CULTURA & SOCIETA'

PILLOLE DI STORIA Barano e il monumento ai caduti

A CURA DI IVANO DI MEGLIO

La realizzazione del monumento ai caduti baranesi della Grande Guerra, fu discussa nella seduta comunale dell’undici dicembre 1925. Sindaco Raffaele Taliercio, segretario comunale Enrico Iacono. Fu quest’ultimo a prendere l’iniziativa di un monumento. Il posto migliore era la piazza: attorno avrebbe potuto nascervi il Parco della Rimembranza (1906). A questo fine fu devoluto in deposito di lire 1230,27, conservato dal Comitato civile durante la guerra, affidando una scultura di poco prezzo all’artista Tommaso Vicari nel 1927: ara votiva in bronzo sorretta da piedistallo travertino, pronta nel 1929 e munita di lampada votiva nel 1931. Da “Barano d’Ischia, Storia” di G.G.Cervera e Agostino Di Lustro, pagine 145 e 146.

Esso è situato in piazza San Rocco, e ha un’altezza di 3,5 metri per 3,5 metri di larghezza.

I matetiali utilizzati dall’artista sono il marmo e il bronzo. Posta su un alto basamento in pietra, l’opera si compone di un pilastro a base poligonale; su ciascun lato, le iscrizioni con i nomi dei caduti durante la Grande Guerra si alternano ad un motivo decorativo con gladio stagliato su corona di alloro. Alla sommità, un braciere con pira poggia su quattro rilievi bronzei raffiguranti figure alate, non chiaramente distinguibili, tormentate e struggenti, cui si aggiunge la figura della Madre con in braccio il bambino. Una trasposizione volta a sottolineare il rapporto di riconoscenza e amore, prima ancora che politico tra la Madre/Patria e i suoi caduti, allo scopo di mitigare la percezione del conflitto come dolore e strage, ancora forte nel primo dopoguerra. Il valore simbolico della rappresentazione è rafforzato dalla rilevanza compositiva assunta dal braciere, custode e protettore del Fuoco divino, a sua volta simbolo antico di trasformazione, progresso e conoscenza, da identificarsi con il Sacro Fuoco della Patria. Una cancellata decorata con fasci littori su corone di quercia ne definisce il perimetro.

Il ritmo ondulato e flessuoso della decorazione plastica sembra richiamare un gusto Liberty memore, forse, nelle figure allegoriche ripiegate e fluttuanti che sorreggono il braciere, delle radici simboliste vicine al Bistolfi, di cui richiamano il gruppo scultoreo del Sacrificio nel Vittoriano a Roma. Il monumento riporta: BUONO CAV. CORRADO/ TENENTI/ BUONO SIMONE/

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CESARANO CARLO/ CONTE GIOVANNI/ WUGLER

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VINCENZO/ SOTTOTENENTE/ CESARANO FEDERICO/

SOTTONOCCHIERE/ TALIERCIO MICHELE DI VINC./

CANNONIERI/ DI MEGLIO GENNARO DI VINC./ JACONO CIRO

DI FRAN./ FUOCHISTI/ DI MEGLIO FILIPPO DI GIUS./ DI JORIO

PASQUALE DI P.PAOL./ TALIERCIO LUIGI FU RAFF./

MARINAI/ ARCAMONE CRESCENZO DI NAT./ ARCAMONE RAFFAELE FU ROC./ BALESTRIERI ENRICO FU GIOV./

BUONO VINCENZO DI FRAN./ CERVERA ANTONIO FU G.

GIUS./ DI COSTANZO FRANCESCO DI G./ DI COSTANZO

GIOVANNI DI VIN./ DI JORIO FRANCESCO DI AMB.// MARINAI/ PESCE ANTONIO DI VITO M./ TALIERCIO

GIOVANNI DI FIL./ VUOSO GIORGIO DI MIC./ CAPORALI DI MEGLIO GUGLIELMO DI BEN./ DI MEGLIO GIOVANNI DI CRE.

/ DI MEGLIO SALVATORE DI G.GIU./ SOLDATI/ AGNESE SALVATORE FU FER./ AGNESE VINCENZO FU GAE./ BUONO ANTONIO DI FRANC./ BUONO GIOV. GIUSEPPE DI ANT./

BUONO GIUSEPPE FU FRANC./ BUONO GIUSEPPE DI FRANC./

BUONO RAFFAELE DI GIOV./ BUONO VITO MARIA DI A.ANT.

/ CAPPELLA GIOVANNI FU FEL./ COLANDREA PIETRO FU GIO./ CONTE GIOV. BATT. DI NIC./ CONTE TOMMASO DI LUIGI/ CONTE SALVATORE DI MIC./ D’AGOSTINO VINC.

MARIA FU GIO.// SOLDATI/ DI COSTANZO DOMENICO FU MIC./ DI COSTANZO SEBASTIANO FU FR./ DI COSTANZO GIOV. GIUS. DI LUIG./ DI COSTANZO VINCENZO DI ANT./ DI COSTANZO SALVATORE

DI LU./ DI MASSA G.GIUSEPPE DI ANIE./ DI SCALA GIORGIO DI ANIELLO/ DI SCALA GIUSEPPE FU BIAGIO/ DI SCALA PROSPERO L. DI ANIE./ DI JORIO RAFFAELE FU GIORGIO/ DI JORIO P.PAOLO FU SALV./ JACONO FRANCESCO DI RAFF./

MATTERA ANIELLO FU LUIGI/ MATTERA LUIGI FU NIC./

MIGLIACCIO NICOLA DI FRAN./ PESCE MICHELE DI NICOLA

GI./ SCOTTI GENNARO DI NIC./ SEGUINO ARTURO/

SILISTRIA CARMINE/ TALIERCIO NICOLA DI FRAN./

LOMBARDI FRAN. ANT. DI VINC.//

Fonte: beniculturali

Foto Ivano Di Meglio

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