carabinieri del Nucleo Operativo Ecologico  durante l’indagine a carico di Alfredo Romeo. Accuse che ovviamente gettarono  alcune ombre anche sull’operato del sottufficiale sul procedimento Cpl Concordia, che come detto riguardava la metanizzazione dell’isola di Ischia, oggetto d’indagine della Procura di Napoli su impulso del dottor Henry John Woodcock insieme ai pubblici ministeri Carrano e Loreto, i quali per le indagini si erano avvalsi proprio del gruppo dei Carabinieri del Nucleo operativo ecologico, col capitano Scafarto a coordinare le attività di intercettazione. Il processo napoletano, come si ricorderà, si è chiuso a gennaio con la piena e completa assoluzione dell’ex sindaco di Ischia Giosi Ferrandino e dell’ex responsabile dell’ufficio tecnico comunale. Il capitano è comunque stato reintegrato nel servizio, e attualmente è in forza presso la Legione di Napoli con un incarico logistico. Non teme l’esito del processo, e rivendica la propria innocenza oltre che quasi un quarto di secolo di onorata carriera: «Adesso penso solo a migliorare la vivibilità della mia città».

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