Serrara, don Giovanni Trofa ritorna a casa

SERRARA FONTANA. Don Giovanni Trofa è ritornato a casa. La notizia circolava già da qualche giorno ed è stata confermata da Michele D’Antonio, che si è recato presso l’abitazione del sacerdote per porgergli i suoi saluti. Finisce così la parabola del sacerdote di Fontana, che era stato punito con la clausura perpetua dalla Congregazione per la dottrina sulla fede per gli abusi sessuali di cui si era reso protagonista negli anni di sacerdozio. La decisione di abbandonare la clausura, che il parroco stava scontando presso la Congrega dei Mauritani a Roma, sarebbe stata assunta direttamente dall’ormai ex prelato. Così come previsto dalla sentenza che gli era stata comminata lo scorso giugno, infatti, con la rinuncia alla clausura sarebbero decaduti anche i voti.

Il prete, spogliato dell’abito talare e ritornato ad essere un laico, preferisce il silenzio, ma ad alcuni amici avrebbe confidato che il regime di clausura era troppo rigido e che non riusciva più a sopportarlo. Di qui la decisione di ritornare nella sua terra natale per essere accolto e curato dalla famiglia in un momento psicologico particolarmente difficile. Il rientro di don Giovanni Trofa è stato accolto con freddezza dai suoi ex parrocchiani. Nonostante abbiano difeso ad oltranza il loro sacerdote fino alla sentenza della Congregazione per la dottrina, nonostante fino all’ultimo sembrasse che il prete potesse essere assolto dalle accuse con formula piena, i devoti fontanesi non avrebbero perdonato alcune delle azioni del prete e dei suoi familiari successive alla condanna, con particolare riferimento al destino di alcuni utensili e suppellettili sacre custodite nella sacrestia della chiesetta di Fontana. Avrà modo e tempo per chiarire con quelli che ormai non sono altro che suoi concittadini. Nel frattempo, resta il dato: don Giovanni Trofa è a Serrara ed ha rinunciato all’abito talare pur di ritornare nella sua terra natale.

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