Sentenza Cerciello, un successo anche per l’avvocato Massimo Ferrandino
Ergastolo per i due americani che due anni fa uccisero il vicebrigadiere dei Carabinieri. Il professionista isolano ha difeso la vedova del militare
Ieri è arrivata la condanna all’ergastolo per Finnegan Lee Elder e per Gabriel Natale Hjorth. Lo ha stabilito, dopo oltre tredici ore di camera di consiglio, la Prima Corte d’Assise di Roma in relazione al brutale omicidio del vicebrigadiere dei Carabinieri Mario Cerciello Rega. La vedova, Rosa Maria Esilio, a caldo ha commentato: «È stato un lungo e doloroso processo. Questo non mi riporterà Mario. Non lo riporterà in vita, non ci ridarà la nostra vita insieme. Oggi è stata messa la prima pietra per una giustizia nuova. L’integrità di Mario è stata dimostrata nonostante da morto abbia dovuto subire tante insinuazioni».
Rosa è stata rappresentata e difesa lungo tutto il processo dall’avvocato ischitano Massimo Ferrandino: «Queste due condanne – ha dichiarato il professionista – non sono da considerare due trofei di caccia da mostrare nel salotto della vedova Cerciello, perché in questo momento il dolore coinvolge tante famiglie, sia dei genitori dei due americani, sia della famiglia Cerciello e della famiglia Esilio. A mio parere, questa sentenza è il risultato dell’ottimo lavoro svolto da tutto l’ufficio del pubblico ministero della Procura di Roma, a partire dalle dottoresse Calabretta e D’Elia, e soprattutto dell’eccezionale lavoro d’indagine compiuto dalla straordinaria Arma dei Carabinieri, sia attraverso il Nucleo operativo sia tramite il Ris di Roma, che hanno profuso un impegno straordinario per arrivare alla verità dei fatti. Questo è quanto mi sento di dire, anche perché le sentenze non si commentano: o si accettano, o si appellano», ha concluso l’avvocato Ferrandino, al termine di un processo dipanatosi in circa cinquanta udienze, con un calendario fitto, diretto ad accertare la dinamica dei fatti di quella tragica notte di due anni fa, quando i due ragazzi americani, in giro per Roma per procacciarsi sostanze stupefacenti, avevano sottratto lo zaino di Sergio Brugianelli, il presunto mediatore nel tentato acquisto di droga.
Si sviluppò così una trattativa per la restituzione: Cerciello insieme al collega Varriale era intervenuto per recuperare lo zaino, ma quella notte scoppiò una colluttazione, sintetizzata in aula dal pubblico ministero, il quale ha spiegato che «i carabinieri si sono qualificati, hanno mostrato il tesserino ed erano in servizio: si sono avvicinati frontalmente, non alle spalle. Cerciello non è stato ammazzato con una coltellata ma con undici fendenti in meno di trenta secondi. La vittima non avuto il tempo di elaborare nessuna difesa attiva», aggiungendo che in ogni caso «avrebbe potuto poco anche se fosse stato armato e non lo era». Undici coltellate colpirono a morte Cerciello. Il pm aveva chiesto il carcere a vita per i due imputati, richiesta accolta dalla Corte d’Assise. Stasera alle ore 23, sui Raidue, andrà in onda uno speciale che documenterà in maniera ampia e dettagliata il processo conclusosi con l’ergastolo per i due americani.