CULTURA & SOCIETA'

Le apparizioni e il giudizio della commissione: la parola a Don Gaetano Pugliese

«Non è possibile predeterminare i tempi del pronunciamento della Chiesa. Comunque, nel caso di Zaro penso che si è ad un buon punto»

Venticinque anni di apparizioni, tanti messaggi e profezie. Un mistero a cui tanti credono soprattutto «per perenni esigenze dell’uomo». È Don Gaetano Pugliese, parroco di Sant’ Antonio in Casamicciola e cancelliere della curia vescovile, a rispondere alle nostre domande sui lavori della Commissario Zaro di cui è segretario. Un fenomeno che richiama fedeli da ogni parte d’ Europa e che sarà, presto, chiarito.

Don Gaetano, venticinque anni fa la prima apparizione. Cosa è cambiato dalla nomina della commissione?

«Questa presunta mariofania, manifestazione mariana, con la nomina della Commissione diocesana, ha smesso di essere lasciata al solo approccio estremamente soggettivo ed improvvisato dei fedeli, diventando invece anche oggetto di studio, di approfondimento, ricerca e valutazione da parte di un gruppo di esperti, che stanno lavorando in nome della Chiesa ed a servizio della Verità. Negli ultimi mesi c’è stato un passo significativo, il padre francescano fra’ Luigi Ortaglio, vice presidente della Commissione, ha avuto dal nostro vescovo l’incarico di “inviato” per seguire da vicino il fenomeno, accompagnando spiritualmente anche le presunte veggenti».

Da quando è stata nominata ad oggi come procede il lavoro di valutazione della commissione?

«Sono stati ascoltati varie volte i presunti veggenti: per una prima spontanea e generica narrazione della loro esperienza, successivamente per un’esposizione più dettagliata della stessa in risposta a quesiti precisi. Sono state ascoltate anche altre persone che sono state e sono vicino ai veggenti. Attualmente si stanno esaminando i contenuti dei messaggi sotto un triplice aspetto: teologico, morale e psicologico».

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C’è già una prima idea rispetto al fenomeno?

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«Non può esserci una “prima” e poi un’eventuale seconda valutazione. La valutazione di una simile Commissione sarà unica e formulata al vescovo alla fine dei lavori. Indubbiamente il fenomeno presenta delle analogie con quello di Medjugorie e penso di poter dire che è scevro di punte di fanatismo religioso».

Come è visto il fenomeno dalla Chiesa di Ischia?

«Tanti cristiani locali hanno frequentato i momenti di Zaro, il numero è variato nel corso degli anni, a volte maggiore, a volte in calo, a seconda anche delle stagioni. I sacerdoti all’inizio sono stati invitati, come è prassi, dal vescovo di allora a non partecipare proprio perché l’evento maturasse. Attualmente alcuni seguono con interesse e simpatia, altri sono indifferenti, qualcuno lo nega».

Come mai tanta gente e da tutta Italia segue il fenomeno delle apparizioni con tanta fede nonostante non ci sia ancora una risposta chiara?

«Nella storia della Chiesa spesso i “tempi” dei fedeli sono stati più veloci di quelli di chi esercita il servizio dell’autorità e della ricerca teologica, i quali sono tenuti ad essere ponderati e prudenti, per evitare facili errori. Nelle persone c’è tanta sete di Dio e bisogno di trovare risposte ai tanti quesiti esistenziali, che umanamente spesso restano insoluti, o alle tante difficoltà, che non hanno soluzione a portata di mano. Credo che la presenza dei fedeli a Zaro sia motivata innanzitutto da queste perenni esigenze dell’uomo».

Quali sono i tempi affinché si chiarisca il fenomeno?

«Non è possibile predeterminare i tempi del pronunciamento della Chiesa. Basti pensare che la stessa, nonostante la durata quasi quarantennale della presunta mariofania di Medjugorie e la conclusione dei lavori della Commissione, presieduta dal Cardinale Ruini, non si è ancora ufficialmente pronunciata a tale proposito. Comunque, nel caso di Zaro penso che si è ad un buon punto».

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