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A scuola di Protezione Civile, prove di evacuazione all’IC ‘Vincenzo Mennella’

Gianluca Castagna | Lacco Ameno – Vivere è allenarsi. Prepararsi ad affrontare tutto quello che ci attende, nel bene e nel male. Ogni sfida, però, si supera con maggiore serenità se siamo consapevoli di come possiamo cambiare noi stessi e fronteggiare le difficoltà. Ecco perché il tema della sicurezza negli edifici scolastici è diventato di estremo interesse negli ultimi anni. Rendere familiari a studenti e docenti le procedure di emergenza aiuta a prendere coscienza dei pericoli che possono verificarsi nella vita di tutti i giorni (anche tra i banchi di scuola) e soprattutto a formare e diffondere una cultura della sicurezza iniziando dai più piccoli che un giorno avranno la responsabilità delle future generazioni.

Giovedì scorso all’IC “Vincenzo Mennella” Lacco Ameno è stata effettuata la prova di evacuazione in caso di terremoto, una simulazione che ha visto il coinvolgimento di tutti gli alunni, del personale docente, amministrativo, tecnico e ausiliario delle scuole dell’infanzia, elementare e medie, e che si è svolta in maniera ordinata, seguendo le indicazioni dei piani di emergenza delle singole realtà scolastiche, oggi concentrate tra il plesso della Fundera e la sede, interamente recuperata, di Via Pannella.
Nelle scorse settimane, prima della simulazione, sono stati organizzati incontri con la Protezione Civile in tutte le classi per illustrare, anche attraverso slides, filmati e questionari, quelle informazioni utili per meglio affrontare terremoti e altre calamità. «L’inizio di una qualsiasi simulazione di un evento sismico – racconta Giovanni Capuano, responsabile Associazione Forio C.B. Protezione Civile – è contraddistinto dal suono intermittente della campanella (di solito tre squilli di preallarme). Durante questo segnale gli alunni, che molto probabilmente si sono resi conto del tremolio dell’edificio, si dispongono sotto ai banchi con il capo fra le braccia, o sotto l’architrave della porta, in attesa del segnale di evacuazione. Nel caso in cui gli alunni si trovino in bagno o nel corridoio, devono cercare riparo nei locali in cui si trovano e non cercare di rientrare in classe! Al segnale di evacuazione occorre che si accodino alla prima classe che incontrano lungo il percorso di esodo, segnalando all’insegnante di tale classe la propria presenza. Al termine del segnale di preallarme ci saranno alcuni secondi di pausa. Successivamente vi sarà la diffusione del segnale di evacuazione, che è dato dal suono continuo della campanella stessa per circa 10/15 secondi. Al segnale di evacuazione, ogni classe esce seguendo le vie di fuga indicate nel piano di sicurezza. Ogni scuola è diversa – continua Capuano – e per ogni istituto c’è un responsabile della sicurezza delegato a compilare delle piantine affisse su tutti i piani. Gli alunni sanno che seguendo il percorso verde tracciato sulle cartine si troveranno in un punto di sicurezza. Ogni classe ha il suo piano di evacuazione, ogni scuola una sua procedura messa a punto in base alle sue specifiche caratteristiche e problematiche».

Come si affronta una reazione anche abbastanza comprensibile come la paura?
«Andare nel panico è l’errore più pericoloso» spiega il volontario della Protezione Civile. «Certo è difficile non avere paura. Un evento come un terremoto, con le mura che si muovono, spaventa chiunque, soprattutto i bambini, quindi non è facile mantenere la calma. Queste simulazioni, anche a sorpresa come abbiamo fatto oggi, sono importanti perché gli studenti, esercitandosi, capiscono che, seguendo le giuste procedure, al 99% non corrono alcun pericolo. Più ne fanno, meno si sentono impauriti in caso di emergenza».
Un ruolo decisivo è quello degli insegnanti, che preparano i bambini a queste prove. «E’ vero – conferma Capuano – sono loro che devono trasmettere la calma, assicurarsi che gli alunni siano coscienti di quello che stanno facendo. Noi come Protezione Civile da anni siamo impegnati nelle scuole per diffondere l’educazione alla sicurezza. Incentiviamo i responsabili a effettuare prove di evacuazione anche più frequenti di quelle previste dalle norme (due all’anno) e quando abbiamo proposto il progetto “A scuola di sicurezza” alla dirigente scolastica prof.ssa Assunta Barbieri, abbiamo trovato subito un’interlocutrice sensibile e disponibile».

E sotto lo sguardo attento e vigile degli uomini della Protezioni civile, gli alunni del “Vincenzo Mennella”, prima a Via Pannella e poi alla Fundera, hanno eseguito le simulazioni di evacuazione seguendo con diligenza le istruzioni. Dirigersi verso l’uscita con passo spedito, senza correre, seguendo in modo ordinato la fila. L’insegnante della prima classe che raggiunge l’uscita ha poi il compito di verificare che non vi siano all’esterno impedimenti all’abbandono dell’edificio. Giunti all’esterno, i ragazzi hanno continuato ad allontanarsi mantenendo raggiungendo il punto di raccolta previsto per ogni classe. Giunti al punto di raccolta, si fa l’appello e l’insegnante compila l’apposito modulo. Il coordinatore dell’emergenza del plesso raccoglie i moduli dai vari insegnanti, verificando la presenza di tutti ed il corretto svolgimento della prova di evacuazione.
«Sull’isola i rischi sono diversi, a partire da quello idrogeologico» aggiunge Capuano. «Eventualità che non mettono in pericolo la maggior parte delle scuole isolane. Sono però da non sottovalutare e da tenere in considerazione. Adesso siamo molto concentrati sui piani di evacuazione in caso di terremoto, anche per effetto dell’evento sismico dello scorso agosto. In ogni caso, riteniamo sia necessario lavorare su più fronti. Come per le eventualità di incendio: mantenere la calma e raggiungere il punto di sicurezza mantenendosi sempre bassi, perché il fumo tende a salire. Esercitarsi è la garanzia numero uno per la sicurezza di una scuola. E farlo con una certa continuità: i bambini più sono formati, più si sentono sicuri nell’eventualità di un’emergenza o di pericolo».

Oggi il personale di ogni scuola, tra docenti e non docenti, è formato per gestire un piano di evacuazione. «Ognuno – spiega il prof. Raffaele Ungaro, Responsabile Servizio di Prevenzione e Protezione, – è preparato per gestire i casi di emergenza che possono verificarsi in ambito scolastico. Periodicamente, infatti, viene organizzata una Riunione Periodica che ha come scopo quella di rafforzare la formazione delle cd. figure sensibili e tenere viva l’attenzione su queste problematiche. Un coinvolgimento totale a cui partecipa anche il personale ATA non docente, tra cui spesso viene individuato chi deve aiutare gli studenti diversamente abili nella procedura di esodo dalla struttura».

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Il tema della sicurezza, dunque, come opportunità sempre più presente nella vita scolastica di tutti i giorni per far fronte concretamente a grandi rischi e maxi-emergenze, che richiedono tutti gli strumenti disponibili per proteggere se stessi e gli altri. Come ci conferma la preside prof.ssa Assunta Barbieri.
Una simulazione per diffondere la cultura della Sicurezza e della Protezione Civile.
Sono momenti importanti perché, partendo dalle scuole, cresce la formazione e l’informazione sui temi delle emergenze e delle azioni preventive. Abbiamo organizzato una serie di prove di evacuazione in tutti e tre gli ordini dell’IC “V. Mennella”, cominciando dall’infanzia alla primaria fino alla secondaria di primo grado. Nei giorni scorsi abbiamo diramato e illustrato tutte le istruzioni che bisogna seguire in caso di prova antisismica ed evacuazione. La prima prova all’infanzia è andata benissimo, i bambini erano istruiti alla perfezione, hanno partecipato in maniera molto attiva e attente, e anche i più piccoli sono stati fenomenali. Dopo una prova programmata, d’accordo con i volontari della Protezione Civile, ne abbiamo fatta un’altra a sorpresa, nella quale si sono rivelati ancora più bravi. Lo stesso è accaduto per gli alunni delle elementari e delle medie. Queste simulazioni sono importanti non solo per preparare gli alunni e i docenti nella risposta di eventuali emergenze, ma perché ci permettono di capire meglio, in fase di esecuzione, i punti di debolezza della scuola. Un’aiuola che andrebbe spostata, uno spigolo che andrebbe messo in sicurezza, piccoli accorgimenti che rendono la scuola più sicura anche in caso di emergenza.
A proposito di sicurezza, come valuta la risposta che il Presidente Usa Donald Trump ha dato a chi, dopo l’ennesimo raid omicida nelle scuole americane, chiedeva più garanzie? Trump pensa ad armare i professori.
Una misura assurda che va contro ogni logica di buon senso. Le armi devono stare fuori dalla scuola, mentre in questa maniera entrano negli spazi comuni. Se un docente va a scuola armato, l’arma sarà più disponibile per chi, anche solo per finta, intende utilizzarla. La risposta di Trump è davvero inaccettabile. Ho apprezzato invece la decisione del gigante della vendita al dettaglio statunitense Walmart di aumentare a 21 anni l’età per la vendita delle armi nei suoi negozi. Nell’ultimo incontro con l’Arma dei Carabinieri si è appunto precisato davanti ai tanti giovani studenti di questa scuola quanto sia invece molto più difficile, nel nostro paese, acquistare un’arma da fuoco. La sicurezza si fa con la prevenzione, con l’educazione civica, con il rispetto delle regole. Chiare e da seguire in ogni circostanza.
In questo sistema scolastico l’insegnamento dell’educazione civica ha incontrato alterne fortune. Sostenitori, detrattori, fino alla riforma Gelmini.
Oggi però esiste una grande possibilità data da Cittadinanza e Costituzione, un nuovo insegnamento “trasversale” per favorire la progettazione e la riflessione, all’interno delle singole materie e dei percorsi didattici curricolari, sui principi e l’attualità della nostra Carta costituzionale. Quindi le regole del vivere civile, del rispetto, del bene comune, dell’essere cittadino oggi nel proprio paese e nel mondo. E’ una disciplina importante, che recentemente è stata molto rivalutata anche dal legislatore, qualcosa di rafforzativo e non diminutivo rispetto all’educazione civica così come l’abbiamo conosciuta.

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