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Sempre meno figli e più povertà: anche l’isola non fa eccezione

E’ questa la fotografia scattata attraverso uno studio di Openpolis che mette in correlazione la presenza di nuclei familiari giovani e l’incidenza di famiglie che non riescono a far fronte alla crisi economica

Non si fanno figli per problemi economici. Calano drasticamente le coppie giovani con almeno un figlio minore e si abbassa la percentuale dei nuclei familiari in condizioni di disagio economico. È questa la fotografia scattata attraverso uno studio di Openpolis che mette in correlazione la presenza di nuclei familiari giovani, la cui persona di riferimento ha meno di 34 anni, e l’incidenza di famiglie in stato di povertà, cioè che non riescono a far fronte alla crisi economica.  

L’aumento della povertà che è seguito alla crisi economica ha colpito soprattutto le fasce più giovani della popolazione. Nel corso dell’ultimo decennio chi ha meno di 18 anni è diventato il più esposto alla povertà assoluta. 

AUMENTANO I DIVARI GENERAZIONALI – Negli anni 2000 le differenze generazionali erano più contenute. Viveva in povertà assoluta circa il 4% della popolazione, senza differenze marcate tra gli over 65 (4,5% assolutamente poveri nel 2005) e i più giovani (3,9%).  L’aumento del divario tra le generazioni ha origine nella maggiore difficoltà delle famiglie con figli, in particolare di quelle più giovani, nel fare fronte agli effetti della crisi economica. Tra le famiglie giovani con figli minori, l’incidenza della povertà assoluta è continuata ad aumentare. 

Una famiglia si trova in povertà assoluta quando non può permettersi le spese essenziali per condurre uno standard di vita minimamente accettabile”.  

Anche i dati dell’ultimo biennio disponibile segnalano questa tendenza. Tra tutte le famiglie con almeno un figlio minore, la povertà assoluta ha segnato un leggero aumento (dal 10,5% del 2017 all’11% del 2018). Ma questa media varia molto a seconda della fascia di età della persona di riferimento. Si trova in povertà assoluta il 16% delle famiglie con almeno un figlio minore, e persona di riferimento giovane (18-34 anni). Un dato in aumento di quasi 3 punti rispetto a quanto registrato nel 2017. +2,7 l’aumento in punti percentuali della povertà assoluta nelle famiglie con persona di riferimento tra 18 e 34 anni e almeno un figlio minore. Al contrario, il dato mostra una maggiore stabilità nelle fasce centrali. Tra le famiglie con figli minori e persona di riferimento di 35-44 anni è aumentata di un punto (da 11 a 12%); in quelle con persona di riferimento tra 45 e 54 anni l’incidenza della povertà assoluta è stabile attorno al 9%. Mentre cala la quota di famiglie con figli in povertà se la persona di riferimento ha più di 54 anni, dall’11,2% all’8,7%. 

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Se già nel 2017 le famiglie più giovani si trovavano in maggiore difficoltà, nell’anno successivo il divario con le altre tipologie familiari sembra essere addirittura aumentato. 

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16% DELLE FAMIGLIE GIOVANI CON FIGLI MINORI SI TROVA IN POVERTA’ ASSOLUTA – Questa tendenza è particolarmente negativa per le prospettive del Paese. Se le famiglie giovani si trovano più spesso in povertà alla nascita di un figlio, la conseguenza diventa il rinvio delle nascite ad un’età sempre più avanzata. Con effetti diretti sul calo demografico. Un’emergenza assolutamente prioritaria in un paese che è secondo in Europa per calo delle nascite e ultimo per tasso di natalità. Una delle premesse per intervenire è capire la distribuzione delle famiglie giovani con figli sul territorio. 

DOVE VIVONO LE FAMIGLIE GIOVANI CON FIGLI – All’ultimo censimento generale della popolazione, il 7,4% delle famiglie era composto da coppie giovani con figli (definendo queste come quelle con madre di età inferiore ai 35 anni). Un ulteriore 1% era composto da famiglie monogenitoriali giovani (anche in questo caso intendendo come giovani quelle dove il genitore ha meno di 35 anni). Dati che, sebbene purtroppo aggiornato al 2011, ci consentono di ricostruire la presenza di queste famiglie sul territorio nazionale, a livello territoriale. Partendo dalle regioni, quelle con più nuclei giovani con figli sono Sicilia, Campania e Calabria. 

LA RELAZIONE CON IL DISAGIO ECONOMICO – Ciò che colpisce maggiormente è però la tendenza di lungo periodo, con il calo progressivo delle famiglie giovani con figli. Un calo che riguarda in misura maggiore il mezzogiorno, e che è interessante mettere in relazione con la condizione economica e sociale delle famiglie. Possiamo ricostruire questi aspetti mettendo a confronto i dati del censimento 2011 con quello precedente, risalente al 2001. Nel 2001 la relazione tra disagio delle famiglie e quota di nuclei giovani con figli era nitida. Le province con più famiglie in disagio erano anche quelle con più coppie giovani con figli minori. E generalmente si trattava di territori del sud. Nella provincia di Napoli, prima per disagio economico (9,6% delle famiglie in questa condizione), era molto elevata la quota di famiglie giovani (il 16,7% dei nuclei residenti erano coppie under 35 con figli piccoli, contro una media nazionale dell’11%). Dieci anni dopo, nel 2011, questa relazione tra disagio economico e famiglie giovani con figli, anche se affievolita, è ancora presente. Ma emerge una progressiva divaricazione tra nord e sud. 

I DATI SULL’ISOLA D’ISCHIA – Secondo l’ultimo censimento (quello del 2011) la provincia di Napoli è tra le prime in Italia per numero di famiglie giovani con figli (il 10%) e dietro a Caserta (11,1%) e Crotone (11,9%). Venendo ai dati isolani si nota come i sei Comuni dell’isola siano al di sotto della media provinciale. A Forio il 7,9% delle famiglie è rappresentato da giovani coppie con figli con una percentuale di incidenza con potenziale disagio economico del 6%. Segue barano dove il 9% sono coppie giovani e poi Casamicciola e Lacco Ameno con il 7,9% e Ischia con il 7,7%. Chiude la classifica Serrara Fontana con il 7,3% che è anche tra i Comuni della Campania con la percentuale più bassa di minorenni. L’incidenza delle famiglie con potenziale disagio economico varia tra il 3,9% di Casamicciola al 6% di Lacco Ameno.

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