SESSO, BRACCIALI E SOLDI PER L’IMPUNITA’
Una 57enne badante ucraina maltratta una 90enne poi per sfuggire all’identificazione sfugge nella Chiesa di San Ciro ad Ischia. Qui viene bloccata dai poliziotti e per evitare guai fa la “folle” offerta ai tutori dell’ordine. Nella sua valigia trovati 2.190 euro e 3.368 dollari di cui non ha saputo spiegare la provenienza. Deve rispondere di istigazione alla corruzione, ricettazione, resistenza e rifiuto di fornire l’identità
Un fatto di cronaca ancora da definire nei dettagli e che proprio per questo, per quanto paradossale, ha come unica certezza quella di presentare ancora diversi lati oscuri. Protagonista una donna di nazionalità ucraina, classe 1966, residente a Napoli ma che sulla nostra isola è stata denunciata in stato di libertà dagli agenti del commissariato di polizia di Ischia – guidati dal vicequestore Ciro Re – con le accuse di istigazione alla corruzione, ricettazione, resistenza a pubblico ufficiale, rifiuto di indicazioni sulla propria identità personale. Un filotto di reati conseguenza di una vicenda tutta da raccontare e che verosimilmente (o almeno, come vedremo, questo è l’auspicio) dovrà scrivere ancora qualche capitolo. I fatti in questione si sono verificati nei giorni scorsi nel primo pomeriggio quando il personale della polizia interveniva in via delle Terme dove una anziana ultranovantenne secondo quanto riferito agli operatori da alcuni testimoni stava subendo già dalla mattinata una serie di aggressioni di natura verbale dalla badante ucraina che la stava assistendo da alcuni giorni.
Quando i poliziotti hanno raggiunto quest’ultima, le hanno chiesto di esibire i documenti di riconoscimento ma per tutta risposta la 57enne ucraina ignorava la richiesta dei tutori dell’ordine, metteva una serie di effetti personali all’interno della sua vigilia e cominciava a correre in maniera veloce e sostenuta. I poliziotti però non la perdevano ed inseguendola la raggiungevano all’interno della vicina Chiesa di San Ciro. Nel luogo di culto la donna cominciava ad urlare come un’ossessa e tentava di scappare nuovamente, fino a rendersi conto che ogni tentativo di darsi alla fuga sarebbe risultato inutile. A quel punto succede quello che non ti aspetti: la badante ucraina infatti tenta di corrompere gli agenti e le tenta davvero tutte. Inizialmente offre un braccialetto o del denaro per convincere i poliziotti a lasciarla andare, poi addirittura “mette sul piatto” una prestazione sessuale con giovani ragazze di sua conoscenza, tutto questo al fine di eludere l’identificazione. In ogni caso il personale guidato dal vicequestore Ciro Re notava anche un palese stato di alterazione in cui si trovava la donna e per questo motivo chiedevano anche l’intervento dei sanitari del 118. Quando l’ambulanza giungeva sul posto, gli agenti compravano anche una bottiglia d’acqua alla donna, dopo la visita però i medici – avendo misurato i parametri e compiuti gli accertamenti del caso – riferivano ai poliziotti che le condizioni di salute della paziente non fossero tali da richiedere il ricovero.
Le sorprese però non erano ancora finite perché la 57enne badante veniva condotta in commissariato finalmente si decideva a consegnare i suoi documenti per procedere all’identificazione cui si era sottratta con forza. Per recuperarli, però, la donna ha aperto una valigia nella quale veniva notata una busta trasparente al cui interno si trovava una somma di denaro contante pari a 2.190 euro e 3.368 dollari americani: la somma veniva posta sotto sequestro dal momento che la stessa non sapeva fornire notizie utili circa il possesso di quel denaro. Che, a questo punto, potrebbe essere provento di qualche furto o illecito commesso in ogni caso sulla nostra isola, ragion per cui l’operazione condotta dal vicequestore Ciro Re e dai suoi agenti potrebbe anche tornare utile a ricostruire altre vicenda illecite perpetrate in momenti diversi.