POLITICA

Seggio in consiglio: Ciro Colella contro Manuela Arturo, il Tar rigetta il ricorso

E’stato discusso presso il Tribunale amministrativo di Napoli, l’ultimo atto dell’azione giudiziaria intrapresa dall’aspirante consigliere alle elezioni amministrative di Forio 2018, Ciro Colella, contro l’elezione di Manuela Arturo

Nessuna poltrona per Ciro Colella in seno alla civica assise di Forio. L’aspirante Consigliere che si era candidato a sostegno del sindaco Francesco Del Deo per la lista “Siamo Forio” nelle elezioni amministrative tenutesi nel giugno dello scorso anno nel Comune all’ombra del Torrione, non è riuscito a spuntarla nella vicenda giudiziaria che lo ha visto coinvolto contro Manuela Arturo. Nelle scorse ore, presso il Tribunale Amministrativo di Napoli, è stato, infatti, discusso il ricorso che Colella aveva proposto, lo scorso luglio, contro l’ingresso in Consiglio Comunale della Arturo. Questa ultima, appartenente alla lista “Fare Forio”, sempre a sostegno di Francesco Del Deo, infatti, all’indomani della tornata elettorale, era stata proclamata Consigliere comunale con 145 preferenze a discapito di Ciro Colella, escluso, dal civico consesso per una manciata di voti. All’indomani della chiusura delle urne, infatti, l’aspirante Consigliere aveva contestato le risultanze delle elezioni, in quanto, a suo dire, dalle dichiarazioni sostitutive versate agli atti, risultava, nelle sezioni 8, 9, 10 dei seggi elettorali, una presunta mancata attribuzione di quattro voti che, se invece, fossero stati, correttamente conteggiati, avrebbero consentito alla lista “Siamo Forio” di ottenere un seggio in seno al civico consesso. Seggio che, sarebbe spettato, quindi a Colella, essendo il più votato della lista in questione, a discapito di “Fare Forio” e dunque della candidata Manuela Arturo. La lista della nipote di Franco Regione, sindaco del Comune foriano dal 2003 al 2010, infatti, secondo quanto asserito dai “colelliani”, in questo modo, non avrebbe raggiunto la percentuale necessaria per piazzare un secondo Consigliere- dopo il già eletto Gianni Mattera – nel Consiglio Comunale. Da qui, dunque, era scaturito la scorsa estate, il ricorso al Tar di Napoli da parte dell’esponente di “Siamo Forio”, il quale aveva perfino rifiutato l’incarico di assessore che, nel frattempo, il rieletto sindaco Francesco Del Deo, gli aveva proposto al fine di placare gli animi e accontentare così, come si suol dire, capre e cavoli.

LA PRIMA UDIENZA DI OTTOBRE

Nella prima udienza in merito, tenutasi il 23 ottobre dello scorso anno, il tribunale amministrativo di Napoli aveva così disposto l’acquisizione delle schede elettorali dichiarate nulle nelle sezioni “incriminate”, nonché una mirata verifica, previa acquisizione delle tabelle di scrutinio, sempre nelle medesime sezioni, dell’eventuale illegittima sottrazione di voti alla lista “Siamo Forio”, rimandando ogni decisione definitiva al nuovo anno. Ebbene come accennavamo poc’anzi, l’ultimo round di questa battaglia giudiziaria è stato disputato e ha visto il rigetto da parte del Tar del ricorso impugnato da Colella.

LA SENTENZA DEFINITIVA

Secondo i Giudici della Camera di Consiglio, le contestazioni avanzate dall’aspirante candidato in merito alla mancata attribuzione dei voti non sarebbero state ritenute rilevanti dal momento che, dalla documentazione versata agli atti e dagli accertamenti istruttori effettuati nelle scorse settimane dai funzionari della Prefettura di Napoli, non sarebbe emersa alcuna evidenza di un’errata attribuzione delle preferenze espresse dall’elettorato da parte degli scrutatori e dei presidenti delle sezioni oggetto della vertenza.

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«Il collegio – viene chiarito, infatti, nel dispositivo della sentenza –  ritiene di dover evidenziare che nella sezione n.8 sono state verificate n. 10 schede nulle e l’assegnazione alla lista “Siamo Forio” di 37 voti validi, tanti quanti attribuiti alla lista giusto verbale sezionale. Ancora nella sezione n.9 sono state verificate n. 10 schede nulle e l’assegnazione alla lista “Siamo Forio” di n. 19 voti validi, tanti quanti attribuiti alla lista giusto verbale sezionale. Infine nella sezione n.10 sono state verificate n. 12 schede nulle e l’assegnazione alla lista “Siamo Forio” di n. 24 voti validi, tanti quanti attribuiti alla lista giusto verbale sezionale. A nulla rilevano i contenuti di quanto le parti hanno ritenuto di fare oggetto di verbalizzazione da parte del funzionario della prefettura incaricato della verificazione».

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Tra le schede al vaglio dell’azione di verifica da parte dei funzionari prefettizi, una in cui risultava soltanto la scritta Matarese, senza però alcuna specificazione della lista, né il nome del candidato, e che pure era stata oggetto di contestazione da parte di Collella che avrebbe sostenuto che la preferenza dell’elettore fosse da attribuirsi, in quel caso,  a Valentina Matarese, anch’essa candidata per “Siamo Forio”, e dunque quel voto avrebbe dovuto essere assegnato alla lista in questione.  Tuttavia, i giudici del Tar non hanno rilevato “elementi per poter ritenere che l’elettore volesse sicuramente esprimere la preferenza in favore di chi era candidato per la lista Siamo Forio dal momento che anche nella lista “Patto per Forio”, figurava un candidato dal cognome Matarese, ossia, Giovanni Matarese. «Pertanto- prosegue la sentenza- l’impianto difensivo articolato in sede di ricorso come volto a far sì che la lista denominata “Siamo Forio” collegata al Sindaco vincitore, raggiungendo 330 voti potesse partecipare alla ripartizione dei 10 seggi attribuiti alla maggioranza– è smentito dagli esiti degli accertamenti compiuti dal funzionario verificatore, come illustrati nella  relazione conclusiva e rimasti incontestati, e che il Collegio condivide e fa propri ritenendoli frutto di approfondita e scrupolosa attività istruttoria». Il ricorso è stato quindi, ritenuto infondato dal tribunale amministrativo che ha quindi condannato il ricorrente a pagare la somma di 1500 euro al Comune di Forio, per le spese processuali e per l’azione di verificazione prefettizia. Con questa sentenza, resta quindi Consigliere in carica Manuela Arturo, con buona pace – almeno a detta dei protagonisti della vicenda, di Ciro Colella che nei mesi scorsi, a seguito del ricorso al Tar, aveva tenuto a precisa il suo rapporto di stima e affetto verso la consigliera in carica, e che l’azione giudiziaria era stata avanzata semplicemente a tutela della volontà espressa dall’elettorato.

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