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Il licenziamento era illegittimo, Riccardo Strada serve la sua “vendetta”

“Nel Nome del Popolo Italiano” con queste parole datate, 9 febbraio il Giudice del Lavoro ha pubblicato la sentenza che sancisce che il licenziamento del Direttore dell’Area Marina Protetta Regno di Nettuno, Riccardo Strada, è stato ed è illegittimo.

Questa sentenza si colloca tra i fatti, i pochi fatti certi che si contrappongono alle chiacchiere.

Per anni troppe bocche si sono aperte per gettare fango, senza prove, con affermazioni generiche, e con l’unica logica di screditare, riempiendosi la bocca di parole: “efficienza”, “Interesse pubblico”, “Legittimità degli atti”…

Il tutto mentre le stesse persone introducevano inefficienza, disinteresse ed atti illegittimi nella gestione dell’AMP.

Il tutto raggiungeva il suo apice il 10 febbraio del 2015, quando un Consiglio d’Amministrazione del Consorzio di Gestione convocato in gran segreto decideva, a maggioranza dei voti, di violare tutte le leggi sull’impiego pubblico, sui procedimenti disciplinari, il Contratto Nazionale di lavoro, il diritto alla trasparenza ed alla difesa, per licenziare Riccardo Strada.

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Il licenziamento si basava su di un parere dell’avvocato Giuseppe di Meglio, che aveva avuto l’incarico da sua nipote, Anna Di Scala, ed era fondato su tre dossier pieni di accuse costruite e basate su documenti “addomesticati”.

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Gli autori: Silvano Arcamone, braccio destro del sindaco di Ischia, direttore del Consorzio con potere assoluto su Strada sancito nel nuovo statuto, Anna Di Scala, capo di gabinetto del sindaco di Forio, e Donatella Migliaccio, presidente del Consorzio, voluta da Francesco Del Deo e Giosi Ferrandino.

Un processo “bulgaro” in cui l’accusa, gli esperti ed i giudici erano tutti “in famiglia” in cui Anna Di Scala che scriveva uno dei dossier nominava suo zio esperto legale (retribuito)  per valutarne il contenuto; lo zio  che aveva come apprendista di studio chi aveva preparato un altro dei dossier, la giovane presidentessa alla sua prima esperienza.

E questi sono fatti, come sono fatti che il supermegadirettore Arcamone ed il Presidente rispondessero al Sindaco di Ischia ed al sindaco di Forio.

Tutto era transitato, nonostante le diffide del Ministero, nelle mani dell’Architetto Arcamone, e nelle mani di Donatella Migliaccio, che leggeva e recensiva di tutto, ma che si rifiutava ostinatamente di leggere i documenti che il Ministero dell’Ambiente le inviava, di partecipare alle riunioni di programmazione tra presidenti delle altre Aree Marine Protette.

Avevano ordini molto semplici… bloccare tutto, così avevano bloccato la ricerca sui delfini nell’AMP, le convenzioni per lo studio della pesca nell’AMP, le ricerche sul corallo rosso, la ridefinizione dei confini dell’Area per risolvere problemi al turismo nautico. Avevano tentato di bloccare la collaborazione con la Guardia Costiera.

E questi sono fatti, documentati nei verbali del CdA, nelle Direttive della Migliaccio e nelle Disposizioni di Arcamone.

Poi c’erano le chiacchiere, le parole, le accuse velate e mai spiegate, mai documentate alla luce del sole, i …si dice, …pare che ….

Ora, finalmente, delle parole solide, certe, basate sul rigore della legge… non in nome di Giosi, di Paolino, di Francesco.

In Nome del Popolo Italiano,
previo l’accertamento della illegittimità del licenziamento intimato in data 29.04.2015 nei confronti del ricorrente Strada Riccardo condanna il Consorzio Area Marina Protetta “Regno di Nettuno “…

Riccardo M. Strada

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