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“Nessun avvicendamento per i lavoratori Caremar”

Avv. Cesarina Barghini

 

Resto veramente sconcertata dinanzi alle dichiarazioni apparse oggi sui quotidiani locali, secondo le quali i numerosi sbarchi per avvicendamento disposti negli ultimi giorni rappresenterebbero una normale procedura prevista dal codice della navigazione e dal C.C.N.L. Certo, l’affermazione sarebbe giusta se si trattasse di lavoratori precari, non stabilizzati, quali i Turni Generali e i Turni Particolari, non già quando ad essere “avvicendati” sono, invece,  i marittimi che intrattengono con Caremar s.p.a.  un rapporto di lavoro subordinato a tempo indeterminato o in regime di C.R.L. ( Continuità di Rapporto di Lavoro ) alcuni anche da decenni. L’istituto dell’ “avvicendamento”, infatti, nasceva storicamente in epoca corporativa, quale strumento per consentire ai lavoratori marittimi, ancora non stabilizzati, di svolgere saltuariamente – a rotazione – un’attività lavorativa che in un contesto di “solidarietà” consentisse, almeno per un periodo dell’anno, a molti di loro di far fronte alle più elementari necessità: un fine certamente nobile, ma estraneo alla nostra fattispecie. Non occorre essere giuristi per rendersi conto che applicare tale istituto ai lavoratori già stabilizzati rappresenti una contraddizione in termini, poiché significherebbe confondere il rapporto di lavoro subordinato a tempo indeterminato con il singolo contratto di arruolamento e, conseguentemente, limitare a 4 mesi l’imbarco del marittimo, lasciandolo privo di retribuzione per almeno altri 2 mesi (senza che ricorra alcuna delle previsioni di legge che lo consenta)  per reimbarcarlo nei successivi 4 mesi, terminati i quali, sarà di nuovo per la strada, e non si sa per quanto, poiché l’accordo sindacale citato nelle dichiarazioni si ferma ad 8 mesi per i CRL, con la variante degli 8 mesi e 20 giorni per i T.I. Questi ultimi, in particolare,  verrebbero trasformati in Turni Particolari, catapultandoli indietro, fino ad un’epoca antecedente l’introduzione delle cause di lavoro nelle quali sono risultati vittoriosi, come se non le avessero mai intentate, bruciando in un attimo tutti i diritti dagli stessi conquistati.

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