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Paralimpiadi di Rio De Janeiro, Ischia c’è con il grande Gianni Sasso

Di Isabella Puca

Ischia – «Non me ne sono ancora reso conto. Quando l’8 luglio l’ho saputo ufficialmente e ho visto il mio nome su quella lista è stata un’emozione indescrivibile. Le Olimpiadi sono a livello mondiale l’evento sportivo più importante e mi rendo conto che ne prenderò parte giorno per giorno, quando vedo il mio nome sui giornali, quando arrivano messaggi di sportivi famosi che stanno per iniziare le loro olimpiadi. Essere dell’isola, poi, m’ inorgoglisce in un modo incredibile. Chi è dell’isola lo sa, c’è un’appartenenza alla terra fuori dal comune. Alle paralimpiadi di Rio porto un’isola intera con me e la cosa mi rende pieno di gioia». È emozionato Gianni Sasso, il primo ischitano nella storia a prendere parte alle Paralimpiadi che si svolgeranno a Rio De Janeiro dal 7 al 18 settembre. Quando è arrivata la convocazione ufficiale era già a Livigno per gli allenamenti, non ha aspettato l’ufficialità della convocazione per iniziare a darci dentro, poi un saluto qui a Ischia agli amici di sempre, alla famiglia e ai tanti che fanno da sempre il tifo per lui e di nuovo a Livigno dove i ritmi sono davvero serrati. «Passerò tutto il mese di agosto qui a Livigno ad allenarmi. La gara è il 10 settembre alle  10:03, parto da Roma i primi di settembre con tutti gli altri atleti, siamo in 94». Su quell’aereo verso un sogno che si avvera, ci saranno il ciclista Alex  Zanardi, la stella nascente di Bebe Vio nella scherma, Arjola Trimi e Federico Morlecchi nel nuoto e tutti gli altri che, nonostante una disabilità, non si sono mai fermati. «Mi rivedrò con piacere con Zanardi, darò un bacio a Giuia Ghiretti; con lei non ci vediamo da un anno e mezzo, ma era sicura, nei messaggi che ci scambiavamo, che ci saremmo rivisti a Rio. I normodotati sono 310 atleti, noi siamo in 94, qualificarsi per le paralimpiadi non è per niente facile». Il percorso per la qualifica è iniziato tre anni fa con Neil Mac Leod che ha avvicinato Gianni al paratriathlon la disciplina con cui esordisce a Rio. Dopo tre anni di gare in giro per il mondo con la Federazione italiana Triathlon, in una calda estate di luglio è arrivato l’annuncio di questo gran risultato  che Gianni ha voluto dedicare soprattutto ai suoi genitori, mamma Angelina e papà Ciro. «Come si fa a non dedicarlo a loro? E poi a tutti i miei amici, quelli di sempre;  alle paralimpiadi mi hanno portato loro, non vado da solo. Mi hanno portato loro sì, ma da sempre, dal giorno dell’incidente. Ho vissuto sempre con loro, con loro ho imparato a giocare a calcio, e poi a correre per le maratone, con una gamba sola». L’affetto dell’isola è davvero tanto e, da giorni,  si sta traducendo in un crowfunding, una raccolta fondi online dal titolo “Insieme con una gamba sola, alle Olimpiadi di Rio 2016”. I paratleti non godono della visibilità dei “normodotati” e per questo è difficile reperire sponsor o aziende disposte a fornire materiale tecnico per praticare attività sportiva. Il triathlon è ancora più particolare perché serve sia il materiale per il nuoto (muta, cuffia, occhiali), sia per la bici (la bicicletta, il casco, le scarpe) che per la frazione di corsa (scarpe). Il gruppo  “Gianni Sasso supporter” ha quindi pensato di raccogliere fondi da spendere in materiale tecnico. Ai tanti amici che hanno dato anche un piccolo contributo si sono aggiunte le tante attività dell’isola, pronte a fare il tifo per Gianni e non solo. «Non ho mai chiesto sponsor, la federazione ci sostiene, ma è nato questo crowfunfing e io ho dato l’ok e così riusciremo a prendere materiale tecnico migliore. Man mano vedo quest’affetto di persone conosciute in giro per l’Italia, ed è davvero importante. L’affetto di quelli dell’isola, poi, è una cosa che ti senti dietro le spalle e spero di scrollarmela prima della gara, sarebbe troppo pesante. A Rio ci arriverò con l’isola dentro, c’è poco da fare. Andrò lì con tutto questo sostegno che sta arrivando e che non mi aspettavo. La cosa più importante è che Ischia sia lì, e Ischia,  c’è!». Prima di ogni gara nessuna scaramanzia, nessun rito, ma solo e sempre una forte determinazione che fa di Gianni un grandissimo esempio di vita e di sport. «No, non sono scaramantico, piuttosto mi obbligo a fare quei 100 m in più perché magari potrebbero valere una medaglia, anche se sono stanco. Riti legati all’allenamento e che, se li fai, porteranno bene. Invece, prima delle maratone, con i miei amici di Ischia c’era una stupidaggine di rito: bere una birra la sera  prima!». Il percorso che ha portato Gianni a Rio è stato davvero duro, imparare a nuotare in un certo modo, così come andare in bici con una gamba sola non è stato facile, «nella mia categoria ci sono anche atleti che hanno 2 gambe e problemi neurologici, io ne ho sempre una e per me era quasi impossibile, ma  mi sono rifatto sul quasi, l’impossibile l’ho lasciato fuori.  Tante volte ho avuto paura di me che mollassi ho vissuto momenti davvero duri, ma sapevo di avere una grande forza». “Uno su mille ce la fa” di Gianni Morandi è la musica che il nostro campione sente sulla pelle per queste prossime Olimpiadi, anche se, scherza, «per me, è uno su un milione». Ci salutiamo emozionati per il traguardo raggiunto, da parte nostra, c’è tutto il sostegno per quello che è puro orgoglio isolano. «In quella gara darò tutto ciò che c’è da dare, tutto e di più. Non so cosa aspettarmi da me, può succedere di tutto. Voglio solo allenarmi, andare lì, fare una grande olimpiade e tornare per  abbracciare forte Ischia».

 

 

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