CRONACA

Free Market e Casa Bianca, al processo riflettori sull’ordinanza di demolizione

Ieri la deposizione di una dipendente comunale sulle modalità di emissione del provvedimento nei confronti dell’albergo dei Maronti

Dopo il rinvio di due settimane fa, si è svolta ieri mattina una nuova udienza nell’ambito del processo originato dall’inchiesta “Free Market”. Ieri mattina al banco dei testimoni è stata ascoltata la ragioniera Stefania Iacono, dipendente del Comune di Barano all’epoca dei fatti. Il processo è da tempo su uno dei due rami principali dell’inchiesta, quello relativo alle vicende dell’albergo Casa Bianca sito nei pressi della spiaggia dei Maronti. Prima che l’udienza entrasse nel vivo, uno dei difensori, l’avvocato Molinaro, impossibilitato a presenziare per motivi di salute, ha fatto pervenire istanza di rinvio: il Tribunale ha quindi deciso di eseguire lo stralcio delle posizioni dei due imputati difesi dal professionista isolano, per poi passare ad ascoltare l’unica teste della giornata. Visto il trasferimento del presidente del collegio ad altra sezione, si è ritenuto di andare avanti il più rapidamente possibile col processo. Anche stavolta, come nella scorsa udienza, l’attenzione si è concentrata sull’ordinanza di demolizione relativa all’albergo Casa Bianca situato nei pressi della spiaggia dei Maronti. La teste all’epoca dei fatti si occupava di produrre le ordinanze di demolizione presso l’ufficio tecnico baranese. Più precisamente, la ragioniera ha spiegato che esisteva un modulo prestampato, predisposto dal tenente Stanziola, uguale per tutte le ordinanze. Poi riceveva le relazioni dei tecnici sui vari episodi di abusivismo edilizio, e procedeva a una sorta di “assemblaggio” inserendoli nello schema precostituito citato poc’anzi, producendo così l’ordinanza di demolizione. Nel caso in questione, la teste ha spiegato di non essere stata lei a produrre l’ordinanza nei confronti della signora Migliaccio, titolare della struttura alberghiera, in quanto assente in quei giorni negli uffici comunali. Dunque, anche se di consueto si trattava di un compito da lei svolto, in quel preciso frangente era stato qualcun altro ad “assemblare” l’atto. La ragioniera ha anche riferito sulle tempistiche, spiegando che arrivava la relazione del tecnico sulla posta del protocollo e poi dopo alcuni giorni le veniva assegnato il compito di produrre l’ordinanza che poi sottoponeva alla firma del dirigente che sottoscriveva le demolizioni: nel caso in questione – parliamo del dicembre 2013 – secondo la testimone i tempi erano stati un po’ più rapidi del solito. Per quanto riguarda il merito del provvedimento, la ragioniera Iacono ha spiegato di non ricordare quale fosse il contenuto concreto, vale a dire il presunto abuso, descritto nell’ordinanza, proprio per la natura di “assemblaggio” del compito assegnatole, precisando infine di essere una componente del settore “amministrativo” al servizio dello quello “urbanistico”.

Il provvedimento in questione, ai fini del processo, rileva in quanto stranamente contrastante con la concessione di un’autorizzazione paesaggistica su una parte dell’immobile, nonostante esso fosse stato dichiarato “totalmente abusivo”. Un’autorizzazione che arrivò due mesi prima dell’emissione della citata ordinanza di demolizione: un comportamento contraddittorio che il Gip attribuì all’intenzione di favorire il signor Raffaele Piro, gestore della struttura di proprietà – come detto – della signora Maddalena Migliaccio. Fra l’altro il provvedimento paesaggistico, secondo gli inquirenti, fu falsificato.

Il processo, iniziato circa un lustro fa, contempla un elenco di tredici imputati, a vario titolo ritenuti responsabili, tra l’altro, di più episodi di peculato, concussione, corruzione per l’esercizio della funzione, abuso d’ufficio, falsità materiale ed ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atto pubblico e truffa in danno del Comune di Barano. Le attività investigative iniziarono grazie alla denuncia di Alessandro Slama nei confronti del tenente della polizia municipale di Barano Antonio Stanziola, denuncia che diede origine a un’indagine sempre più ampia, arrivata a coinvolgere un gran numero di personaggi di Barano: Paolino Buono, Salvatore Di Costanzo, Alexandra Eugenia Di Meglio, Ottavio Di Meglio, Maria Grazia Di Scala, Ernesto Napolano, Ciro Pinelli, Raffaele Piro, Antonio Schiano, Antonio Scordo, Antonio Stanziola, Antonio Vuoso e Giorgio Vuoso. La prossima udienza, nella quale dovrebbe essere ascoltato il maresciallo Bonavoglia, è stata fissata a metà dicembre.

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