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Serit, Casamicciola sorride: una sentenza che vale oltre 100.000 euro di risparmio

Il Comune di Casamicciola non dovrà versare nemmeno un euro alla Sigrec Spa per gli oltre centomila euro che la Serit, società in liquidazione, aveva anticipato all’ente. Lo ha stabilito la Seconda Sezione centrale d’appello della Corte dei Conti, che ha dichiarato estinto il processo per la mancata notifica alla controparte della data d’udienza. La Sigrec pretendeva dal Comune la restituzione delle somme a titoli di residui per i tributi anticipati ma non riscossi durante la gestione della Serit (successivamente incorporata nella Sigrec), somma che ammontava a € 106.582,01. Proprio la Serit aveva rivestito tra il 1990 e il 1993 l’incarico di Commissario Governativo delegato provvisoriamente alla riscossione dei tributi e delle altre entrate dello Stato e di altri enti pubblici nell’ambito B della Provincia di Napoli, dunque anche per il Comune termale.

La massima magistratura contabile aveva già respinto in primo grado l’istanza della Sigrec Spa nei confronti del Comune di Casamicciola. Secondo la ricostruzione della società, il rimborso era dovuto in relazione ai tributi iscritti nei ruoli emessi dal Comune e versati allo stesso dalla Serit, in ottemperanza dell’obbligo del “non riscosso come riscosso”, sancito dall’articolo 26 Dpr 43/1988 che vigeva in quel periodo. Nel dettaglio, la Sigrec sosteneva che il diritto al rimborso scaturiva dalla semplice consegna degli elenchi dei residui all’amministrazione finanziaria, in virtù della normativa citata, visto che il caso in questione non poteva essere assimilato a quello del “rimborso per inesigibilità” previsto in altro articolo del Dpr 43/1988, perché ciò che veniva in rilievo era un’ipotesi di impossibilità di procedere alla riscossione (o, detto in gergo tecnico, di espletare le procedure coattive di recupero), in seguito all’affidamento del servizio a un nuovo concessionario.

La sentenza di primo grado aveva reputato infondate tali pretese della Sigrec, rigettando il ricorso e compensando le spese. Nell’appello successivo, la società sosteneva come unico motivo di impugnazione la “violazione e falsa applicazione” del Dpr 43/1988 e di altre normative, chiedendo l’integrale riforma della sentenza. Il Comune di Casamicciola si costituì il primo agosto 2014 tramite l’avvocato Raffaele Marciano, chiedendo invece il rigetto dell’appello. La Procura Generale della Corte aveva eccepito l’infondatezza dell’appello, per difetto della prova del diritto azionato, visto che la società non aveva fornito alcun riscontro dell’inesigibilità e, quanto meno, dell’avvio dell’attività di riscossione dei ruoli scaduti, richiamando la sentenza dell’avvio dell’attività di riscossione dei ruoli scaduti, richiamando la sentenza n342/2014 della stessa Sezione Centrale della Corte dei Conti, e concludendo per il rigetto dell’impugnazione.

Nell’udienza del 30 marzo scorso, l’avvocato della Sigrec comunicò di non aver notificato il decreto di fissazione dell’udienza al difensore del Comune di Casamicciola. Il collegio giudicante fissò di conseguenza l’udienza  del 26 ottobre, imponendo alla legale di fiducia della società di notificare l’estratto del verbale d’udienza alla controparte entro il termine perentorio di 60 giorni dalla sua comunicazione, “pena la cancellazione della causa dal ruolo e la susseguente estinzione”. Ecco il punto focale: proprio nell’udienza dello scorso 26 ottobre la difesa della Sigrec ha precisato di non aver provveduto alle notifiche di cui era stata onerata.  Il rappresentante della Procura generale ha dunque chiesto l’estinzione del giudizio, e il Collegio giudicante, dopo la camera di consiglio, ha accolto tale richiesta, dichiarando definitivamente estinto il giudizio d’appello. Estinzione che opera di diritto, mentre le spese restano a carico delle parti. Anche stavolta, dunque, il Comune di Casamicciola è riuscito a evitare l’esborso di una cifra comunque rilevante che avrebbe avuto ripercussioni non certo lievi, a voler essere eufemistici, per le casse dell’ente già alle prese col predissesto e ora anche con l’emergenza sismica.

Francesco Ferrandino

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