CRONACA

Schilardi dà ragione a Castagna: no al dimezzamento del Cas

Il Commissario preme sul Governo affinché venga disapplicata la riduzione del 50% del contributo per coloro che abitavano in un immobile la cui proprietà formale è riconducibile a un parente consanguineo

Il commissario alla ricostruzione post sisma, Carlo Schilardi, ha riconosciuto la fondatezza delle osservazioni portate dal sindaco Castagna. Parliamo di un problema interpretativo relativo a una norma commissariale, concernente l’applicazione o meno della riduzione del 50% del contributo di autonoma sistemazione (Cas), nei confronti di un limitato numero di nuclei familiari, la cui dimora abituale e continuativa è stata danneggiata o distrutta dal sisma, laddove la proprietà formale dell’abitazione risulti di un parente consanguineo, e più in particolare del padre o viceversa del figlio di chi viveva nell’abitazione stessa: abitazione che poi era stata concessa in disponibilità al familiare spontaneamente e senza oneri.

Ridurre il contributo in casi del genere verrebbe a configurare, secondo il sindaco Castagna, un’ingiustizia sostanziale pur rispettando formalmente la norma: lo scorso 23 giugno il primo cittadino si era incontrato con l’ex prefetto nella sede della struttura commissariale proprio per auspicare la risoluzione della problematica e tranquillizzare i cittadini. E infatti anche il Commissario Schilardi ha fatto propria l’interpretazione “sostanzialistica” della norma in questione, così come offerta dalle associazioni di cittadini terremotati e le amministrazioni comunali, Casamicciola in testa: un’interpretazione che tiene conto del rapporto intimo di carattere umano ed economico che connota il rapporto genitori-figli, e che viene argomentata con una serie di considerazioni ben articolate.

Il commissario ha così inviato una missiva al Governo e al Dipartimento della Protezione civile, riportando tali argomentazioni: innanzitutto, è stato evidenziato che l’articolo 18, comma 1, del D.L. 109/2018 poi integrato e convertito prevede che il commissario straordinario “provvede entro il 30 aprile 2020 alla cessazione dell’assistenza alberghiera e alla concomitante concessione del contributo di autonoma sistemazione alle persone aventi diritto; dispone altresì la riduzione al 50 per cento dei contributi di autonoma sistemazione precedentemente concessi in favore dei nuclei familiari residenti in abitazioni non di proprietà, che possono comunque essere concessi fino al 31 dicembre 2020”. Nella missiva il prefetto fa notare che, in un’ottica puramente interpretativa, sarebbe difficile ridurre la condizione di un parente consanguineo in linea diretta e in primo grado a quella di un qualunque locatario che dopo il sisma non ha avuto danni ai propri immobili o a quelli dei familiari.

Fra l’altro, viene fatto notare che equiparando la posizione di genitori e figli in campo immobiliare è stato loro riconosciuto il beneficio del dimezzamento della base imponibile concernente l’Imu, per le unità immobiliari concesse in comodato che le utilizzino come abitazione principale. Beneficio che peraltro si estende in caso di morte del comodatario, al coniuge di quest’ultimo in presenza di figli minori.

Inoltre i Comuni e le associazioni avevano fatto presente che le problematiche di natura assistenziale e di sostegno alla ricostruzione relative al rapporto genitori-figli erano già state risolte favorevolmente per il sisma dell’Italia Centrale. E in effetti l’ordinanza del Capo del Dipartimento della Protezione civile n. 614 del 12 novembre 2019, adottata allo scopo di razionalizzare le misure di assistenza abitativa per il sisma dell’Italia Centrale, all’articolo 3 comma 2 prevede che in virtù di un’interpretazione tesa a evitare disparità di trattamento, il beneficio deve essere riconosciuto anche nell’ipotesi in cui il godimento dell’abitazione originaria fosse a titolo gratuito. Inoltre tale norma prevede che i soggetti legati da un rapporto di parentela in linea diretta o collaterale con il proprietario dell’immobile che, al momento degli eventi sismici, dimoravano a titolo gratuito, con la conseguente possibilità di percepire il Cas nell’ipotesi di presentazione dell’impegno del proprietario consanguineo a proseguire il rapporto in regime di comodato gratuito già esistente al momento del sisma, una volta ripristinato l’immobile. Adesso si attende la risposta del governo e della Protezione civile. Intanto, la struttura commissariale lavora per ottenere una proroga del Cas anche nel 2021, seppure con importo dimezzato.

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