Scuola Marconi e Sanità, la dirigente scrive a Giosi
di Sara MatteraISCHIA.
Lo studio e la possibilità di frequentare l’ambiente scolastico dovrebbero essere dei diritti riconosciuti a tutti, anche a quanti, purtroppo, hanno un delicato quadro clinico di salute. E, non a caso, sono sempre più i corsi di specializzazione finalizzati a dare anche agli insegnanti la giusta preparazione per poter far fronte alle specifiche esigenze di chi ha particolari patologie. Succede, però, che il corpo scolastico non sia tenuto necessariamente a doversi prendere la responsabilità di sopperire ad alcuni compiti che sarebbe più opportuno che fossero svolti, piuttosto, da operatori maggiormente qualificati in materia sanitaria e alla cui dotazione, all’interno dell’istituzione scolastica, dovrebbero provvedere ben altri organi competenti in materia. Ed è proprio questo che ha rimarcato la dirigente scolastica dell’istituto Marconi di Ischia, Lidia Gentile, in una nota indirizzata, nei giorni scorsi, al sindaco del Comune di Ischia, Giosi Ferrandino. Tutto è cominciato, infatti, quando un genitore di un alunno frequentante il suddetto plesso, ha presentato una richiesta formale alle dirigente, mettendola al corrente della necessità della somministrazione di un particolare farmaco a suo figlio, durante le ore scolastiche. Il genitore in questione aveva anche manifestato la volontà di somministrare personalmente il farmaco al bambino, almeno per i primi tempi. Una situazione questa che, però, creava non poche difficoltà anche al genitore in questione dal momento che, dovendo essere presente durante le ore di scuola, era costretto, ad esempio, ad assentarsi dal lavoro. La Gentile, ovviamente, si è immediatamente attivata per la situazione e ha concesso l’autorizzazione al genitore del ragazzo per avere accesso ai locali della scuola durante le ore di studio, in attesa di riuscire a reperire operatori scolastici che dessero la propria disponibilità nel garantire la continuità della somministrazione del farmaco. Ed è proprio qui che casca l’asino. Come ha sottolineato anche la stessa dirigente del Marconi, nella suddetta nota, nessuna normativa italiana stabilisce che “sia dato per scontato che la suddetta somministrazione dei farmaci spetti esclusivamente al personale all’interno della scuola, il quale non può essere obbligato in alcun modo ad assumersi tale responsabilità”. Una nota del Ministero della Pubblica Istruzione, risalante al Luglio del 2005, infatti, a tal proposito, stabilisce che, se da una parte è vero che negli ultimi anni il campo di competenze di chi lavora all’interno dell’ambito scolastico si è allargato per far fronte alle sempre più nuove esigenze richieste nella scuola, è anche vero che, d’altro canto, spetta all’ente locale del territorio di riferimento assicurare l’assistenza specialistica per particolari tipologie di disabilità all’interno dell’istituzione scolastica, da doversi svolgere con personale qualificato. Per questo motivo, se da una parte, nella nota indirizzata non solo al sindaco del Comune di Ischia, ma anche al direttore del distretto sanitario 36 dell’Asl Napoli2 Nord, Roberto Landolfi e alla dottoressa Concetta De Crescenzo dell’Ufficio del Comune di Ischia per la Salute e per i Servizi Sociali, la dirigente Gentile ha, richiesto un corso di formazione da destinare agli operatori scolastici, con l’obiettivo di poterli istruire sugli specifici interventi da dover prendere in considerazione in caso di emergenza, dall’altra, ha anche fatto presente che sarebbe opportuno da parte del Comune di Ischia e dell’Asl, attuare una convenzione o una collaborazione con la scuola. Solo così, infatti, si potrebbe sopperire alla mancanza di figure professionali ad hoc che siano molto più competenti nella gestione di casi di emergenza. Un’ impresa questa, non impossibile dal momento che, anni fa, all’interno dell’istituto era presente non solo un infermiere, ma c’era, addiritura, una stanza con un lettino d’emergenza. La mancanza di operatori sanitari all’interno delle istituzioni scolastiche, per la verità, è sentita, non solo dal Marconi, ma anche dalle altre scuole isolane, molte delle quali sono prive anche di medicinali di primo soccorso che potrebbero servire nei casi in cui uno studente, malauguratamente, debba essere medicato. C’è poi anche chi lamenta, all’interno di alcuni istituti scolastici, la mancanza di un équipe socio-psico-pedagogica che possa supportare, costantamente, insegnanti e genitori. D’altronde, però, che la nostra isola sia inadeguata sul piano sanitario è, ormai un dato appurato. Mentre, infatti, nella vicina Capri, nei giorni scorsi è stato avviato addirittura un progetto che prevede l’installazione di defibrillatori semi-automatici nelle zone di maggiore densità abitativa e di più alta affluenza turistica, divenendo così il primo comune italiano insulare cardio-protetto, ad Ischia di un progetto simile non se ne è mai fatta neppure parola. Certo, i defibrillatori sono stati installati in quasi tutti gli istituti isolani ma, nonostante ciò, non in tutti i plessi, il corpo scolastico è stato ancora debitatamente formato sul corretto funzionamento. E d’altronde, l’installazione solo all’interno delle scuole non basta. Insomma, ancora una volta, Ischia sembra che debba essere costretta a cedere il passo alla più innovativa Capri. Speriamo, però, che quanto meno, prima o poi non solo il Comune di Ischia, ma anche le altre amministrazioni isolane si mettano al passo per dei progetti sanitari di primo soccorso molto più ampi.