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L’isola e il voto, una domenica da “andamento lento”

ISCHIA. Quando la bottega chiude i battenti, possiamo avere per ovvi motivi soltanto una prima bozza di quella che è la situazione del voto per le elezioni politiche 2018 sulla nostra isola. Partendo da un dato che certamente deve far riflettere ed è incontestabile, dal momento che la matematica non è un’opinione. In tutti i sei Comuni dell’isola verde, tanto per cominciare, la percentuale di aventi diritto che si è recata alle urne è in calo rispetto alla precedente tornata elettorale del 2013. E fin qui, potremmo anche parlare di un dato in linea col resto dello Stivale. Ma l’isola verde, così come peraltro la vicina Procida, si mostrano decisamente col freno a mano tirato anche rispetto alla media nazionale e regionale. Intorno all’una di notte, infatti, la prima percentuale si attesta attorno al 74 per cento, la seconda attorno al 70. Come vedremo a breve, insomma, Ischia è dietro di dieci punti rispetto alla media nazionale e di quasi sei rispetto a quella campana. Ed è un dato che, obiettivamente, non può non far riflettere.

Le sorprese, però, non finiscono qui. Per quanto faccia accusare un calo di oltre cinque punti percentuale rispetto a cinque anni orsono, il Comune isolano nel quale è andato a votare il maggior numero di elettori è un po’ a sorpresa quello di Serrara Fontana: alle urne, infatti, è andato il 65% degli aventi diritto (nel 2013 furono però il 70.83%). Alle spalle del Comune montano si piazza Ischia, dove l’affluenza si è attestata attorno al 64.83% (era 65.84 nel 2013, dunque il calo è francamente decisamente più marginale rispetto ad altri casi. Poi decisamente vicini tutti gli altri, in ordine Lacco Ameno, Forio, Barano e Procida, tutti comunque al di sopra del 60 per cento. L’ultimo dato che è stato diffuso dal Viminale è stato quello relativo all’affluenza nel Comune di Casamicciola, che si ferma al 62.53%.

Per lo spoglio e capire l’aria che ha tirato dalle nostre parti, evidentemente, bisognerà attendere la mattinata odierna. Anche se ieri notte, dalle prime indiscrezioni, arrivavano numeri francamente significativi. Secondo le prime 500 schede scrutinate, infatti, praticamente la metà sarebbe finita al Movimento 5 Stelle: un dato, ovviamente, riferito al solo Comune d’Ischia ma sufficiente a capire come il partito che candidava a premier Luigi Di Maio abbia goduto anche della simpatia degli elettori isolani. Ed in effetti, i venti di guerra e l’attesa per il responso delle urne sullo scoglio erano ben rappresentati dai commenti sui social di diverse persone, iniziati – in barba alla scaramanzia – già prima della chiusura dei seggi prevista per le 11. E’ chiaro che c’è molta attesa per conoscere i risultati di Pd e Forza Italia, non fosse altro perché significativamente rappresentati (a differenza dei grillini) anche nelle sei municipalità, sia pure spesso sotto “mentite spoglie” ossia come liste civiche.  I dati che iniziavano a pervenire, a proposito dei pentastellati, confermavano un trend chiaro – per quanto non certamente definitivo – anche lontano dal Comune capofila. A Barano, infatti, nella sezione numero 7 di “stanza” a Fiaiano sulle schede scrutinate 244 consensi erano andati (per la Camera dei Deputati) al Movimento 5 Stelle, 229 al centro destra ed appena 82 alla coalizione Pd. Si tratta di numeri e semplicemente di prime indicazioni, per carità, ma è chiaro che se chi ben comincia è a metà dell’opera l’orientamento dell’elettorato ischitano pareva ben delineato ed indirizzato in una certa maniera. Ma per avere chiarezza, lo ripetiamo, bisognerà aspettare la giornata odierna. E non c’entrano soltanto i numeri ma, come è facilmente intuibile, anche il destino dei futuri assetti della politica locale, in un verso come nell’altro.

Per il resto la giornata è filata nei seggi con i problemi che si sono registrati in tutta Italia. Un po’ ovunque, infatti, specialmente nelle ore di punta si sono formate lunghe code per votare. Tutta “colpa” dei regolamenti molto più restrittivi, che ad esempio imponevano agli elettori di lasciare i cellulari a presidente di seggio e scrutatori che poi dovevano staccare dalla scheda il tagliando antifrode prima di depositarla nell’urna. Una procedura più farraginosa e complessa rispetto al passato che per ovvi motivi ha rallentato le operazioni di voto.

 

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Gaetano Ferrandino

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