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L’abbiamo colta in fallo, Ischiambiente corre ai ripari

Li abbiamo sgamati. E costretti a correre ai ripari. Né più né meno, punto e basta. Si spiega solo così il clamoroso dietrofront operato dalla società partecipata Ischia Ambiente con un avviso pubblicato anche all’albo pretorio del Comune di Ischia ed indirizzato proprio all’ufficio messi del palazzo municipale di via Iasolino, a firma evidentemente del presidente del Cda, avv. Vincenzo Capuano. L’oggetto è abbastanza chiaro ed esaustivo: “Avviso pubblico di selezione per il conferimento di incarichi di consulenze esterne ns prot. n. 3349 del 15 novembre 2017”.

Ecco il testo integrale: “Con riferimento all’avviso pubblico di cui all’oggetto si precisa che: il punto 3 ossia Durata dell’incarico è modificato come segue: Per entrambe le posizioni la durata dell’incarico viene stabilita dal 1 gennaio 2018 fino al 30 settembre 2019, eventualmente prorogabile, con effetto dalla data della firma del contratto; Il punto 6 Compenso è modificato come segue: il compenso per tutta la durata della collaborazione, ovvero dal 1 gennaio 2018 fino al 30 settembre 2019 viene così determinato: consulenza ed assistenza nelle materie previste dagli artt. 1 e 2 Legge 12 del 11 gennaio 1979 (consulente del lavoro) compenso euro 25.000 al lordo delle ritenute di acconto, oltre iva e cpa; consulenza ed assistenza nel servizio di contabilità generale, nella consulenza fiscale e tributaria compenso euro 30.000 al lordo delle ritenute di acconto oltre iva e cpa”. Che cosa ha fatto in pratica Vincenzo Capuano con questo avviso? Così come pubblicato in prima battuta, il bando per la ricerca per i due consulenti prevedeva – almeno così appariva ad una prima lettura – che il pagamento del corrispettivo ai due professionisti per un anno fosse di complessivi 55.000 euro. Ora invece si spiega che questo importo andrà garantito per l’intera durata del rapporto di collaborazione, che sarà esattamente di venti mesi.

Ma in realtà a mettere sul chi va là il presidente del cda della società monnezzara è stata la sottolineatura contenuta nel nostro servizio giornalistico pubblicato ieri, nel quale avevamo rimarcato una palese irregolarità o se preferite anomalia. Quella di un’attribuzione dei compensi impossibile da praticare perché quanto contenuto nel capitolato di Ischiambiente approvato nel 2013 (e successivamente riconfermato proprio di recente con queste normative che non sono mai state modificate) i compensi in oggetto non possono superare i 22.000 euro. Un “cavillo” che siamo andati a pescare e che evidentemente ha costretto i vertici della partecipata a dover fare dietrofront e rielaborare quanto riportato nel primo avviso. Tra l’altro, non vorremmo essere pignoli e dare proprio l’idea di voler rompere le uova nel paniere, ma anche dilatando in questa maniera gli importi da erogare ai due professionisti, si supererebbe – sia pure in maniera meno “straripante” – la soglia dei 22.000 euro annuali di cui sopra. Ma è chiaro che, pur credendo preconcettualmente alla buona fede dei terzi, appare difficile pensare che si sia potuto commettere un errore così grossolano in sede di formulazione del bando. Fermo restando che oggi, così come nell’edizione di ieri, chiudiamo con un inquietante quesito: perché mai far lievitare i costi di consulenze che allo stato dell’arte sono molto più economiche? La risposta resta la testa, misteri… di Ischiambiente.

Gaetano Ferrandino

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