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“Schiaffo” del Tribunale di Napoli, gli avvocati pronti alla guerra

L’assoforense chiama, il Tribunale di Napoli risponde. Peccato, però, che lo faccia in una maniera inappropriata. Se il presidente Francesco Cellammare era intervenuto con forza a sottolineare una serie di interventi tesi a verificare il perché di reiterati “ammutinamenti” da parte del personale di cancelleria, la risposta che arriva dalla terraferma è francamente sconcertante, e siamo certi di non esagerare affatto. Solo con questo termine può essere definita la replica del presidente Ettore Ferrara il quale dopo una lunga premessa nella quale prende atto dell’assenza di unità lavorative amministrative e spiega che allo stato non è possibile prevedere le date di rientro in servizio dello stesso dispone, udite udite, che «tutti gli atti in materia penale connessi all’osservanza di termini processuali ovvero connotati da obiettivi requisiti di urgenza, verranno depositati presso l’ufficio del registro generale penale di questo tribunale; il direttore del predetto ufficio provvederà al deposito, registrazione e successiva trasmissione alla Sezione di Ischia degli atti pervenuti presso la sede di Napoli, secondo le indicazioni che verranno fornite avuto riguardo alle necessità processuali».

Insomma, di fatto pur esistendo una sezione distaccata di tribunale ad Ischia secondo Ferrara gli atti dovrebbero essere depositati in continente. Insomma, non vorremmo apparire blasfemi ma in pratica è come se il Presidente del Tribunale pensi di potersi sostituire al Ministero ed al Parlamento disapplicando – con una visione decisamente personalistica – una norma di legge che proroga il mantenimento della Sezione Distaccata di Ischia fino al 31 dicembre 2018 e sopprima di fatto, seppure temporaneamente, la cancelleria penale di Ischia imponendo agli Avvocati ed all’Utenza di recarsi a Napoli per il deposito degli atti, con grande dispendio di energie, di danari e di tempo (mezza giornata persa solo per tale incombente materiale) che la trasferta marittima comporta. Gli avvocati, almeno così si vociferava ieri, hanno davvero un diavolo per capello, ritengono che si tratti di un provvedimento inaccettabile che ha il sapore della ripicca contro le  legittime segnalazioni e rivendicazioni e mortifica ulteriormente i professionisti del foro isolano che a questo punto, avendo invano immediatamente fatto pervenire alla Presidenza del Tribunale le proprie rimostranze, avrebbero preso atto di non avere altra scelta se non quella di cessare ogni tipo di collaborazione con i vertici delle istituzioni napoletane della Giustizia e reagire con la massima determinazione a tutela del sacrosanto diritto della popolazione Ischitana chiedendo e pretendendo il regolare funzionamento della macchina giudiziaria quale servizio pubblico essenziale e di primaria importanza sulla nostra isola. Insomma, per farla breve… l’ascia di guerra è ormai completamente dissotterrata.

Corrado Roveda

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