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«Sono scappato da Ischia per dire basta alla schiavitù del gioco»

ISCHIA. Giocava anche 500 euro al giorno, schiavo della ludopatia che per venti anni lo ha tenuto prigioniero. Oggi quelle catene le sta spezzando grazie ad un percorso di recupero e si definisce ‘un uomo sereno’ che finalmente ‘ha ripreso la vita in mano’. Questa è la storia di un giocatore compulsivo in recupero che ha accettato di raccontarci il suo dramma. Una passione per il gioco nata all’improvviso, quella dell’ischitano Paolo (nome di fantasia). A 16 anni, i primi segnali. Poi i problemi con l’attività, le banche, le finanziarie, i fitti e le bollette non pagate. “Non giocavo più per vincere, ma per placare la sete di adrenalina”. A giugno di tre anni fa, Paolo racconta tutto alla moglie e lei è decisa a lasciarlo. Ma lui si rivolge ad un suo collega di lavoro che, in precedenza, gli aveva parlato di una associazione che aiuta i giocatori anonimi ad uscirne fuori ed accetta di iniziare un percorso di recupero. “Oggi ho ripreso la mia vita in mano e le uniche emozioni che cerco sono i sorrisi di mia moglie e dei miei figli”. “Il mio percorso di recupero – ci spiega – l’ho fatto lontano dall’isola. Non mi andava che la mia famiglia venisse additata per quello che era un mio vizio”. Chiediamo a Paolo del regolamento appena approvato nella vicina isola di Capri e ci spiega: “Se un giocatore vuole giocare lo fa a tutti i costi. Ed a quel punto cerca dei giochi on line o non ha paura di prendere un traghetto o aliscafo e trasferirsi sulla terraferma pur di appagare il suo ‘bisogno’. Ma vietare o almeno limitare la presenza delle macchinette può certamente rappresentare un ottimo deterrente contro il gioco”. “Il consiglio che posso dare a tutti è quello di non giocare mai. La miglior vincita è quella dei soldi non bruciati nel gioco” spiega.

Paolo, per scelta, si è allontanato dall’isola per curare la sua ludopatia. Ma se qualche giocatore volesse curarsi sull’isola quali sono le strutture idonee? Al di là del centro di ascolto per giocatori anonimi presso la parrocchia dello Spirito Santo di Ischia Ponte, non c’è uno sportello dell’Azienda Sanitaria Locale dedicato alle dipendenze comportamentali. Nei primi mesi del 2017 l’Asl Napoli 2 Nord ha scelto di chiudere il suo centro legato alle dipendenze e di dirottare ai Sert, cioè ai centri per le tossicodipendenze, di appartenenza. “A Caivano e Marano di Napoli – ci spiega il dottor Vincenzo D’Auria responsabile facente funzione del dipartimento delle dipendenze- nell’ambito della nostra Asl ci sono degli sportelli dedicati a tutte le forme di dipendenza comportamentali. Non ce n’è uno sull’isola di Ischia. In ogni caso chi ha delle dipendenze e si rivolge ai nostri sportelli viene dirottato al Sert e lì viene seguito adeguatamente. Gli operatori sanitari del centro, poi, mettono in contatto i ludopatici con i nostri centri di Caivano e Marano che rappresentano dei centri di eccellenza oltre che tra i primi in Italia relativamente alla fondazione”.

Nei centri dell’Asl si curano tutte le forme di dipendenza comportamentali. “Una delle forme più gravi di dipendenza comportamentale patologica – ci conferma D’Auria – è quella da gioco d’azzardo, ma ce ne sono altre molto gravi. La dipendenza dagli acquisti è caratterizzata ad esempio da pensieri continui che riguardano lo shopping e comportamenti di acquisto ripetitivi e incontrollabili. La dipendenza dal sesso (sex addition), per la quale il sesso diventa un’esigenza primaria e tutto il resto può venire sacrificato, con conseguenze sia sociali che individuali e fisiche molto pesanti. E ancora, la dipendenza dalla pornografia o dalle nuove tecnologie. Ad esempio da internet, dal telefono cellulare, dai videogiochi, dai social network e altro. Dipendenze che viste così potrebbero far sorridere, ma che in realtà distruggono la vita di centinaia di persone e delle loro famiglie”.

Sull’isola di Ischia il fenomeno legato al gioco d’azzardo legale registra dei numeri record (in negativo). Nel 2016, secondo “L’Italia delle slot”, database promosso dal gruppo Gedi Quotidiani Italiani in collaborazione con Visit lab content, sull’intera isola sono stati spesi circa 60milioni di euro nelle slot machines e Videolottery. Negli anni passati ci sono stati anche eposodi legati alla ludopatia che hanno sconvolto l’isola. Cinque anni fa, un uomo, Mario, decise di togliersi la vita per aver sperperato tutti i risparmi della famiglia al gioco d’azzardo. Un volo di 50 metri, una spinta dettata dalla disperazione, dei soldi persi per un gioco che si poteva evitare. Ma l’ombra del gioco d’azzardo arriva anche su un episodio di cronaca, che vede ammanettato un agente della Polizia Municipale per aver sottratto dalle casse del comune 87 mila euro. Soldi che ammise di aver rubato per giocare d’azzardo. Sono situazioni eclatanti legate al gioco d’azzardo che hanno guadagnato la ribalta della cronaca, tante altre vicende altrettanto gravi restano nascoste nelle case o in quelle sale slot, regno di false speranze che sempre più giovani, in preda alla noia o in cerca di una vincita facile, prendono a frequentare.

 

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