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«Lavoriamo insieme, ma nel ricostruire non si può prescindere dallo stato giuridico degli immobili danneggiati»

Il neocommissario alla Ricostruzione si è dimostrato subito pragmatico: «Ho ascoltato tutti con attenzione, ma adesso parlare di risposte è prematuro: ciascuno di voi ne sa più di me. Ora dobbiamo essere chiari con noi stessi: possiamo continuare a parlare a vuoto, oppure possiamo cercare di arrivare a un risultato. Si tratta di domandarsi se vogliamo percorrere la solita strada all’italiana dei contributi a pioggia, oppure di agire con interventi mirati che possano anche migliorare il territorio. Queste sono scelte che non posso fare io, ma devono essere fatte dalle popolazioni e dalle amministrazioni locali, senza distinzione tra maggioranza e opposizione. Partiamo da una buona base, con una affidabile ricognizione dei danni, mentre manca una stima del fabbisogno». Il Commissario ha poi toccato il punto dolente, quello dell’abusivismo e delle tante abitazioni su cui pende la domanda di condono: «È inutile girarci attorno: è necessario valutare lo stato giuridico dell’immobile. Non si può scindere l’istanza di condono dall’esigenza di ricostruzione. Ecco perché dico che al momento è inutile fare domande, magari “a trabocchetto”, quando la risposta non può ancora esserci. Da parte mia vi assicuro il massimo impegno: da quando sono arrivato non mi sono fermato un momento, stanotte non ho dormito e oggi non ho pranzato. Sono a vostra completa disposizione: è necessario trovare un momento di concordia e condivisione con la popolazione locale, da cui possono venire suggerimenti utili, altrimenti non riusciremo ad essere efficaci. Adesso dobbiamo lavorare insieme».

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