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«Dacci oggi la nostra filosofia quotidiana»

Premessa. Di qualunque cosa si tratti accade a Ischia, come un mucchio di altre cose che avvengono sotto il nostro naso mentre siamo impegnati a guardare gli asini che volano per strada scoprendoci, perciò, dimorati nella dimensione della meraviglia. Come per esempio quando ti trovi davanti al tassista che da Forio a Casamicciola, verso il ristorante della famiglia D’Ambra, e ritorno, ha chiesto solo cento euro. Forse tutto accade per un motivo e a nostra insaputa mentre ogni cosa contribuisce al tempo stesso alla concezione della vita di ognuno. Magari mentre svolgi il tuo rito quotidiano tra il caffè e il viaggio in bagno, o viceversa. Oppure quando ti chiedi se la filosofia non sia altro che una perdita di tempo e il filosofo, per conseguenza, chi abbandona il mondo pratico per rivolgersi a quello delle idee, forse anche belle e affascinanti ma che non servono a una bene amata mazza. Perché i problemi, qui, tra terra e politica clientelare, sono altri. Lo so, i più curiosi si stanno chiedendo di che cosa io parli. Qualche altro sarà saltato, nel migliore dei casi, direttamente alla fine di questo pezzo sperando di trovare l’oggetto in discussione oppure avrà voltato pagina o chiuso il giornale sgranando gli occhi perso come suo solito nelle riflessioni teoriche sui complotti orchestrati dal Vaticano e dalla Massoneria. L’immaginazione potrebbe suggerirti qualunque cosa. La mia ti propone una piccola riflessione su quel pazzo, o secondo qualcuno, addirittura folle di Raffele Mirelli. Sì, proprio lui. Il «filosofo», laureato in filosofia (potrebbe sembrare tautologia, oibò!) e che ha studiato in Germania per il dottorato. Inventore e creatore con l’associazione «InSophia» del Festival Internazionale di Filosofia, «La filosofia, il Castello e la Torre», giunto alla IV^ edizione, che ha interessato l’isola o almeno una sua porzione dal 23 al 30 settembre. Un folle, se pensiamo che secondo tanti Ischia, tra amministrazioni occupate nella filosofica pratica quotidiana, venditori di tappeti all’asilo, le pinete che cercano una nuova ubicazione, il cambiamento che è fermo in sala d’aspetto per accedere alla pensione ridotta e l’immondizia di Forio accantonata da qualche settimana nell’Area 51 di Zaro, non ha bisogno di filosofi. Secondo la teoria dominante ischitana e tra i suoi rappresentanti non si può che includere una parte del mondo imprenditoriale e amministrativo, infatti, «fare filosofia» equivale a «perdere tempo». Perciò è meglio lasciar stare questa che potrebbe definirsi una dimensione dell’intervallo umano e passare alle cose concrete. La politica locale ne è esempio, fatta da veri filosofi del bene comune. Che fa veramente un «filosofo»? Questa è una di quelle domande che ne genera altre e quindi non è ammesso occuparsene specie a Ischia. Non è consentito l’approfondimento da parte dei media locali o parlare di un evento che quest’anno tra gli ospiti ha avuto Massimo Cacciari (all’incontro c’erano almeno 200 persone) e di cui, nel frattempo, si parla e discute in Europa. No, sul nostro scoglio è obbligatorio non dire niente per non farsi nemici i lettori. Tuttavia la ragione dell’oblio è chiara. Seguendo il tema di quest’anno del Festival, la «natura umana», non parlarne è stata, diciamocelo, una scelta condivisibile. Altrimenti non sarebbe stato possibile sorvolare sulla «natura ischitana» su cui avremo fatto, appunto, «filosofia». Meglio seguire una strada diversa ma quale? Forse la risposta, o una delle tante, viene ancora una dalla politica di casa nostra. Il Senatore Domenico De Siano, qualche tempo fa in occasione di una conferenza di Forza Italia fa, disse: «noi non facciamo filosofia, noi siamo per le cose concrete». Come dargli torto. Svolgimento. Nell’attesa che si possa dare avvio il processo di unificazione dei servizi, specie per quanto riguarda la raccolta dei rifiuti (che ne dite sindaci, è arrivata l’ora di fare qualcosa di filosoficamente concreto?) e seguire la strada dell’abbattimento dei costi a favore del profitto per l’intera popolazione dell’isola d’Ischia (credetemi, è possibile e ciò che vi sto dicendo è una filosofia – di vita – diversa), colgo l’occasione per ringraziare il «filosofo» Raffaele Mirelli. Grazie a lui e ai suoi immancabili collaboratori, e spesso senza aiuti se non gratuiti patrocini, il Festival Internazionale di Filosofia si espande e sta “portando” il nome di Ischia nel mondo. L’anno prossimo avrà per tema, probabilmente, “Dio”. Magari, in questo caso, la Madonna di Zaro potrebbe darci una mano. Ad ogni modo di ricadute sul territorio ne abbiamo viste, perché anche in questo caso si parla d’indotto turistico. Ci auguriamo che il nocciolo rappresentato dal management delle attività commerciali, nel prossimo 2019, possa essere più interessato al Festival. Oggi imperversano le tenebre dell’inerzia, su vari aspetti, e lo vediamo. Se qualcuno vorrà parlare di ciò che non va o anche di filosofia, da domani sarà il momento ideale per farlo. Chissà che non ci cambi pure la vita.

Pagina Fb Caffè Scorretto di Graziano Petrucci

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