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Maronti, nessuna bonifica sul costone

È ancora vivo il ricordo delle fiamme che avvolsero la collina su cui si snoda la strada per i Maronti lo scorso sei luglio scorso. Restano ancora profonde le tracce del passaggio delle lingue di fuoco che hanno trasformato in cenere quell’acquarello di colori che faceva da cornice suggestiva alla baia. La collina ormai brulla ha mostrato il lato nascosto, deturpato dall’inciviltà che qui ha creato mille crepe. Materiale di risulta, rifiuti ferrosi, bombole di gas rappresentano l’arredo vergognoso che ha lacerato una degli angoli più incantevoli dell’Isolaverde dai soliti ignoti.

Gli sporcaccioni seriali non hanno risparmiato le nervature della collina che scendono verso il mare. Il fuoco ha messo in evidenza ciò che la rigogliosa vegetazione nascondeva con i suoi colori. A distanza di due mesi dal devastante incendio non è stata eseguita nessuna opera di bonifica, in particolare lungo il serpentone che porta alla grande spiaggia. Un tour tra le indecenze che restano in bella mostra come rovine, reperti da museo dell’orrore che luccicano nell’indifferenza che da queste parti trova radici profonde.

L’appello parte da un gruppo di cittadini indignati da questo scempio che invita il Sindaco Dionigi Gaudioso ad intervenire affinché questo scandalo non dimori per sempre a due passi dalla spiaggia. Resta disarmante come questo scorcio di paradiso sia stato trasformato come discarica, anche se a macchia di leopardo. Una vergogna celata dai colori che le fiamme hanno mostrato dopo aver strappato il vestito migliore della collina dei Maronti. Lo squallore è ancora visibile, sperando che quest’attesa non serva alla vegetazione di ritornare a coprire come un mantello questa inqualificabile indecenza.

Luigi Balestriere

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